Missioni Consolata - Aprile 2007

tarsi di ciò che propone la tv commerciale, con le ore di pubblicità giornaliere e i programmi "spazzatura''. Per for– tuna c'è internet. Speriamo che attraverso questo spazio libero nascano migliaia di tv, libere e gratuite. Purtroppo, adesso le televisioni tradizionali sono monopolio di pochi che si spartiscono una percentuale altissima di spettatori. Nel prossimo futuro sarà il pubblico a scegliere». La televisione ha un grande potere, soprattutto sui gio– vani. «Sl, non è come i giornali: uno li può sfogliare distratta– mente e non capire nulla di quello che sta scritto.Con la tv nonhaibisognodiessereattento, diavereilcervello sveglioe recettivo: lei ti influenza comunque. Con i suoi programmi spazzatura rovescia tonnellate di schifezza sulla gente, e più il pubblico è costituito da bambini, da persone deboli e più il suo potere persuasivo è forte. Ci si stupisce della violenza che imperversa nelle scuole - handicappati pic– chiati e videoregistrati - o negli stadi, ma da dove si ap– prende un comportamento tanto incivile? Dalla tv. E, biso- ■ MISSIONI gnerebbe aggiungere,dai parlamentari che si insultano e si aggrediscono l'uno con l'altro davanti alle telecamere che li inquadrano e mandano in onda neiTg...Uno spetta– colo penoso che incoraggia i ragazzi a imitarli: "Se lo fanno deputati e senatori, perché non lo posso fare anche io?'; pensano. E giù botte, magari contro il più indifeso. O allo stadio. Poi, ci sono le emulazioni dei "personaggi": molti giovani vorrebbero seguire le orme dei loro"eroi" in tv. Fare le ve– line o i palestrati opinionisti. Grandi risultati con poco sforzo.Allora,perché studiare? Perché sudare al liceo e poi fare l'università, se basta spogliarsi in tv o esibire qualche muscolo? Questo è il messaggio devastante che passano certi - molti - programmi televisivi. E i risultati disastrosi si stanno vedendo. D'altronde, la tv commerciale ha come "valore"il consumismo. L'importante è"far girare"l'econo– mia, di tutto il resto, chi se ne frega! Abbiamo importato il modello statunitense». Angelalano Il potere economico della pubblicità MADE IN COCA-COLA L'obiettivo della televisione non è più informare, ma formare il consumatore. E' vice-caporedattore di Famiglia Cristiana e saggista. Nel suo ultimo libro, «/ padroni delle notizie (come la pubbli– cità occulta uccide le notizie)», Giuseppe Altamore (www.giuseppealtamore.it) ha l'ingrato compito di farci ri– flettere sullo stato dell'informazione in Italia. Chi sono i «padronidellenotizie))? «Gli inserzionisti pubblicitari, le concessionarie di pubbli– cità e le impreseeditoriali controllate da queste.Laminac– cia alla libertà di informazione arriva dal potere econo– mico della pubblicità. li vero obiettivo dei mezzi di comu– nicazione non è quello di informare il cittadino,ma quello di formare il consumatore. Il lettore e il telespettatore sono diventati i "consumatori''.Ecco che, partendo da que– sta logica, si è sviluppato un giornalismo da "intratteni– mento"». La tv italiana è accusatadiproporreprogrammisempre più scadenti, sembra che nulla riesca a fermare la sua caduta verso il basso. «La tv, questa tv, è profondamente influenzata dagli in– troiti pubblicitari. I programmi sono creati per soddisfare le esigenze degli inserzionisti, che mirano a raggiungere un pubblico sempre più vasto. È chiaro che tutto è orien– tato al ribasso. I programmi trash costano poco e rendono molto e, nella logica del profitto, questo conta più di tutto. La tv attuale non svolge funzioni educative, come invece faceva la "vetero-televisione"(quella degli esordi),ma mira a catturare un grandenumero di telespettatori da influen– zare nelle scelte commerciali. È una televisione influen– zata dagli introiti e dai marchi pubblicitari. Un esempio di quanto possa manipolare la pubblicità è rappresentato da Babbo Natale, inventato dalla Coca-Co/a nel 1931.11 rosso dei suoi abiti riprendeva il colore delle bottiglie della bibita. Una réclame è stata trasformata in simbolo permilioni di persone! Il potere del marchio,della pubblicità è cosl forte da influenzare tutto il resto. li pub– blico, noi tutti, siamo vittime di un sistema in cui si deve produrre sempre di più.Tutta la nostra vita ne è plagiata». Secondo lei, sono i programmi tv che offronomodellidi comportamentoalla società,o è lasocietàcheinfluenza i format televisivi? «È un problema che ha a che fare con la comunicazione: c'è un ricevente e un emittente, e entrambi influenzano la comunicazione. Se uno ha gli strumenti culturali ade– guati, quando vede che in tv trasmettono certi pro– grammi spegne o cambia canale, se non li ha, subisce. I programmi interessanti costano e adesso che la televi– sione è finanziata quasi esclusivamente da inserzionisti pubblicitari, la qualità è scesa molto. È un problema eco– nomico e andrebbe affrontato con leggi, regole che limi– tino l'intromissione pubblicitaria.li nostro è un caso unico in tutta l'Europa: all'estero, la distribuzione delle risorse pubblicitarie è più equa. Quando un gruppo come Mediaset controlla con il 45% la stragrande maggioranza del mercato pubblicitario, il problema è serio. Il bombar– damento pubblicitarioè passato dai 20 mila spot della Rai monopolista (prima degli anni '80) agli 800 mila di Raie tv commerciali negli anni '90. È un crescendo inarrestabile di interruzioni pubblicitarie che fruttano capitali incredibili e che manipolano, influenzano, condizionano il pubblico». MC APRILE 2007 ■ 41

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