Missioni Consolata - Maggio 2007
MISSIONI CONSOLATA poco interessati,cercano i nostri oc– chi. Si capisceall'istante che non si è in un posto ostile; anzi,la gente ci tiene a farci sapereche siamo i ben– venuti e ce lo fa capire con una pro– fusione di saluti rituali: <<Bonnear– rivée», o «bon-jour, ça va?». I numerosi mercati che animano la città danno un'idea della com– plessità del sistema socio-economi– co beninese.11 Marché deDantokpa ne è un esempio. È immenso e ci si trova dawero di tutto:dai cambia– valute,con i loro banchetti di legno coperti da mucchi di polverose ban– conote,alle venditrici di frattaglie a– nimali, su cui lemosche pascolano liberamente;dai banchi del pane e ortaggi vari,a quelli dellemedicine, molto spesso scadute oppure in procinto di diventarlo.Al mercato si trovano medicinalì di ogni specie: dalla penicillina alle terapie antima– lariche.Nonmancano le bancherelle con i feticci vodù. Inoltrandoci nei meandri del mer– cato, ci lasciamo incantaredall'at– teggiamento della gente.Qualcuno si awicina,allungando una mano per conoscerci;qualche altro si limi– ta a scrutarci con unosguardo fram– misto di sospettoe curiosità; i più ci lanciano un saluto e un gran sorriso dalle loro postazioni di lavoro.In ge– nerale il clima è molto cordiale;toc– care con mano tanta umanità riscal– da il cuore.Solo qua e là si scorge qualche volto diffidente, nelledon– nemolto più che negli uomini. Gli «attori» principali dei mercati beninesi sono le donne e,anche se in misura minore, i bambini.In molti casi le donne sono l'unico sostegno della famiglia, le uniche a produrre un reddito: non solo si dedicanoal commercio,ma anche alle fasi di produzione e trasformazione dei beni.Ementre esse passano le gior– nate a vendere i loro prodotti sotto il sole cocente,gli uomini se la spassa– no all'ombra delle bouvette.Owia– mente non accade dappertutto,ma il fenomeno è molto esteso, special– mente in alcune zone interne del paese a prevalenza musulmana. Anche il lavoro minorile è ancora molto diffuso.Si vedono bambini impegnati ai banchi di vendita del mercatoo che trasportano pesanti Cotonou: boulevard centrale emercato di Dantokpa. ■■ ■■ ■■■ travi di legno.Ancor più triste appa– rirà la loro situazione fuori della città:tanti minorenni sono usati per spaccare pietre o fare mattoni di fango. L'impatto con la complessa realtà della capitale è un banco di prova e scuola per il resto del viaggio.Qui sperimentiamo i primi zemidjan, im– pariamo ad adattarci alle umili siste– mazioni notturne, che diventano una costante per tutto il viaggio;al mercato di Cotonou cambiamo i pri– mi euro in franchi; soprattuttoap– prendiamo i primi rudimenti di una pratica che si rivelerà molto utile per tutto il viaggio: l'arte della contratta– zione. In Benin l'acquistodi qualunque cosa, sia essa un bene o un servizio, implica sempre la contrattazione sul prezzo. Tale pratica,che rientra nelle aspettativedel venditore, inizialmen– te ci mette in imbarazzo,ma in segui– todiventerà divertentee,comunque conveniente:a volte si riesce perfino adimezzare il prezzo iniziale. ACotonou saliamo per la prima volta in taxi-brousse per spostarci a Ouidah.Comeal solito, il veicolo è stipato di gente e bagagli,compreso qualcheanimale. L'entusiasmo per quello che ci attende è talmente for– te cheanche il disagiodiventa un'at– trazione. STRADA DELNONRITORNO Impossibile sintetizzare in poche battuteodori,suoni, sensazioni che --------------------------------------------------------------------------------------------- MC MAGGIO 2007 ■ 11
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