Missioni Consolata - Giugno 2007
l'indipendenza del Kenya (1 963), la Soweto che Marna Esther ricor– da, in cui ha sempre vissuto fino a oggi, anzi. .. fino a «ieri». Sì perché, in effetti, oggi a Soweto sta accadendo qualcosa di diverso, di unico, di speciale, quel «qualcosa» che riempie di luce e di orgoglio gli occhi di Marna Esther e degli altri abitanti dello slum: l'area sta cambiando, rina– scendo, vivendo una fase della sua storia che fino a pochi anni fa sarebbe stata assolutamente in– concepibile. Soweto-Kahawa West si propo– ne, oggi, come modello per il Kenya Slum Upgrading Program (Kensup), un programma per la riabilitazione e lo sviluppo degli slum della nazione che il governo del Kenya ha lanciato nell'aprile del 2006, stanziando la cifra di 880 miliardi di scellini per i pros– simi 14 anni (1 O miliardi di Euro). L'opera di miglioramento ha po– tuto prendere il via grazie a un progetto elaborato dalle Nazioni Unite-Habitat, in collaborazione con il Comune di Nairobi e finan– ziato dal Governo italiano con la cifra di 240 mila dollari. L'intervento dell'Italia è anche frutto della campagna «WNairo– biW», iniziativa promossa da un gruppo di associazioni e Ong ita– liane e keniane contro la demoli– zione degli slum e il diritto alla terra. La campagna ha inoltre in– sistito sulla proposta di riconver– sione del debito del Kenya verso l'Italia, di circa 44 milioni di Euro. L'accordo, siglato il 27 ottobre scorso, impegna il governo del paese africano a investire, per un periodo di dieci anni, 4,4 milioni di euro in progetti di sviluppo a fa– vore delle zone degradate, urba– ne e rurali, del paese. Inoltre, Soweto rappresenta un frutto significativo dell'attività dell'organizzazione Kutoka-Exo– dus Network, che riunisce 15 par– rocchie cattoliche presenti negli slum e che dai suoi inizi si è bat– tuta per migliorare la qualità di vi– ta e la difesa dei diritti fonda– mentali degli abitanti delle barac– copoli. La scelta di iniziare questo pro– gramma di upgrading proprio da Soweto è stata fatta grazie all'im– pegno della comunità, organizza– tasi per difendere il diritto di abi- A/cune baracche di Soweto. tare nell'insediamento e di mi– gliorare gradualmente il livello di vita al suo interno. Già nel 1998, per proteggersi dalle pretese di alcuni specula– tori che millantavano la pro– prietà dei terreni, gli abitanti si erano riuniti in comitato, presen– tando un reclamo alle autorità locali e dichiarandosi nel mede– simo tempo idonei alla proprietà del territorio che, come in altri casi di insediamenti abusivi, ap– partiene allo stato. 1 1 cammino della comunità è stato accompagnato in tutti i suoi passi dalla parrocchia di Kahawa-West, amministrata dai missionari della Consolata e partner fondamentale in quest'o– pera di riabilitazione dello slum. Soprattutto negli ultimi due anni, la collaborazione fra par– rocchia e comunità si è fatta più stretta e ha condotto ai risultati che oggi si possono toccare con mano. L'impegno della gente è stato fondamentale. Lo riconosce pa– dre Franco Cellana, oggi supe– riore provinciale dei missionari della Consolata in Kenya. È lui la mente del progetto di riabilita– zione sin dal giorno in cui è en– trato alla guida della parrocchia di Kahawa West. «Dal gennaio 2004 ad oggi si sono fatti grandi passi in avanti e tutto ciò è stato possibile grazie al coinvolgimento degli abitanti di ■ MISSIONI Soweto che, attraverso i loro rap– presentanti, hanno saputo coin– volgere le persone, facendo com– prendere loro l'importanza di queste proposte. È da due anni - continua padre Franco - che lavo– riamo con la gente, raduniamo la popolazione, in un processo gra– duale, lento e faticoso, per supe– rare le diffidenze, le rivalità e la speculazione selvaggia da parte dei proprietari delle baracche, che vivono fuori dallo slum e chiedo– no affitti esorbitanti anche su pez– zi di lamiera vacillanti sorretti da mura di argilla». Sammy Chomba e Peter Kamau rappresentano la voce della co– munità e due diverse generazioni di abitanti di Soweto. Il primo è, dal 2004, il presiden– te del Comitato per la riabilitazio– ne dello slum. Eletto dagli stessi abitanti, è anche il responsabile per tutti gli affari interni della co– munità. Quando sorge un proble– ma o c'è una disputa fra residenti è a lui che tocca intervenire. È un uomo silenzioso e quando inizia a raccontare la storia del progetto sembra persino intimi– dito. Fino a quando chiede il per– messo di esprimersi in Kiswahili, lasciando a Peter il compito di tra– durre in inglese. Le parole escono lentamente, ma fluide, facendo intuire a chi lo ascolta l'autorità che Sammy riveste all'interno del– lo slum. La memoria scava e va al– la radice del problema, legato al possesso della terra. «La grande difficoltà - dice - sta
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