Missioni Consolata - Giugno 2007
sta scritto Paolo Farinello biblista (LC 24,46) DALLA BIBBIA LE PAROLE DELLA VITA (22) LA PARABOLA DEL «FIGLIOL PRODIGO>> (11) QUANDO DESIDERARE TUTTO SIGNIFICA POSSEDERE NULLA «Tutto mi è lecito!». Ma io non mi lascerò dominare da nulla (1Cor6,12l 14 Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. N ella puntata precedente abbiamo elencato i sedi– ci affreschi dei vv. 13-16 ed esaminato i primi set– te riportati nel v. 13. Proseguiamo l'approfondi– mento esaminando altri tre affreschi contenuti nel v. 14. Quando ebbe speso tutto Al v. 13 avevamo lasciato il figlio giovane che aveva <1rac– colto tutto»; ora, al v. 14, lo ritroviamo che ha «speso tut– to». Nella vita del giovane figlio, il «tutto» è sinonimo di «nulla». Al raccolto possessivo corrisponde la dispersione immediata. I.:illusione di essere ricco non si è ancora se– dimentata che già si trova vuoto di tutto. Aveva conside– rato il «possesso• della ricchezza il fondamento della sua libertà e si ritrova la povertà assoluta che diventa preca– rietà e inconsistenza. Voleva essere «adulto» e indipen– dente,ma ha solo dimostrato di essere imprevidente e in– capace di calcolare le sue forze. E evidente che nello «sforzo» superficiale di «spendere tutto» c'è anche il sarcasmo che egli non ha speso «del suo• perché il «tutto» come abbiamo visto era la vita del padre, che egli ha sperperato e svenduto. Il «-figlio più giovane»è il vero erede di Adam ed Eva che nel giardino di Eden, pur avendo tutto («di tutti gli alberi del giardino puoi mangiare», Gen 2,16), vogliono ancora di più e aspirano all'esclusività assoluta, cioè prendere il posto di Dio e possedere «l'albero della conoscenza del bene e del male» (Gen 2,17). Solo cosi possono affrancar– si dalla libertà reale che posseggono e che essi ritengono insufficiente, ritenendosi capaci di una libertà infinita. Adam ed Eva si ritrovano «nudi», cioè spenti di vita e di luce, senza alcun potere e privi della loro stessa persona– lità. «Nudi» che scappano a nascondersi in mezzo agli al– beri del giardino (Gen 3,10): desiderare una libertà mag– giore di quella che si può contenere genera frustrazione e paura. Una persona libera che si nasconde è una contraddi– zione esistenziale. Come i suoi progenitori, il giovane fi– glio è «nulla• in sé e per l'ambiente che lo circonda: egli è in «un paese lontano», dove per essere qualcuno deve comprare non gli amici, ma i compagni di baldoria. Spen– de tutta la parte di padre di cui si era impossessato per Adamo edEva cacciati dal giardino di Eden (dal libro medioevale Nurembeg Chronicle). accreditarsi per quello che non è: un uomo ricco. Alle pri– me avvisaglie di una avversità, crolla la ricchezza che non c'è mai stata e sprofonda lui stesso nella sua inconsisten– za. Inaspettata giunge una «potente carestia•, che frantu– ma tutti i sogni del giovane illuso. La libertà non è mai affrancarsi da qualcuno o da qual– cosa perché resterebbe una finta libertà esteriore, cioè solomateriale. Non avere catene ai piedi non significa af– fatto essere liberi. La libertà è un atteggiamento dell'ani- 1 ma, un moto dello spirito che si compie e si realizza in ge– sti concreti di liberazione. Il giovane figlio non è libero nel cuore, perché egli è schiavo delle sue «presunte» ric– chezze con le quali ha confuso la vita stessa di suo padre. MC GIUGNO 2007 ■ 53
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