Missioni Consolata - Maggio 2007

ISRAELE ■■ ■■■ ■■ - ■ ---------------------------------------------------------------------------------------------------------- Centro per la ricerca nucleare di Didona nel Negev. Mappa con la localizzazione del centro nucleare nel Negev. zione militare contro l'Iran per «bloc– carne il programma militare»:«L'lran accetterà una soluzione di compro– messo sulla questione nucleare solo se avrà motivo di aver paura». Quellebombe nucleari in attesa... 117 gennaio,il quotidiano inglese SundayTimes pubblicava un articolo dal titolo«Rivelazione:Israele pianifi– ca un attacco nuclearecontro l'Iran»: «Due squadriglie aeree israeliane si stannoaddestrando per far saltare un'installazione iraniana usando bombe a testata nucleare. (...) L'attac– co sarebbe il primo con armi nucleari dal 1945,quando gli Stati Uniti han– no lanciato bombe atomiche su Hi– roshima e Nagasaki. Le bombe israe– liane avrebbero ognuna una forza e– quivalente a 1/ 15 della bomba di Hiroshima.Bombe convenzionali con laser apriranno dei tunnel dentro gli obiettivi. "Mini-bombe nucleari" ver– rebbero immediatamente sparate DUE TESI CHE FANNO DISCUTERE D ue libri diversi stanno facendo discutere e riempi– re le pagine cuJturali e politiche di riviste e quoti– diani italiani: l'uno, Israele siamo noi (Edizioni Rizzoli), scritto dalla pasdaran del conflitto israelo-palestinese, Fiamma Nierenstein; l'altro, Obiettivo Iran (Fazi), del- 1' ex capodelle ispezioniOnu per gli annamenti nucleari. Il libro della Nierensteincritica duramente il pacifismo ebraico e sostiene l'inesistenza dell'apartheid israeliano attuato contro la popolazione palestinese. Check-point, barriere elettroniche sofisticatissime, muro di separa– zione, omicidi mirati di militanti e leader delle brigate della resistenza palestinese, occupazione, botte, tortu– re, prigioni stracolme di palestinesi, proposta dei parti– ti religiosi di destra israeliani di «espellere gli arabi i– sraeliani» dal paese, pulizia etnica, ecc. sono tutte in– venzioni della propaganda antisemita. Fandonie, insomma, propinate da gente in malafede; propaganda che arriva anche dagli stessi israeliani pacifisti e da mo– vimenti ebraici occidentali; una congiura contro Israele, l'unica «<democrazia-laboratorio del Medio Oriente». La tesi della Nlerenstein è questa: «Israele è un model– lo positivo di convivenza civile, proprio perché è fonda– to su un'ideologia- il sionismo- che propone unmodo di vita lmleme laicoe caricodi valori, attento ai bisogni del– la collettività e alla libertà degli individui, fondato sulla pace e sul progresso, alieno per sua natura dalla violen– za». Israele e tutti i suoi abitanti, sia ebrei sia arabi, sa– rebbero dunque «direttamente rninacdati di estinzioneda parte del terrorismo suicida» e, in particolare, dall'Iran di Ahmadinejad, Hizbollah libanesi e Hamas palestinese. In sintesi, quindi, Israele siamo noi, perché «la mi– naccia che lo sovrasta incombe su tutta la nostra civiltà occidentale, attaccata dall'estremismo islamico,,. Si trat– ta, in fondo, della tesi ormai imperante dello scontro tra civiltà, tra Oriente e Occidente. O biettivo Iran, di Scott Ritter, spiega perché Wa– shington mira a far crollare il regime di Mahmoud Ahrnadlnejad, anche a costo di «forzare la mano» al– l'Europa. L'autore «prospetta un'ipotesi in contro– tendenza rispetto al mainstream dell'informazione: basandosi su un'attenta ricostruzione delle indagini con– dotte dallaAlea (Agenzia internazionale per l'energia a– tomica) in Iran, dimostra che lo spettro del nucleare pa– ventato dagli americani è stato ingigantito ad arte per giustificare un nuovo intervento in Medioriente. E che il programma di arricchimento dell'uranio è stato po– tenziato soprattutto a scopo energetico, non bellico. Alla luce di questi elementi, la posizione dell'Ameri– ca appare sempre più strumentale: un altro tassello si aggiunge così al complesso quadro della strategia mi– stificatoria del governo Bush, già utilizzata per convin– cere l'opinione pubblica della necessità della guerra in Iraq. La Casa Bianca non è l'unica ad avere degli inte– ressi in un nuovo disastroso conflitto: dopo le provoca– zioni di Ahrnadlnejad, Israele considera l'Iran li suo ne– mico pubblico n. 1 e teme un attacco missilistico. Ma in gioco ci sono pure gli accordi commerciali fra Iran e Cina per le risorse energetiche e gli investimenti della Russia». --------------------------------------------------------------------------------------------- 46 ■ MC MAGGIO 2007

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