Missioni Consolata - Maggio 2007
condo il ministero Affari esteri (Mae) italiano gli aiuti degli enti italiani sono ammontati a 27,3 milioni di euro (un dato che se– condo il Cespi e l'Osservatorio Interregionale per la Cooperazio– ne allo Sviluppo è sicuramente sottostimato). All'aumento delle risorse è cor– risposto un sostanziale amplia– mento delle amministrazioni coinvolte. Oramai tutte le re– gioni, oltre la metà delle 107 province (che mobilitano circa 2 milioni di euro di risorse proprie) e centinaia di comuni risultano attivi in una miriade di iniziative, li professor Giorgio Pidello, del Liceo Morie Curie, si intrattiene con gli studenti del liceo di Gourcy, con il quale è stato attivato uno scambio. la maggior parte delle quali pic– cole e puntuali. Vi sono inoltre dei casi di alcune autonomie lo– cali che hanno fatto crescere un embrione, più o meno formaliz– zato, di sistema di soggetti ri– volto alla cooperazione decen– trata, che si intreccia all'interna– zionalizzazione e al marketing del territorio (politiche per at– trarre investimenti esteri), così come ad un nuovo ruolo delle ■ MISSIONI - ~ .. - . . - ·- - amministrazioni locali in materia di relazioni internazionali (para– diplomazia, svolta cioè dalle au– tonomie locali e non dal governo centrale e diplomazia dal basso). MANCA IL -SISTEMA ITALIA» Tutto ciò però non costruisce il «sistema Italia» ma si articola in una relativa dispersione di azioni, in alcuni, pochi, sub-si– stemi regionali, in una serie di reti, associazioni e coordina– menti a geometria variabile, e in alcune autonomie leader con una buona visibilità. Questo nono– stante che la cooperazione ita– liana abbia sostenuto prima con i programmi di sviluppo umano lo– cale di Pnud, e poi con pro– grammi diretti in convenzione con le regioni, Upi (Unione delle province italiane) e Anci (Associazione nazionale dei co– muni italiani), iniziative volte a informare, formare e coordinare i diversi attori in iniziative di coo– perazione allo sviluppo. Molto re– sta ancora da fare nel creare una strategia della cooperazione de– centrata, che continuerà peraltro ad essere in parte ingovernabile o non ordinabile secondo un ap– proccio centralistico, essendo co– stitutivamente fondata sui prin– cipi di autonomia e pluralità. • _____________________________________________________________________ MC MAGGIO 2007 ■ 41
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