Missioni Consolata - Giugno 2007
GENOVA (ITALIA) MARIA SANDER E IL «SUO» CALAM ' E l'estate del 1964, quando un gruppo di giovani studenti, tra cui va ricordato Alberto Poirè, fonda a Genova il Calam (Comunità per l'aiuto ai lebbrosi e affamati nel mondo). l'.iniziativa è la conseguen– za della lettura del libro di Raoul Follereau «Se Cristo domani... ». Tale lettura ha avuto il merito di scaldare i cuori di questi giovani e spingerli a compiere un primo e importante atto di carità: comuni– care agli altri che a questo mondo ci sono milioni di ammalati di leb– bra, che possono essere curati e guariti, e milioni di persone che sono alla fame senza aver meritato di morire di fame. Nascono i primi incontri nelle par– rocchie. Proprio in una di queste occasioni, sempre nel 1964, «il vol– to sofferente di Gesù», presente negli ammalati di lebbra, si rivela a Maria Barbera Sander, moglie di Franco e madre di Patrizia, Sonia e Stefania. È n che Maria decide di entrare nel Calam e ne diventa par– te fondante e figura di riferimento sicura e preziosa per moltissimi anni. Vale la pena ricordare quanto il Calam, pur con poche risorse e pri– vo di strutture, ha fatto e continua a fare da oltre 40 anni a Genova. Il primo lavoro è stato, e lo è anco– ra oggi, quello di svolgere un'azio– ne di informazione sul problema del sottosviluppo e degli ammalati di lebbra presso le parrocchie, associazioni giovanili e scuole. Il secondo lavoro continua ad esse– re, anno dopo anno, quello della raccolta di soldi, per le strade, presso le parrocchie, i negozi, i supermercati, lo stadio, grazie alla collaborazione di decine di giovani che, in occasione della Giornata mondiale per la lotta contro la leb– bra, si sono sempre spesi con gran– de entusiasmo. I fondi raccolti sono sempre stati devoluti, nella massima trasparenza, ai missionari religiosi e laici che operano nei paesi in via di sviluppo. M aria Sander visse sempre con entusiasmo lo spirito missionario del Calam con la matura consapevolezza che una persona di buona volontà doveva ribellarsi all'ingiustizia e schierarsi senza indugio dalla parte degli ulti– mi, fossero essi lebbrosi, affamati, sfruttati, perseguitati, profughi. Per questa ragione mostrò interes– se anche verso iniziative esterne al Calam e sostenne il Comitato per il Sud Sudan e il Biafra, per contra– stare il genocidio attuato a danno delle popolazioni cristiane. Fece inoltre parte del Tribunale Russel, fondato dall'allora senatore Lelio Basso, poi trasformatosi in Lega internazionale per i diritti e la libe– razione dei popoli. Questo tribuna– le aveva lo scopo di denunciare e poi istruire processi sulle torture perpetuate da alcuni governi del- 1' America Latina. Maria Sander, però, aveva nel suo cuore una grande preoccupazione, che divenne per lei un imperativo morale e che consisteva nell'educa– re i giovani alla mondialità, affinché prendessero consapevolezza dell'e– norme sofferenza presente in varie parti del mondo, motivandoli così all'impegno verso i più poveri fra i poveri, gli ammalati di lebbra. --------- La signora Maria Sander (prima a destra, di profilo) a colloquio con Raoul Follereau. Maria era nota per la sua severità I verso le spese legate all'organizza- ! zione, perché riteneva quei soldi I sottratti ai poveri e con lo stesso rigore si comportava anche nella vita, come l'estate in cui volle visi– tare l'Umbria e si fece ospitare in ! alcune case parrocchiali, con il duplice scopo di donare ai poveri i I soldi risparmiati e nello stesso tem– po promuovere presso le comunità ospitanti, iniziative a favore della fame e della lebbra nel mondo. Sapeva però essere grandiosa quando invitava qualcuno a pranzo, mettendo grande cura nell'imbandi– re la tavola e nella scelta del cibo perché considerava l'ospite «sacro». M aria Sander muore il 5 maggio 2006. Con queste righe, gli amici del Calam, oltre a ricordarla con affetto e rico– noscenza, sentono anche il dovere di raccogliere la sua eredità morale che consiste nel continuare a lotta– re contro la lebbra e contro tutte le lebbre che rendono l'uomo meno uomo. Ma nel suo patrimonio morale ci sembra di cogliere anche l'invito a continuare a lavorare perché il Calam si attrezzi ad affrontare con capacità le sfide che il terzo millen– nio pone, non dotando la comunità di maggiori strutture, ma piuttosto facendo crescere la fraternità fra i suoi componenti, perché, come ricorda un proverbio africano, «quando le formiche si mettono d'accordo trasportano l'elefante». Enrico Quaglia P.S. A beneficiare delle iniziative dell'associazione del Calam c'è pure l'ospedale di Gambo (Etio– pia), da più di 30 anni affidato alle cure dei missionari e missionarie della Consolata. Oltre alle presta– zioni generiche di medicina e chi– rurgia, l'ospedale gestisce il «Cen– tro di controllo della lebbra» a livel– lo nazionale. _____________ ...._, MC GIUGNO 2007 ■ 13
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