Missioni Consolata - Giugno 2007

CINA ■■ ■■■ ■■ -■ ----------------------------------------------------------------------------------------------------------- : intenti a giocare in mezzoalla spor– cizia. Lasciandosi trasportare dal fa– scino di questi vicoli,tutti e cinque i sensi vengono riattivati. Da certe ca– se o da piccole botteghe provengo– noodori di piatti tipici e spesso la tentazione mi ha portata a compra– re queste specialità, non sempre ap– prezzate. Interessante è la reazione della gente.Era evidente che non sono a– bituati alla vista di occidentali in quellezone.Mi guardavanocome se fossi stata un'extraterrestre.Alcuni si mostravano un po' scocciati per quell'invasione di territorio,mentre altri erano ben disposti a scambiare qualche parola,consigliare alcuni luoghi da visitare e indicare la strada per uscire da quel grovigliodi viuz– ze. Ecosl ho finalmente potuto con– statare l'effettiva verità di un detto cinese che recita:«Se non si entra negli hutong, non si conosce Pechi– no». «SVILUPPO» INARRESTABILE Frequentavo un corsodi cinese all'u– niversità, con sede in un campus molto grande. La prima settimana mi ero addirittura comprata una car– tina per potermi orientare. All'inizio, avevo scoperto nei dintorni un mi– nuscolo ristorante (locali che i cinesi chiamano xiao chi, owero spuntini) dovevenivano cucinati deliziosi ra– violi al vapore. La prima volta ero ri– luttante ad entrare, perché l'igiene del locale lasciava un po' a desidera– re, ma poi la tentazioneebbe nuo- vamente la meglio.Così avolte,do– po lezione,mi recavo Il e poi passavo da una signora che vendeva frutta e verdura e cercava sempre di pro– pormi un frutto a me sconosciuto. Infine facevo tappa dal «signore dei pesciolini».Un allegro vecchietto che preparava sul momento dei dol– cetti a forma di pesciolino ripieni di cioccolato per soli 1 O centesimi l'u– no. Azioni semplici e banali, che però hanno contribuito a farmi sco– prire un'altra faccia di Pechino, quel– la che purtroppo nessuna guida de– scrive. Questa quotidianità lenta,fatta di gesti,odori e sguardi appare spesso nella mia mente. Rimarrà un ricordo indelebile, perché spesso sono le co– se più banali a rimanere impresse.E spero di poterle trattenere nella mia mente il più a lungo possibile,visto che questa città sta subendo un cambiamento repentino. A RISCHIO SCOMPARSA Proprio a causa dell'inarrestabilesvi– luppo, anche il volto di Pechinoè in fase di stravolgimento.Già da anni sono stati eretti molti grattacieli, tanto che alcuni quartieri ricordano molto lemetropoli americane.Ma a– desso, con l'awicinarsi dei giochi o– limpici del 2008,si sta assistendo a un'impennata nella costruzione di casermoni.Edifici che non hanno nulla a che vedere con la Pechino degli hutong sorgono come funghi. Moltezone costituite da fitte reti di vicoli vengonoabbattute perfare Pechino. Liulichang, la via dei pennelli. Un calligrafo all'opera. spazio alle costruzioni del futuro. Sulla mappa degli antichissimi hu– tong compare sempre più spesso l'i– deogramma chai (demolire).Un'in– dagine dell'Istituto pechinese di in– gegneria civile ha preso in esame 1.320vicoli, rilevando come il 15% sia stato distrutto per far spazioa nuovi edifici, il 52%abbia subito seri danni e che solo un terzo ha mante– nuto il carattere originale. Basta visitare il sitodi Amnesty ln– ternational per leggere le denunce rivolte alla municipalità di Pechino. La gente è brutalmente sfrattata dalle sue case ed è costretta a trasfe– rirsi in questi nuovi appartamenti.Se , da un lato si può pensare che que- ste abitazioni permetteranno condi– zioni di vita e igienichemigliori,dal– l'altro bisogna riflettere sul modo in cui questa operazione è condotta. Tuttequeste persone non solo vengono private della loro casa,ma soprattutto della loro quotidianità e dello spiritodi comunità. Purtroppoquesto è il prezzo che deve pagare la Cina per poter diven– tare sempre più importante a livello mondiale e per reggere la competi– zionecon l'Occidente. La popolazio– ne cinese non è stata adeguatamen– te preparata a questo sconvolgente balzo in avanti e l'impressione è che tutto stia awenendo troppo veloce– mente creando enormi squilibri. Allarmato dalla possibilità che non resti nulla della vecchia Pechi– no, il governo ha approvato delle li– neeguida per il restauro degli hu– tong. Ma molti conservazionisti cre– dono che ormai il dannosia irreparabile.Forse fra qualche de– cennio questi aspetti unici della quotidianità pechinese saranno solo un ricordo. ■ (*) FRANCESCA BoNGIOVANNI, è laureata In «Ungue e letterature straruere,. (cinese e inglese) e si sta speda]izzando In &:teme della co– municazione Internazionale,, presso la facoltà di lingue di Torino. Ha vissuto per alcurù mesi In Cina e ha svolto un tirocinio presso la comu– nità cinese di 8arge (Cn). Attualmente è mediatrice culturale nelle scuole medie Inferiori. --------------------------------------------------------------------------------------------- 52 ■ MC GIUGNO 2007

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