Missioni Consolata - Aprile 2007
I I I ! MARSABIT (KENYA) I I i SANTUARIO ; DELLA CONSOLATA l ~ 11 beato Giuseppe Allamano aveva I fondato i missionari della Con- : solata perché venisse continuata : l'evangelizzazione degli oromo, allo– ' ra comunemente chiamati galla. La : maggioranza di questa popolazione : vive in Etiopia, ma oltre 150 mila l abitano attualmente la regione set– : tentrionale del Kenya e sono cono– : sciuti come borana, gabbra, orma. : Mentre in Etiopia i missionari della : Consolata raggiunsero gli oromo negli l anni 1920 e 1930, in Kenya il lavoro ; di evangelizzazione di queste etnie ini– : ziò negli anni 1960 e condusse alla I fondazione delle quattro diocesi di l Marsabit, Garissa, lsiolo e Maralal. : Dalle comunità cristiane di queste I quattro diocesi, ma soprattutto da : quelle di Maralal e Marsabit, dome– ~ nica 25 giugno 2006 alcune : migliaia di pellegrini sono convenuti : nella città di Marsabit per parteci- : pare alla solenne consacrazione del ! nuovo santuario di Maria Consola– : ta, costruito su una collina, a circa : 2 km dal centro cittadino. : l'.inaugurazione si è aperta con una [ solenne celebrazione eucaristica : davanti alla cattedrale, presieduta da : mons. Nicodemus Karima, arcivesco– : vo di Nyeri, come rappresentante i della chiesa madre, da cui è nata : quella di Marsabit nel 1964. Era al : suo fianco mons. Virgilio Pante, I i ~ l I I , I I I I I I I I • l vescovo di Maralal, la chiesa figlia, distaccata da Marsabit nel 2001 . Dopo la messa, una lunga proces– sione è partita dalla città e, in un pellegrinaggio di fede, si è incammi– nata verso la montagna, lungo mulattiere sassose e scoscese, superando i 500 metri di dislivello per raggiungere il nuovo santuario. Dopo una breve spiegazione della storia e del significato del santua– rio, è iniziato il rito della consacra– zione dell'edificio sacro, seguito dalla visita alle differenti sezioni del– la nuova struttura, sotto la guida di padre Giovanni Dutto, rettore del santuario, e del suo aiutante padre Paolo Tablino. L a storia del nuovo complesso è molto breve. Durante gli anni di preparazione e la celebrazione dell'anno santo del 2000, a Marsa– bit erano convenute grandi folle per celebrare tale evento. Per continuare e fare maturare i frutti di questo evento di grazia, mons. Ravasi ebbe l'idea di costruire un santuario in onore della Consolata, che fosse al tempo stesso una casa di preghiera. l'.anno seguente il vescovo cominciò ad abbozzare il progetto, cercare i fondi necessari e, quindi, avviare la costruzione, affidata all'architetto cuneese Gianfranco Fogliaceo. Anche il disegno è molto semplice: 4 edifici sono disposti ai vertici di altrettante linee che idealmente congiungono le costruzioni in forma di croce e convergono verso il cen– tro dove sorge la cappella. In uno degli edifici si trovano la libreria e la sala di lettu- t ra. Al vertice opposto c'è la casa dei mis– sionari. Le altre due ali Un lato del c?mplesso del Santuario della Consolato e casa di pregbiero: . . al centro la cappello, o sinistro la biblioteca: ·, e sola di riunioni, a destra la çasa_dei padri; · 74 ■ MC APRILE 2007 sono attrezzate per l'accoglienza dei pellegrini e per facilitare gli incontri di preghiera e formazione. I 4 edifici sono collegati da porticati, sulle cui pareti saranno dipinte sce– ne bibliche che illustrano la storia della salvezza. D al santuario si gode uno splendido panorama, non soltanto sulla cittadina di Marsabit, ma, nelle giornate serene e limpide, la visione si estende a quasi tutta la diocesi fino alle montagne di Mega, nel sud dell'Etiopia, al monte Kulal, sul lago Turkana e al monte Nyiro, nel distretto Samburu. Più che il panorama geografico, il nuovo cen– tro ha lo scopo di allargare l'orizzon- 1 te spirituale, come è stato sottolinea- : to durante l'inaugurazione ufficiale. : Il santuario, ha spiegato mons. : Ravasi, sarà il luogo dove i fedeli ! pellegrini della diocesi e di altri l distretti, verranno per onorare : Maria, vero «tempio» di Dio, per : invocare il suo aiuto, quale madre : del nostro Salvatore, e per imitarla : nell'amore al suo Figlio, da lei offer- : to come cbuona notizia» e consola- ! zione per tutti i popoli. Inoltre, il : santuario vuole essere un segno ~ della presenza e protezione di Dio e l un centro di rinnovamento spiritua- : le, dove i fedeli, in gruppi o singo- ! larmente, possano essere aiutati a : incontrare Dio nella preghiera e nel- : la contemplazione del suo amore. : Mons. Pante ha rimarcato come la : consacrazione del santuario è avve- : nuta in un momento di prove, soffe- ; renze e difficoltà di ogni genere, l comprese le tensioni sociali, etniche : e politiche. Il santuario sarà il luogo l in cui, attraverso la preghiera e il I dialogo, è possibile raggiungere la : pace e la riconciliazione interetnica, : di cui la zona ha particolarmente : b . I ,sogno. 1 Paolo Tablino !
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