Missioni Consolata - Maggio 2007

li servizio anagrafico della città di Ouahigouya. Sarà il prossimo impegno progettuale del Cocopa, con un appoggio della Regione Piemonte. italiana si collega a quella del Programma per lo sviluppo delle Nazioni Unite (Pnud) e dalla Commissione europea, che in– dica nella decentrata una nuova modalità di politica di coopera– zione allo syiluppo focalizzata sugli attori. E espressione di un nuovo modo di concepire lo svi– luppo equo e sostenlblle tra i popoli, fondato sulla partecipa– zione, la promozione dei diritti umani e delle libertà fondamen– tali, il rafforzamento delle capa– cità e dei poteri degli attori de– centrati, in particolare dei gruppi svantaggiati. l'obiettivo di que– sta cooperazione è quello di fa– vorire uno sviluppo migliore per– ché considera in misura mag– giore (rispetto alle tradizionali politiche tra stati) i bisogni e le priorità delle popolazioni nei loro luoghi concreti di vita. Importante è quindi il sostegno alle politiche di decentramento amministrativo nei paesi partner e il ruolo dei poteri locali, delle comunità e delle organizzazioni della società civile. Un altro concetto di grande ri– levanza che differenzia la coope– razione decentrata rispetto a quella tradizionale è l'adozione «dell'approccio per processo». Non si tratta di «fare progetti» ma di partecipare e sostenere processi di sviluppo locale, di decentramento, di empower- ment (vedi glossario, ndr). Le azioni puntuali vanno pensate in sequenze flessibili a seconda dei ritmi degli attori secondo un ap– proccio strategico di medio pe– riodo, fondato sull'ascolto, sul dialogo e su un confronto conti– nuo. Diventa quindi essenziale la dimensione politica e la costru– zione di istituzioni di partena– riato nelle quali condividere i modelli di sviluppo, obiettivi, strumenti e ruoli dei diversi sog– getti territoriali. QUALE VALORE AGGIUNTO Sulla base di queste considera– zioni è essenziale ricordare i «quattro valori aggiunti» della cooperazione decentrata. 1. L'assunzione dell'impegno politico delle autonomie locali verso i fini della cooperazione allo sviluppo (ad esempio gli obiettivi del millennio). 2. La concretizzazione di questo im– pegno con la sensibilizzazione e mobilitazione di competenze, capacità e risorse del territorio nelle relazioni internazionali, at– traverso la creazione di sistemi territoriali per la cooperazione allo sviluppo (partenariati terri– toriali). 3. L'impegno diretto delle amministrazioni su temati– che di loro competenza e rela– tive al sostegno al processo di democratizzazione, decentra– mento, sviluppo locale. 4. La mobilitazione di risorse finanzia– rie aggiuntive sia da parte delle amministrazioni sia da parte del territorio (partnership pubblico– privata). MISSIONI . - -r--- ------- La cooperazione decentrata as– sume dunque principi, modalità e valori aggiunti particolarmente innovativi e ambiziosi, che risul– tano molto impegnativi, soprat– tutto per degli attori, gli enti lo– cali, che hanno iniziato da pochi anni a misurarsi con le proble– matiche della cooperazione allo sviluppo. In effetti è bene sotto– Iineare che nel panorama ita– liano la concretizzazione dei «valori aggiunti» è ancora da ve– nire per la maggior parte delle amministrazioni. La coopera– zione decentrata nella gran parte dei casi rappresenta un'at– tività marginale e incipiente. Sono poche le regioni, province e comuni che cercano di inte– grarla nei piani di sviluppo del proprio territorio. Le risorse fi– nanziarie e soprattutto umane sono ancora scarse. La coopera– zione decentrata è vissuta più come un'appendice dell'ammini– strazione vincolata ai soggetti tradizionali (organizzazioni non governative, istituti missionari) e nuovi (associazioni no global, ambientalistiche e per i diritti umani, ma anche agenzie di svi– luppo locale) impegnati nei rap– porti Nord - Sud. RISORSE IN AUMENTO Ciò nonostante si è registrata in questi ultimi tempi una forte cre– scita delle risorse, più che rad– doppiate in cinque anni. Il Centro Studi Politiche Interna– zionali (Cespi) ha stimato che dal 2000 al 2005 i finanziamenti propri delle amministrazioni lo– cali per la cooperazione decen– trata sono aumentati da 20 a ol– tre 50 milioni di euro, corrispon– denti ad oltre il 10% della coope– razione bilaterale italiana (senza tener conto dell'annullamento del debito). Queste risorse ri– mangono tuttavia ancora scarse, soprattutto se si confrontano con il caso spagnolo. Secondo le statistiche del Development Aid Commettee (Dac) dell'Ocse (Or– ganizzazione per la coopera– zione e lo sviluppo economico) le autonomie locali della Spagna hanno stanziato 321 milioni di euro nel 2003, superate solo da quelle tedesche (687 milioni di euro), che però si sono dirette per ben il 90% alla distribuzione di borse di studio. Mentre se- ------------------------------------~-~------------------------------- MC MAGGIO 2007 ■ 39

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