Missioni Consolata - Giugno 2007

- ■ MESSICO una zona dignitosa ma in cui la po– vertà non èmai stata completamen– te cancellata.Alla fine i commercian– ti, aparte qualcunovicino al potere, ha appoggiato laprotesta. Dopo la violenza iniziale delle au– torità, per 160 giorni,da giugno aot– tobre 2006, il conflitto che si è creato ha conosciuto solo botta e risposta attraverso i mezzi di comunicazione. Leforze di polizia,accusatedi corru– zione ebrutalità, sono state costret– tead abbandonare la città,metten– dosi in periferia. Dentro, la sicurezza era garantita dalla gente della Appo,che, orga– nizzata in turni, manteneva l'ordine pubblico in un modo aprima vista facile,senza grandi problemi:la co– scienza collettiva era ai massimi li– velli; si sapeva che bastava vera– mente poco per generare un caos in cui le prime vittime sarebbero state i civili e il messaggio pacifico che portava con sé laprotesta. In città tutto continuava afunzionare, compreso il coloratissimo mercato cittadino, in cui decine di donne in– dustriose vendevano i loro prodotti fabbricati amano:vestiti,oggetti in legno, e molti generi alimentari, so– prattutto cibo prodotto in casa, co- 16 ■ MC GIUGNO 2007 ■ ■■ ■■ ■■ ■ me lo squisito pizatl, una sorta di pollo cotto al vapore, immerso nel– la polenta e racchiuso in una foglia di pannocchia o di banana. Erano funzionanti anche i locali in cui scorrevano fiumi di mezcal, lafamo– sa bevanda alcolica messicana, quella del guisanito, il vermicello messo a riposare sul fondo della bottiglia per dare più saporealla storica bevanda. Per tutto questo tempo, centinaia di persone, come Adriana e la sua fa– miglia, hanno abbandonato le pro– prie case e sonoandate a dormire in piazza. Soprattutto donne,mentre i mariti (più del 90%dei maestri è di sesso maschile} discutevano in acce– se riunioni sui passi successivi da compiere. «C'èqualcuno che vorrebbe pas– sare a un'azione più diretta - raccon– ta José, insegnante elementare pa– dre di quattro bambini -.Meno male che poi si convince acontinuare la protesta in forma nonviolenta».Per far capire alla gente le loro intenzio– ni, decise ma contrarie all'uso della violenza,José e gli altri maestri han– no tappezzato la città di gigantogra– fie di Gandhi, il padredella nonvio– lenza. Anche i comuni dellazona, imitan– do in piccolo Oaxaca, hannoorganiz– zato forme di resistenza popolare, sospendendo leattività,scendendo in piazza con i gonfaloni,offrendo appoggio emezzi alla campagna informativadella Appo.«Ci diamo da fare perfar conoscereatutti la situa– zione - diceMarcela,giovaneattivi– sta -.Inmolte piazze abbiamo allesti– to punti di informazione che,con vi– deo e assemblee,spieganoquello che sta accadendo». I I luogo più suggestivo è la piazza di San Francisco,dove sorge la chiesa più bella e meglio conser– vata della città:qui,subito fuori l'im- ponentestruttura dei francescani e all'iniziodi una delle vie dove si ven– de artigianato e il famoso cioccolato locale,si è installato il Campamento porla dignidad y contra la represion en Oaxaca (Accampamento per la dignità e contro la repressione a Oaxaca}.Marcela parla a decinedi cittadini e ai pochi viaggiatori che entrano in città, raccontando la vita disperata di migliaia di maestri e delle loro famiglie.«Riceviamo ap– poggioe solidarietà da tutto il Mes– sico edall'estero - dice-:è una gros– sa spinta ad andare avanti». Ecome hanno reagito i religiosi al- 1' occupazione simbolica della piaz– za? «Sostenendoci anche loro - rive– la con un sorriso Marcela -.Qui la chiesa è vicina alla gente, nevive problemi e sfide,cercando di offrire il massimoappoggio». Proprio cosl. Dai pulpiti delle deci– ne di chiesedi Oaxaca i sacerdoti in– vitano la gente atener duro,senza cedere alla tentazione dello scontro diretto.Una mensa popolare è stata aperta proprio nei locali attigui alla cattedrale, nella piazza principale. La chiesa stessa rimane aperta giornoe notte per le preghiere dei fedeli,qui come in tutto il Messicomolto devo– ti. «Non possiamo non sentire l'ansia della gente in questo momento»di– ce padre Andres, cappellano della cattedrale. In effetti,a fine ottobre latensione èalle stelle.Giravano voci di un avvi– cinamentodi soldati dell'esercito al– la città, in arrivo dalla capitale.Si era in a/erta roja,allarme rosso. Ma senza farlo t roppo vedere. «Da fuori, Oaxa– ca sembra una città in preda alla guerriglia» dice Sandra, che gestisce una pensione nel centro città,apo– chi passi dalloz6ca/o.«La realtà,inve– ce, mostra una città tranquilla,trop– po tranquilla;chissà quando tutto si sistemerà e comeandrà afinire» continua la donna preoccupata. I timori di Sandra sono risultati profetici: il 28 ottobre,a 160 gior– ni dall'inizio del conflitto, la poli– zia di Uro ha fatto sgombrarecon la forza la piazza principale; nella setti- La famiglia di Adriana.

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