Missioni Consolata - Giugno 2007
■ BRASILE so 1O aprile, indica come il 90,9% de– gli intervistati noti un aumentosigni– ficativo della violenza nel paese.Sol– tanto il 5,2% ha affermatodi non av– vertire nessun incremento in materia di violenza,mentre il 4% non ha sa– puto esprimere la propria opinione. La povertà e la miseria sono indica– te dal 24,1 % delle persone intervista– te come lecause principali della cri– minalità; il 19,1o/o la attribuiscealla cronica mancanza di giustizia; un al– tro 19% ritiene che il narcotraffico sia la causa principale; il 1So/o ha colpe– volizzato un sistema legislativo rite– nuto troppo garantista; 1'1 1 o/o ha puntato il dito contro l'endemica corruzione della polizia; il 7,6% dà la colpa alla debolezza e disorganizza– zionedelle forze dell'ordine. La per– centuale mancante, infine, non ha sa– puto che cosa rispondere. Il sondaggio, realizzato in 24 stati della federazione e fondato su più di duemila interviste, ha anche riporta– to ciò che la popolazione pensa esse- ' re lacausa principaledell'insicurezza in cui vive il cittadino brasiliano. li ri– sultato è inquietante, in quantose il 71,7% ha attribuito la responsabilità della violenza nel paeseai criminali, ben il 20% ha indicatocome colpe– vole della situazione l'azione violenta della polizia. I cittadini intervistati hanno indica– to nella violenza urbana la causa nu– mero uno di insicurezza, invocando un'azionecongiunta di tutti gli orga– ni preposti adifendere il vivere co– mune e la tranquillità della popola– zione, partendo dal governocentra– le, per scendere a quello federale e via via toccando più capillarmente la società con azioni che partano dalle stesseamministrazioni comunali. La grandecopertura mediatica che ' i fatti criminali hanno nel paese ha contribuitoa creare nella gente una sensazionediffusa di insicurezza,che si unisce alla rabbia che scatta di fronte ai tanti casi di impunità godu– ta da chi delinque.Questa sensazio– ne fa sl che l'opinione pubblica esiga pene sempre più severe pertutti co– loro che infrangono la legge. Oggi, più della metà dei brasiliani è favorevole alla pena di morte,nono– stante venga riconosciuto il rischio di possibili errori giudiziari.A tanto por– tano la frustrazione e il senso di im– potenza avvertito dallamaggior par– te della popolazione. ■■ ■■ ■■ ■■ Nella valutazione del sondaggio presentata dal direttore dell'agenzia Sensus,Ricardo Guedes, la percezio– neche la gente ha della violenza in genere èmaggioredella violenza reale.Questodato è rafforzato dal fatto che, sebbene il 90,9% della po– polazione riconosce un aumento si– gnificativo della violenza,solo il 16,8%, in realtà,ritiene di vivere in , una città violenta. Infatti,un indivi– duo può vivere degli anni o tutta una vita in città come Rio deJaneiroo San Paolo senza vedere o subire per– sonalmente nessun tipo di violenza. I mezzi di comunicazione si incaricano di creare uno scenario di violenza più grande,dandoampia copertura ai fatti delittuosi. Vistodal di fuori, si ha l'impressio– ne che basti che il turista metta il pie– de in una città per essere attaccato da qualche bandito. RIO:UNA LUNGA STORIA DI VIOLENZA Paura e violenza aRio deJaneiro hanno percorso insieme un lungo cammino nella storia della città,at– traversato secoli,guadagnando nuo– vi scenari e scatenando vecchie rea– zioni. Ciò non deve stupire: la violen– za è alle radici del processodi formazione nazionale del Brasile. Pensiamo,ad esempio,all'epocadel commercio illegale del pau-brasil (un legname pregiato destinato al mer– cato europeo),quando si è dato ini– zio alla decimazione dei popoli indi– geni nativi; oppurealla corsa all'oro, causa di avidità e violenza anche in Brasile. Per non tacere del traffico di schiavi.Tutto entrava, partiva e veni- va trafficato nel portodi Rio. Il senso di insicurezza nella città di Rio deJaneiro pervase tutto il perio– do coloniale,cominciando proprio dagli inizi.Nella seconda metà del 16° secolo, la regione era stata invasa dai francesi,occupazione destinata a durare poco tempo, visto che già nel 1565 i portoghesi riuscirono ascac– ciarli dalla colonia. Costanteera, soprattutto, il timore del pericolo «esterno»: paura delle malattie portatedal trafficodegli schiavi,delle invasioni straniere,di essere attaccati dai nativi.Questa an– goscia, presente nella popolazione «carioca»,scatenava reazioni di pani- co e paura anche in situazioni appa– rentemente innocue, come il sempli– ce avvicinarsi di imbarcazioni scono– sciutealla baia di Rio. Anni più tardi, i francesi pianificaro– no nuovi attacchi contro la città e nel 1711 riuscirono a sconfiggere i por– toghesi. Durante questi avvenimenti, grande parte della popolazione ur– bana si rifugiò in altre regioni, men– tre leautorità,non potendo resistere, si arresero agli attacchi nemici. Anche il traffico degli schiavi con– tribul acreare grande preoccupazio– ne alla popolazione urbana di Rio. Molti schiavi rimanevano esposti in vetrine per essere venduti; ma coloro che non avevano acquirenti poteva– no rimanere in città per giorni,setti– mane e anchemesi. Gli abitanti,chegià dovevano con– vivere con il disordine e l'insicurezza causati dalla mancanza di ordine pubblico,avevano anche paura di es– sere contaminati damalattie prove– nienti dalla povertà di igiene, che ac– compagnava il commercio degli ---------------------------------------------------------------------------------------------· 20 ■ MC GIUGNO 2007
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=