Missioni Consolata - Aprile 2007
-■ MALAWI ■■ ■■■ ■■■ ----------------------------------------------------------------------------------------------------------- M i viene spesso chiesto da a– mici e parenti che cosa mi spinga a ritornare avivere e lavorare in Africa,se sono anche io vittima di questo indefinibile stato d'animo detto «mal d'Africa» per il quale sembra, per fortuna, non esse– re stato ancora trovato il vaccino. Credoche il desiderio di godere di una natura cosl generosa {spesso più alla vista dello stranierodi pas– saggio che per la gente che la abita da sempre) sia sicuramente un a– spetto non trascurabile. li ricordo di tante mattinate trascorse in viaggio verso lezone di progetto {lo scriven– te è volontario inMalawi,vedi box, ndr), per una riunione con leautorità locali piuttosto che per l'inizio di un nuovo pozzo,tra acacie deformate dal vento e pianure impolverate,mi risulta sicuramente più piacevole e meno stressante dell'imbottiglia– mentomattutino in corso Unità d'I– talia per raggiungere il centro di To– rino. Dunque sl,i famosi spazi africa– ni hanno giocato un ruolo importante nell'awicinarmi e ap- prezzare sempre più questo conti– nente,oltre al fatto chequesti posti sono popolati e ulteriormente arric– chiti dalla presenza di animali che sin da bambino hanno stuzzicato la mia fantasia. Come non stupirsi dinanzi all'impo– nenza di un elefante,all'eleganza di una giraffa,all'esibizionismo quasi snob di un leopardo distesoall'om– bra di un ramo,al goffo riemergere dalle acque di un ippopotamo. Si sente spesso parlaredei cieli d'Afri– ca,delle savane. Effettivamente la natura sembra dilatarsi, di giorno puoi godere di orizzonti non detur– pati {o almeno non dappertutto) dalla cementificazione e di notte gli amanti delle costellazioni si posso– no perdere, in assenza di luci artifi– ciali, in questoaffascinante linguag– gio del cielo. M a la vita che conduco qui in Malawi non è sempre fatta di parchi e savane, di spazi e cieli stellati.Allora mi chiedo,che co- sa mi porta a ritornare in Africa,al di là di una bellezza paesaggistica indi– scutibile? Credo che la gente, il rapporto che si riesce a creare con le persone,anche se spesso solo «di passaggio» econ inevitabili barriere linguistiche,sia l'altroelemento determinante del– l'interesse e del fascino chequesto continente suscita. Mi piace l'informalità e la sponta– neità dei rapporti. ' Seda una parte lo straniero è perce– pitocome una sorta di «banca am– bulante», un'opportunità per tirar su due soldi, dall'altra èspesso la sem– plice curiosità verso l'altro ad attira– re le persone.Vengo sovente awici– nato da qualcuno,soprattutto in città,con la richiesta di un lavoro. Ma il più delle volte le persone fan– no seguire a uno sguardo incuriosi– to una serie di domande che ricor– dano i quesiti esistenziali di filosofi e pensatori o, se vogliamo, di tutti noi: «Chi sei? Da dove vieni? Dove stai andando?».Mi trovo cosl ogni tanto a urlare a uno sconosciuto -------------------------------------------------------------------------------------------- 58 ■ MC APRILE 2007
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