Missioni Consolata - Giugno 2007
Neppure una goccia.Avevo infatti aggiunto poco prima acqua nel ra– diatore. Ora l'acqua più vicina è a venti minuti di corsa. Sento però l'acqua del radiatore bollire e uno spiffero di vapore uscire da qualche parte.Afferro il tappo del– la bottiglia e raccolgo con ansia le poche gocce che si condensano. «Luciano,vai con gli angeli di Dio. lo ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo».Mi è venuto così spontaneo ricordare mio fratello che in Italia celebrava san Lu– ciano. Meno di un minutoe ...quell'an– gioletto è già in paradiso. Con fare guardingo l'uomo ha già nascosto tra gli stracci il morticino.Se lo èmesso in cabina tra le gambe.E mi dice di tornare alla missione. Giunto acasa,devo tribolare non po– co per capire le intenzioni dell'uomo. Mi supplica di portarlo nella foresta. Mons. Lorenzo Bessone consacra la chiesa di Amugenti: al centro con libro in mano, padre Giulio Cesare, segretario del vescovo. Amugenti anni '60: padreGiuseppe Quattrocchio prepara i mattoni per la sua chiesa. Toccare i morti per lui è tabù. Potreb– be essere costretto a fare un sacrifi– cio agli spiriti. Lo faccio salire nel cassone poste– riore del camioncino egiunto nel bo– scoappena fuori della missione,fac– cio marcia indietro per isolarmi il più possibile nel semibuio delle piante. Vedo l'uomo scendere guardingo,ar– meggiare un pochino con il suoma– chete per scavare una buca...Poi tut– todiventa silenzio.Anche l'uomo è sparito.Sotto dieci centimetri di ter– ra, copertoda poche foglie, giace il corpicino del piccolo Luciano.La ie- na, nella stessa notte non faticherà a portarselo via! Q uell'angioletto,mandato per direttissima in paradiso con quattro gocce d'acqua ruggi– nosa, continuò aoccupare i miei so– gni per almeno tre anni,finché un giorno mi venne un'idea.Avevo pre– gato padre Giulio Cesaredi farmi una «vetrata» per la nuova chiesa parroc– chiale di Amugenti.Si trattava di una vetrata «all'africana»:carta velina a colori racchiusa tra duevetri,ma dal– l'effetto strabiliante! Padre Giulio cominciò a fare un bozzetto.Mentre lo guardavo,mi venne in mente il piccolo Luciano.E cominciai a cantare: «Pittore tivoglioparlare mentredipingi un altare. losono un poveronegro ed'una cosa tiprego. Pursela Vergine è bianca... fragliarcangeli tiprego metti unangiolettonero!». Raccontai la storia dell'angioletto a padre Giulio.Si commosseanche lui e mi fece la sorpresa. Tutte le volte cheammiro nel mio breviario la foto di quella vetrata, penso a quel bimbo che più di 40anni fa avevo battezza– to con quattrogocce d'acqua,porta– to nella foresta e mai più trovato. Avevo concordato con padreGiu– lio di non dire a nessuno come mai in quella vetrata c'è un angelo bianco e un angelo nero.Ora lo sapete anche voi. • La risurrezione della figlia di Giairo: affresco eseguito da padre Giulio Cesare nella cappella del Centro di animazione ,..,______ ---------~-------------4 missionaria a Torino. 68 ■ MC GIUGNO 2007
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