Missioni Consolata - Giugno 2007

- ■ NOSTRA MADRE TERRA ■ ■■ ■■ ----------------------------------------------------------------------------------------------------------- spendersi generosamente, la scelta è per il male minore. Occorre una opinione pubblica ben informata e perciò mi permetto di richiamare chi si rivolge a dei let– tori, al dovere di grande onestà intel– lettuale, al dovere di estrema corret– tezza. Non possono essere sottaciuti aspetti del problema che potrebbero condurre il lettore a conclusioni di– verse da quelle auspicate dallo scri– vente. Diversamente siamo di fronte non a informazione,ma a un tentativo ideologico e fazioso di indottrina– mento. «Missioni Consolata» non puòessere luogo per simili compor– tamenti. P er quanto riguarda poi la sua de– duzione, secondo cui da questo articolo si evincerebbe la nostra preferenza per la discarica, vorrem– mo precisare che,sebbene essa non sia la soluzione ideale,è sempre meglio una discarica controllata, piuttosto che una discarica per ri– fiuti speciali (tossici),come è quella necessaria per lo smaltimento dei fanghi, delle ceneri e delle polveri derivanti dall'inceneritore. Non ab– biamo tuttavia fatto alcun elogio per la discarica in nessuna parte dell'articolo. Alcuni punti della sua lettera ri– chiedono una risposta particolareg– giata. In attesa di una gradita risposta sa- , luto cordialmente. In primo luogo, lei contesta l'am– biguità del titolo:«Bruciare i rifiuti? Una pessima idea». li titolo non è ambiguo,è univoco:numerosi studi scientifici hanno dimostrato un au– mento di malformazioni nei bambi– ni e di tumori, nelle zone dove sono attivi gli inceneritori.Sono lavori dell'Istituto OncologicoVeneto per il rischio di sarcoma,dell'Università di Firenze per i linfomi non Hodgkin, di ricercatori ed epidemiologi di va– rie parti del mondo, per le malfor– mazioni del palato (labbro leporino) e per l'endometriosi.In particolare lo studio realizzato nella regione Rhone Alpes (comprende i centri di Lione, Nimes e Montpellier) dell'ln– stitut Européen desGenomutations ha constatato un numero conside– revole di nascite di bambini malfor– mati correlato alla presenza di ince– neritori. Ricordiamo inoltre il recen– te studio dell'Associazione Cardiologi sul rischio micropolveri e sulla loro diretta responsabilità nella crescita di morti per infarto. Piero Coletto Rivoli (TO) Gentile Sig. Co/etto, abbiamo letto la sua lettera di critica al nostro articolo sugli inceneritori. Nel mondo scientifico, la critica svol– ge la fondamentale funzione di ob– bligare gli studiosi a documentarsi a fondo prima di affermare qualsiasi concetto e, nel contempo, a cercare sempre nuove soluzioni per risolve– re un problema.Tuttavia la critica, per essere costruttiva, deve sempre essere a sua volta supportata da un'accurata documentazione e non solo da opinioni personali. Il «profluvio» di dati da noi pro– dotto per,come lei dice,accreditare come scientifico il nostro lavoro, ha lo scopo di evidenziare un aspetto inquietante degli inceneritori e cioè il loro impatto sulla salute umana e sull'ambiente in generale.Lei sostie– ne che «tali dati, anche se veri, dico– no solo mezza verità, perché trascu– rano diversi aspetti del complesso problema». Sicuramente ci sono altri aspetti del problema dello smalti– mentodei rifiuti,tutti importanti e meritevoli di accuratissima disami– na, ma quello dell'impatto sulla sa– lute pubblica li supera tutti di gran lunga e chi opera nel settore sanita– rio ha in primo luogo il dovere di oc– cuparsi per l'appunto di salute e di ciò che può nuocere alla medesima. Nella sua critica questo aspetto pare essere invece di secondaria impor– tanza. D i seguito lei scrive che le riesce difficile credere all'esistenza di inceneritori che brucino il «tal qua– le», se non altro perché «sarebbero , talmente inefficienti e avrebbero ta– li problemi di gestione e di emissio– ni, da non poter funzionare a lungo» e cita come esempio l'inceneritore di Brescia, anche se fonti verificabili (// Giornale del 12 febbraio 2007) ri– feriscono che tutti i rifiuti di Brescia finiscono nel termovalorizzatore e, conseguentemente, la raccolta dif– ferenziata non ha più motivo di es– sere fatta. L'affermazione di Paolo Moiola, che lei definisce «semplice- mente faziosa», secondo cui «raccol– ta differenziata ed inceneritore sono strumenti antitetici» risulta dimo– strata dai fatti. Dopo aver illustrato le sue consi– derazioni, lei indica l'incenerimento come il male minore;facciamo due conti: in base a studi condotti su un modernissimo inceneritore italiano, per ogni tonnellata di rifiuto incene– rito si producono 7.600 nanogram– mi di diossine,che si ritrovano nelle ceneri pesanti,2.700 nanogrammi nelle ceneri leggere e 170 nano– grammi nei fumi: in totale per ogni tonnellata di rifiuto incenerito sono 10.470 i nanogrammi di diossine im– messe nell'ambiente.Poiché in una tonnellata di attuali rifiuti urbani si trovano mediamente solo 2.700 na– nogrammi di diossine, (valore in ca– lo di pari passo alla minore immis– sione di diossine da attività umane inquinanti) l'affermazione che gli in– ceneritori sono macchine che, per ri– durre i volumi di scarti non pericolo– si, producono rifiuti (solidi ed ae– riformi) pericolosi, è una affermazioneassolutamente corret– ta. Questo conteggio riguarda la so– la diossina, la cui quantità viene quadruplicata dall'inceneritore,ma bisogna sempre considerare anche tutti gli altri veleni,che abbiamo de– scritto dettagliatamente nell'artico- ' lo che lei contesta. T ra gli inquinanti prodotti dall'in– cenerimento abbiamo ricordato le polveri sottili e vorremmo ag– giungere una breve considerazione sui filtri anti-particolato (FAP), che degradano le polveri fini PM1 O ridu– cendone la presenza nelle emissioni (anche dei veicoli a motore). Bisogna fare molta attenzione perché degradare non vuol dire far scomparire. È stato dimostrato che con il filtro anti-particolato le PM1 O vengono combuste e diventano PM2,5 o PM1,che sono molto più pericolose. Dato che in Italia la legge prevede il monitoraggio delle sole PM1 O, le aziende hanno trovato questo siste– ma (legale) che consiste nel trasfor– mare i PM1 O prodotti (sottoposti a controllo ambientale) in qualcosa di ancora più fine e pericoloso (che non è sottoposto a controllo). La pubblica amministrazione do– vrebbe prendere atto che la produ- --------------------------------------------------------------------------------------------- 64 ■ MC GIUGNO 2007

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