Missioni Consolata - Maggio 2007

/\I LETTOQI <<NOTIZIE, NON GOSSIP>> S e la Rai ha aperto una sede in Africa, molto losi deve alla mobilitazionedel mondomissionario». ( ( Parola di EnzoNucci, corrispondente Rai da Nairobi. Attivo da alcuni mesi, il suo ufficio, intitola- to a Ilaria Alpi eMilan Hrovatin uccisi in Somalia nel 1994, verrà ufficialmente inauguratodi qui aqualche settimana. Riportiamo la notizia con una certa soddisfazione. I lettori infatti ricorderanno l'ini– ziativa ccNotizie, non gossip», che le riviste missionarie, riunite nella Fesmi, lanciarono all'inizio del 2006, chiedendo un saltodi qualità nell'informazione televisiva, in modo particolare di quella offerta dal servi– zio pubblico, i cui costi sono pagati anche dal canone dei cittadini. Molti firmarono il nostro appello e ci scrisseromessaggi di incoraggiamento. !.'.appellodella Fesmi egli incontri di alcuni direttori delletestate missionariecon i vertici Rai (primaMeoc– ci, poi Cappon) un risultato significativo l'hanno dunque sortito.Adimostrazione che un impegno corale del mondo missionario e un sano lavoro di lobby e «pressing» sono preziosi. Ma, vinto il primo round, c'è ora da continuare la partita. La soddisfazione per un traguardo raggiunto non deve abbassare il livello di guardia. !.'.informazione - l'abbiamo detto e lo ripetiamo-è la prima forma di solidarietà. Perciò riteniamo che ora si debba insistere per alzare ulteriormente, nel pubblico italiano, il tasso di consapevolezza delle questioni internazionali e, specificamente, il grado di conoscenza della realtà del Sud del mondo. A poco servirebbe una sede in Kenya (così come le altre aperte di recente in India eTurchia) se poi l'ap– proccio alle notizie e il taglio dei servizi rimanesse quello oggi predominante, tendenzialmente sbilan– ciato sui fatti negativi eclamorosi (guerre, eventi disastrosi...) epococapace di cogliere i cambiamenti po– sitivi, le novità all'orizzonte, il vissuto della gente. I nvirtù dell'apertura di nuove «finestresul mondo», ci sentiamodi chiedere alla Rai un giornalismo che sappia far parlare le persone, che metta in luce il positivo di un continente, l~frica, che èmolto diver– sa da quel ricettacolo di mali e problemi che spesso viene dipinto. Crediamo che un diverso racconto dell'Africa potrebbe contribuire ad abbattere troppi stereotipi e immagini stantie che ancora si registra– no sugli immigrati africani (e non solo). Potrebbe inoltre sortire influssi sorprendentemente positivi sugli africani di casa ormai in Italia, che si sentirebbero finalmente visti in una luce più veritiera. In questo senso, diamo il benvenuto all'iniziativa «Dimmi di più» che Medici senza Frontiere ha lanciato di recente per far sì che su crisi internazionali e guerre l'informazione non si limiti a resoconti episodici e frammentari. Anostrogiudizio, occorre andare ben oltre: c'è tutto un mondo-donne e uomini che voglio– no essere protagonisti del loro domani, una società civile in crescita, culture e tradizioni ricchissime - che merita d'essere raccontato. Scriveva MissioneOggi in una lettera aperta aEnzoNucci qualchemese fa: «Con teelaRaia Nairobi l'Africa si fa più vicina: vogliamocrederechesarai capacedi raccontarci non sologli even– ti di rilievo, ma anche un nuovo stile di vita, fatto di aggregazione sociale euna gran voglia di futuro». Insomma: diteci di più sulle guerre, ma diteci anche qualcosa che non siano solo le guerre. Soprattutto ditecelo non a notte inoltrata, in spazi che assomigliano aoasi nel deserto dei palinsesti affollati di Gran– di Fratelli edi Vallettopoli. Apoco servirebbe una nuova sede Rai se non si traducesse in una piccola-gran– de occasione per osare un nuovo stile, cambiare mentalità. In una parola: per fare cultura. È troppochiedere che la direzione genera_le della Rai mantenga la sua promessa di un monitoraggio sui Tg e la loro attenzione al .sud del mondo? Etroppo ipotizzare che in un futuro non lontano i Tg ospitino spazi fissi di approfondimento su temi equestioni internazionali, come oggi fanno per motori o enoga– stronomia? Come cittadini - prima che come rappresentanti di donne e uomini impegnati in nome del Vangelo nei diversi continenti a servizio delle personedi qualsiasi etnia e religione - siamoconvinteeconvinti che una Rai più attenta aquanto si muove nel Sud del mondo faccia il bene dei suoi utenti e, di riflesso, contribui– sca a renderli un po' di più, giorno per giorno, «cittadini del mondo». FEDERAZIONE STAMPA MISSIONARIA ITALIANA (fESMI) MC MAGGIO 2007 ■ 3

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