Missioni Consolata - Maggio 2007

MISSIONI CONSOLATA Sopra, tipica casa-fortezza, denominata «Tata», dimora deisomba, presso Boukoumbè. Adestra, villaggio di palafitte nella zona lagunare di Porto Novo. vità economica, praticata in gruppo, da uomini e donne insieme,con reti e lunghi bastoni acuminati,con i quali i pescatori battono i fondali per catturare il pesce. Purtroppo la miopia umana ha raggiunto anchequesto angolo di paradiso: per favorire la navigazio– ne, vengono ampliati i canali lagu– nari, distruggendo in massa le for– mazioni a mangrovia presenti nella laguna. Il disboscamento selvaggio ne sta compromettendo gravemen– te gli ecosistemi, con conseguenze negative sulla produttività delle ac– que,mettendo in pericolo la pesca e la soprawivenza delle stesse popo– lazioni. Essendo nel periododella stagio– ne secca, il villaggio si trova sopra il , livello delle acque e possiamo visi- : tarlo a piedi.Appena approdiamo al piccolo declivio sabbioso,siamo ac– colti da sorrisi radiosi,che ricambia– mo con altrettanti sorrisi cordiali e gesti delle mani.Ormai ci siamo cosl piacevolmenteabituati a tali ester– nazioni di affetto che il solo pensie– rodi doverci rinunciare, una volta a casa,ci incupisce un poco. Le abitazioni sono tutte in legno; unichecostruzioni in cemento sono la chiesa, la scuola e la casa di un'e– minente personalità locale. Il giova- ■■ ■■ ■■ ■ ne della piroga vuole presentarcelo e,quando il dignitario si affaccia alla porta,possiamo intrawedere un'a– giatezza del tutto estranea al conte– sto circostante. Poi visitiamo un'abitazione pala– fitticola.Ci accoglie una signora,che probabilmente si aspettava la nostra visita: ci mostra la casa,tutta ben or– dinata e,prima di congedarci, ci of– fre una bibita fresca. Nel frattempo arriva l'ora di uscita da scuola. Una frotta di ragazzini in uniformemarrone chiaro ci viene in– contro, salutandoci con il solito ap– pellativo:« Yo-vo,yo-vo», il rituale «bon-jour» e un grazioso e lieve pie– gamentodelle ginocchia.Alcuni si li- mitano a osservarci,pochi altri ci chiedono soldi, la maggior parte vorrebbe un cadeau:un piccolo re– galo,come una semplice penna.Ro– vistiamo nei nostri zaini e riusciamo a trovarne solo due. Le diamo ca– sualmentea chi prima le prende. Ma subito scorgiamo,un po'in di– sparte, una bambina dal viso dol– cissimo, occhi espressivi,capelli ac– conciati in lunghe treccine assai cu– rate e un quaderno stretto forte al petto. Proviamo a scambiare con lei qualche parola, ma rimane muta per la timidezza.Rovistando nel fondo degli zaini, troviamo una ter– za penna e gliela porgiamo. La bim– ba prende la penna, la osserva con occhi estasiati e la stringe tra le ma– ni come se fosse un piccolo tesoro (forse lo è veramente); poi, senza proferire parola,si scosta legger– mente da noi. Si è fatto tardi. Risaliamo sulla pi– roga per andarea Porto-Novo.Men– tre ci allontaniamo dal villaggio, ci sentiamoaddosso la luce di quegli occhi innocenti e felici: una sensa– zione di gioia e serenità che ci rende più ricchi umanamente. ■ • NICOLA MESSINA, laurealoinScienze noturali all'Univer– sttà di Pisa è attualmente impegnato in un progetto IN– TERREG,sutematicheambientali, pressol'Istitutodi Bio– fisica del C.N.R. di P"ISO. Roemo ScoRZONI, loureoto in Scienzestotistiche eScien– zepolitichepresso<LoSapienza, di Roma, hofatto par– le di un gruppo di ricerco di storia locale umbra; da 20 anni lavoro in campo informotico. MC MAGGIO 2007 ■ 21

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