Missioni Consolata - Maggio 2007
I DOSSIER Cocopa: oltre la sigla L'unione fa la forza F ino a qualche anno fa le attività internazionali degli enti locali italiani erano limitate ad alcune azioni di collaborazione all'interno dei gemellaggi istituzio– nali, oppure a donazioni di denaro in seguito ad emer– genze (terremoti, inondazioni, ecc.),accoglienza e ospita– lità (profughi da zone di guerra, bambini di Cernobyl). Spesso i comuni hanno finanziato progetti di coopera– zione allo sviluppo realizzati da Ong o associazioni di vo– lontariato internazionale, ma il loro ruolo era sostanzial– mentedi finanziatori senza altra forma di coinvolgimento all'interno dei progetti. Verso la metà degli anni '90, gli enti locali hanno ini– ziato a definire meglio il loro ruolo all'interno della coo– perazione allo sviluppo. Ciò è stato determinato da al– cuni fattori. I processi di internazionalizzazione e globalizzazione hanno awicinato molti dei cittadini dei nostri comuni ai drammatici squilibri Nord - Sud e hanno fatto crescere la consapevolezza delle collettività locali, di essere sempre più parte di un sistema interdipendente. Si è capito che ciò che capita a migliaia di chilometri ha effetti in diverse parti del mondo (guerre, violazione dei diritti dei lavora– tori in Cina, crack finanziari, atti di terrorismo,fenomeni di immigrazione, emergenze ambientali e climatiche, ecc.). Oggi molti awertono la necessità di aprirsi al mondo, di coinvolgersi nella riflessione sui modelli di sviluppo, di agire per l'attenuazione degli squilibri e di cercare di dare risposte globali a problemi ormai diventati planetari. Alcuni insuccessi della cooperazione governativa hanno lasciato nuovi spazi alle amministrazioni locali. Cresce la convinzione che gli eletti (sindaci, consiglieri, ecc.) del Nord e del Sud rappresentino il livello istituzio– nale più vicino alla popolazione e che conoscano concre– tamente le problematiche dei cittadini, ma anche le ri– sorse che possono essere messe in gioco. Possono dun– que collaborare più efficacemente «dal basso», in modo molto concretoe trasparente. DIECI ANNI PERLA PACE Nel 1996è nato in provincia diTorino il Coordinamento comuni per la pace (Cocopa) con l'obiettivo di promuo– vere un'autentica e diffusa cultura di pace attraverso la realizzazione di progetti concreti e coordinando l'impe– gno dei singoli enti in iniziative comuni.Oggi aderiscono al Coordinamento 35 comuni e la provincia di Torino in rappresentanza di circa il 70% della popolazione provin– ciale. li Cocopa ha individuato come uno dei propri ambiti di intervento, la promozione di progetti consortili di coope– razione decentrata in partenariato con comuni del Sud del mondo e le numerose espressioni della società civile attive sul proprio territorio. Sulla base di queste riflessioni il Coordinamento ha svi– luppato una propria metodologia di lavoro, perfezionata grazie ad un percorso di auto formazione nell'ambito de– gli «Stati generali della cooperazione» della Regione Piemonte (un percorso triennale di confronto tra enti lo– cali,con la collaborazione di Ong e missionari sulle meto- dologie e buone pratiche della cooperazione decen– trata). Ne è nato un modello di cooperazione decentrata, o «comunitaria» che non si pone come unico obiettivo la realizzazione di infrastrutture o iniziative di solidarietà, ma in cui sono fondamentali i processi di partecipazione, coinvolgimento e sensibilizzazionedei cittadini. Una cooperazione in cui si pone al centro il rapporto con le municipalità di Africa e America Latina, spesso fra– gili e di recente costituzione, cui si riconosce innanzitutto pari dignità econ cui ci si confronta su modelli di sviluppo, sulle modalità di erogazione dei servizi essenziali ai citta– dini (anagrafe, educazione, gestione dell'acqua, dei rifiuti, ecc.).Si tratta di lavorare per dare sostanza ai piani di svi– luppo elaborati dai partner, adoperandosi affinché contri– buiscano a tutelare i diritti fondamentali delle personee si caratterizzino per una modalità di progettazione e ge– stione il più possibile partecipata con la cittadinanza. SCAMBIANDO SI SVILUPPA È un'idea di una cooperazione che prevede uno scam– bio tra comunità, in cui i territori e i diversi attori si atti– vano e si incontrano (amministratori, funzionari, istitu– zioni scolastiche, associazioni...), in cui il coinvolgimento attivo della struttura comunale diventa risorsa e opportu– nità per riflettere su questi temi, superare pregiudizi, ac– crescere il coinvolgimento. li ruolo dell'ente locale è dun– que non solo quello di essere portatore di competenze specifiche utili ai partner, ma di rappresentare un territo– rio e di mettere in relazione attori diversi. I progetti sono un'occasione di apertura delle nostre città al mondo, a realtà in passato lontane ora rese più vi– cine, tangibili. Un modo di conoscere direttamente altre città, di rivedere stereotipi e anche, in maniera critica, le informazioni che ci provengono dai media, costruire dav– vero una cultura di pace che si fondi sulla relazione di– retta tra i popoli, sul mutuo riconoscimento tra comunità, sulla solidarietà. I comuni hanno scelto di lavorare insieme,dando vita a progetti consortili in cui siano valorizzate le scarse risorse disponibili. Le azioni coinvolgono soggetti diversi awa– lendosi della collaborazione di Ong, università, sindacati, associazioni, mondo missionario. Le Ong, ad esempio, spesso mettonoa disposizione il loro personale nei paesi di intervento per il monitoraggio delleattività e per facili– tare l'incontro tra gli attori del Sud e del Nord. Al momento la legislazione italiana in materia di coo– perazione decentrata è assai carente. A differenza di altri paesi europei, manca un riconoscimento formale del ruolo degli enti locali nella cooperazione italiana. Senza il quale i fondi ad essa dedicati e l'impegno dei comuni re– steranno marginali rispetto agli altri compiti istituzionali. Un altro rischio è che, in seguito alla continua contra– zionedelle risorse di cui dispongono,i comuni riducano il loro coinvolgimento attivo, limitando il proprio impegno a finanziare progetti, senza apportare alcun valore ag– giunto. Di EdoardoDaneo --------------------------------------------------------------------- 42 ■ MC MAGGIO 2007
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