Missioni Consolata - Maggio 2007
I n igiene industriale vengono con– siderate «fibre»tutte le particelle allungate,di tipo aghiforme, con un rapporto lunghezza/diametro al– meno pari a 3:1, un diametro uguale o inferiorea3µ e una lunghezza uguale o superiore aSµ (micron; cfr. MC, febbraio 2007,Glossario). Per avere un'azione patogena le fibre devono essere respirabili, cioè de– vono essere in grado di giungere fino al comparto polmonare più profondo,quello alveolare.Solo le fi– bre con diametro inferiore a3µ e con lunghezza non superiore a 200µ possono essere respirate. Questi requisiti sono posseduti dallefibre d'amianto, un materiale ampiamente usato in svariate produ– zioni industriali, proprio grazie alla sua struttura fibrosa. Infatti tale strut– t ura si rivela indispensabile per certi tipi di lavorazioni.Ad esempio, nell'in– dustria tessile non si potrebbe fare a meno di materiali in grado di essere filati,cosl come nell'industria dei ma– teriali compositi, cioè quei prodotti in cui unacomponente solida particel- • lareviene inglobata in una matrice amorfa resinosa, o di altra natura, per formare un complesso resistente.In particolare, in questo secondo tipo d'industria, i materiali fibrosi sono usati specialmenteperché possie– dono una superficie maggiorea pa– rità di volume,rispetto alleparticelle rotondeggianti,quindi offrono una maggiore possibilità d'interazione chimica e un contatto fisico più am– pio con i componenti dellamatrice. Per questo motivo l'amianto,for– mato da fibre dotate di elevata resi– stenza allat ensione,grande flessibi– lità,grande resistenza al calore e agli acidi, è stato ampiamente utilizzato nelle più diverse produzioni indu– striali,finché non è stato messo al bando in molte nazioni tra cui l'Italia, una volta provata la sua canceroge– nicità. L'amianto nellastoria L'utilizzo dell'amianto inizia in epo– che lontane. Per via della sua proprietà di poter essere filato e di resistere al fuoco,ve– niva utilizzato,ad esempio, per pro– durre tovaglie che venivano ripulite sullafiamma,stoppini per le lampade e lenzuolaper cremare i cadaveri. Plinio ilVecchio lo chiamava «lino vivo», con riferimento allafacilità con cui poteva essere tessuto. Grazie alla sua resistenza al fuoco, nel Medioevo fu associato con la sa– lamandra e con questo nome Marco Polo, ne IlMilione, definl un minerale che veniva filato per fare delle stoffe, che non bruciavano se gettate nel fuoco. Il nome commerciale salamandra venne dato ai primi materassi per termocoibentazione in amianto pro– dotti industrialmente. La rivoluzione industriale iniziata con l'invenzione del telaio mecca– nico e, nella secondametà del xix se– colo,con l'utilizzo diffusodella mac– china a vapore edei processi di fu– sione dei metalli,determinò un forte aumento dell'impiego dell'amianto al fine di non disperdere il caloredei forni,delle caldaieedei tubi per la di– stribuzione del vapore. La produzione di amianto arrivò a superare i 5 milioni di tonnellateal– l'anno. Sempre per via delle sue proprietà isolanti, l'amianto è stato utilizzato in Europa per produrre manufatti per l'edilizia come canne fumarie, tubi dell'acqua,tetti (ondulati di ce– mento-amianto), intercapedini (car– tongesso), pavimenti (linoleum). L'amianto è stato anche utilizzato, mescolato a caldo con il catrame, per impermeabilizzare i tetti piani. Molto pericolosa è stata l'applica– zionea spruzzo,al fine di ottenere uno strato isolante per pareti e sof– fitti. L'amianto in polvere veniva sof– fiato con l'aria compressa insieme a una colla liquida (tipoVinavil). Inutile dire che la lavorazione sviluppava nubi di polvere,ma va anchedetto che lo strato isolante cosl ottenuto non era compatto e, dove è stato ap– plicato, può rilasciare ancora oggi grandi quantità di fibre di amianto nell'ambiente. Sempre al fine di proteggeredal calore e insonorizzare,è stato fatto un largo uso di amianto anche nei mezzi di trasporto: lo troviamo nelle locomotive e nei vagoni dei treni, nelle intercapedini delle navi, nei ri– pari dei motori, nei freni e nelle fri– zioni degli autoveicoli. L~ ( OPI.RJllR~ IN «E Il RNll, QUANDO SONO PERICOLOSE? N on esiste una normativa che obblighi alla rimozione delle coperture in fibrocemento in buon stato di c:onservuione, ma U passare del tempo determina un progressivo deterioramento del tetti con U rilascio nell'un• blente di fibre: in questi casi, quando i danni del materiale sono evldentl, la legge prevede la bonifica e la aostltuzlone delle co– perture con altre aenza amianto. E l'esposizione agli agenti atmo– sferici che determina U prog1es– slvo clegraclo delle coperture per azione delle piogge acide, degli sbalzi termlcl, dell'erosione eo– lica e di microrganismi vegetali (muffe, Uchenl). Per i motivi elencati, dopo anni daO'lnstallazione, si possono de– terminare alterazioni corrosive superflciaU con affioramento e ri– lascio delle fibre. I principali lndlcatori utill per va– lutare lo stato di degrado delle coperture in cemento-amianto e conseguentemente l'aumento di rischio di rilasdo di fibre, sono: la friabilità del materiale, lo stato della superflde con affioramenti di fibre e la formazione di muffe, la presenza di sfaldamenti, di crepe, di rotture e di materiale friabile o polverulento In corri– spondenza di scoli d'acqua e grondale. O segno più Importante che di– mostra la pericolosità del tetto è la presenza di materiale fibroso conglobato in piccole stalattiti in corrispondenza del punti di goc– ciolamento. In questi casi la dispersione di fi– bre è evidente e la bonlftca è do- verosa. Per quanto riguarda il settore fer– roviario,basti pensare,ad esempio, che in una carrozza ferroviaria pas– seggeri potevano esserecollocate anche2 tonnellate di materiale coi– bente. Proprio nel settoredei trasporti si concentra ben il 25% delle neoplasie da asbesto complessivamente in– dennizzate dall'lnail dal 2001 al 2005. Ben sapendo che possono passare MC MAGGIO 2007 ■ 55
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