Missioni Consolata - Giugno 2007

siddetti «in via di sviluppo» la bi– donville accoglie i contadini rima– sti senza terra e svolge un ruolo di mediazione tra città e campagna, offrendo ai suoi abitanti un «sur– rogato» di vita urbana, se si vuole miserabile, ma molto intensa. Gli effetti di queste contraddi– zioni sono evidenti nell'espansio– ne delle città. Si tratta di spazi complessi in cui sono presenti molte delle contraddizioni che ca– ratterizzano la vita del pianeta. Si tratta di città divise da tanti confi– ni, il cui semplice attraversamento produce il senso di passaggio da una frontiera all'altra. Ma sono frontiere non semplicemente fisi– che: per entrare negli slum si pas– sa dalla frontiera della paura, men– tre per accedere ai quartieri ricchi si attraversa il confine del benes– sere. Le città così frammentate, invece di essere il luogo dell'incontro e dell'integrazione tra gruppi socia– li diversi per livello economico, cul- L'enorme discarica di Dandora di fronte allo slum di Korogocho. tura e provenienza, si trasformano in una sorta di arcipelago costitui– to da molte isole (island), segnate dalla qualità delle loro costruzioni, dalla presenza (o mancanza) di in– frastrutture e servizi, dalle mag– giori o minori condizioni di sicu– rezza. Owiamente le isole comunicano, i loro abitanti intrecciano rapporti, e una chiave di entrata da un'isola all'altra è la convenienza econo– mica, capace di istituire relazioni e gradi di comunicazione. Ai ricchi serve la manodopera che costa po– co e i poveri hanno bisogno di la– vorare. Nascono così gli scambi, i subappalti, la fornitura di servizi, il commercio negli slum di prodot– ti industriali. Protagonista di questo flusso è il settore informale dell'economia, capace di generare posti di lavoro, reddito e capacità di risparmio per la maggioranza degli abitanti de– gli insediamenti informali. Le islandvivono fianco a fianco e nella quotidianitàa volte si confon– dono, ma presentano aspetti forte– mente contrastanti: ci sono island ■ MISSIONI cities ricche del primo mondo ed al– tre povere del terzo mondo. Da un punto di vista estetico, il moderno grattacielo e la baracca sono i sim– boli di città-arcipelago come Nai– robi, Johannesburg o, in America Latina, Rio deJaneiro. Le island cities vivono su due li– velli diversi, sia in senso stretto e sia in senso figurato. Una parte «sta in alto», legata economica– mente con il resto del mondo, per– ché la tecnologia che sostiene la rete globale permette di lavorare e comunicare via etere. Questa par– te dell'arcipelago sta al di sopra dell'altra, e spesso comunica di più in senso orizzontale, owero con le lontane città di pari grado, che non verticalmente con il resto della città stessa. La parte povera dell'arcipelago invece è fortemente attaccata alla terra, perché lotta ogni giorno per appartenere a essa, sia occupan– do le strade con i lavori informa– li, sia cosruendo la propria casa, generalmente piccola per poter essere edificata nel minor tempo possibile. • ---------------------------------------------------------------------- MC GIUGNO 2007 ■ 35

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