Missioni Consolata - Aprile 2007

-■ MALAWI · ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ----------------------------------------------------------------------------------------------------------- Un paese sconosciuto POCOCIBO, MOLTOAIDS 1 1Malawi, paese dell'Africa australe sconosciuto ai più, è una striscia di 11 8 mila km quadrati (un ter– zo dell'Italia) incastrata tra l'omonimo lago, lo Zambia e il Mozambico. Per portarlo agli onori del– le cronache mondiali c'è voluta la pop star Madon– na, con la sua adozione «forzata», owero al di là del rispetto di ogni regola o procedura, di un bam– bino di quel paese. Con una popolazione di circa dodici milioni di abi– tanti, è classificato dalle Nazioni Unite come uno dei paesi meno sviluppati al mondo, sulla base del– l'analisi degli indicatori dello sviluppo umano. li li– vello di mortalità infantile è di circa l 03 decessi su mille nascite, mentre l'aspettativa di vita è intorno ai 42 anni. D otato di scarse risorse minerarie e un'alta den– sità di popolazione, la sua economia dipende fortemente dall'agricoltura. La posizione geo– grafica priva di sbocchi sul mare, ha inoltre conse– guenti costi penalizzanti sulla commercializzazio– ne con l'estero. I principali prodotti di esportazio– ne sono il tabacco (6096 dell'export) e il tè. Anche zucchero e cotone sono esportati, mentre il mais è il principale prodotto di auto consumo. Il settore agricolo fornisce il 38,4% del prodotto na– zionale e occupa 1'80% della forza lavoro. Questa forte dipendenza dalle esportazioni di pochi pro– dotti agricoli rende il paese fortemente vulnerabi– le agli andamenti dei prezzi sui mercati mondiali (quello del tabacco si è dimezzato negli ultimi an– ni), oltre alle ripetute siccità che colpiscono il pae– se. L'alto costo dei trasporti costituisce un ulterio– re limite, senza dimenticare che il Malawi deve im– portare tutto il combustibile dall'estero. Quasi metà della popolazione è al di sotto dei l 5 anni e la cre– scita demografica, superiore al 2%, impone una for– te pressione all'ambiente. Il terreno coltivato è intensamente lavorato, men– tre la crescita della popolazione diminuisce la di– sponibilità di terra per persona, aumentando l'in– sicurezza alimentare (definita come quella condi– zione per la quale alla gente viene a mancare il livello minimo di cibo che permette un'esistenza e– nergica e produttiva). La pratica molto diffusa della monocoltura, preva– lentemente mais, riduce nel tempo la fertilità dei terreni. A questo si aggiungono problemi legati al– l'erosione del suolo e all'inappropriata applicazio– ne di concimi e fertilizzanti. Si calcola che il 60% dei malawiani vivono sotto la soglia di povertà e la mal– nutrizione rimane importante, con un 3096 di bam– bini sottopeso. L ' attuale presidente, Bingu wa Mutharika, al po– tere dal maggio 2004, in seguito a elezioni contestate, ha l'oneroso incarico di lottare con– tro l'alto livello di corruzione e l'inefficienza del– l'apparato statale. Il Malawi ha infatti estremo bi– sogno dei finanziatori internazionali, come Banca mondiale e Unione europea i quali chiedono chia– rezza nella gestione dei conti pubblici. I difficili o– biettivi di Mutharika e il suo governo si possono riassumere come: limitare il deficit del bilancio, ri– durre il debito pubblico, migliorare la qualità dei servizi pubblici e soprattutto stabilizzare l'econo– mia. 1 1 Malawi è anche uno dei paesi più colpiti dal– l'Aids. Il 14,4 96 della popolazione nella fascia tra i 15 e i 49 anni è affetta dal virus (fonti Unicef), e tra questi ragazze e giovani donne sono le più e– sposte al contagio. Le statistiche contano 900 mi- , la sieropositivi, di cui 70 mila sono bambini. Que- sti contraggono il virus dalla madre, durante la gra– vidanza, il parto o l'allattamento. Gli orfani, invece, sono circa un milione, di cui la metà ha perso uno o entrambi i genitori a causa dell'Aids. Ogni anno sono circa 80 mila i morti per questo virus nel pae– se. I bambini orfani e sieropositivi sono discriminati, oltre a non ricevere cure adeguate. Restano spes– so esclusi dal sistema scolastico, dai servizi sani– tari e di assistenza e sono più a rischio, rispetto ai loro coetanei, di abusi e sfruttamento. D.D. e Ma.B. che mi pone queste domande dal– l'altro lato della strada, tra il traffico di carretti eautobus fumosi: «Sono Dario,vengo dall'Italia, sto andando all'Internet Caffè!». Un sorriso, un saluto, ognuno continua per la sua strada,tutto qua. Eprobabilmente segue, per lui, una serata nella pro– pria abitazione a raccontare ageni– tori e famigliari che in mattinata ha incontrato un azungu (o musungu, uomo bianco) di nome Darewo che arriva dall'Italia, in cammino verso l'Internet Caffè.Questa curiosità, il gusto della chiacchierata, dell'ag- giornamento,è sicuramente accen– tuato quando l'incontro avviene con lo straniero,ma è comune an– che tra i locali. Per loro qualsiasi luogo e momento (il mercato, il caffè, in coda per la macinazione del mais o per l'acquisto delle se– menti, all'ombra dell'albero) sono l'occasione per uno scambio,di sguardi e di parole. tato come un ascensore o la coda al- , le poste. H o sempre un po' di difficoltà a riadattarmi, dopomesi tra– scorsi in Africa,alla formalità di linguaggi e comportamenti, all'a– patiaedisinteresse verso chi ti cir– conda,anche solo per il tempo di un'attesa all'Asl piuttosto chealla cassa del supermercato.Mi tratten– go dal chiedere alla signora che mi precede nella coda:«Ma lei chi è? Da dove viene? Cosa farà e cosa cuci– nerà dopo essere uscita da questo Mi viene da pensare come spesso da noi avviene esattamente l'oppo– sto.Si evita lo sguardo,c'è imbaraz– zo o disagio quandoci si trova a condividere uno spazio,magari limi- ------------------------------------------------------------------------------------------- 60 ■ MC APRILE 2007

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=