Missioni Consolata - Aprile 2007
■ MISSIONI I danni di una televisione senza qualità AL FALÒ DELL'INTELLIGENZA Mai come oggi la televisione offre una scelta infinita di programmi eppure mai come oggi impera un'assoluta povertà di idee. La gente si inebetisce davanti a trasmissioni dove il nulla viene spacciato per il tutto. Sotto i riflettori televisivi passano corpi perfetti e menti leggere. E, sullo sfondo, l'accettazione di modelli imposti dall'alto, senza ideali alti, senza sogni che non siano il denaro e la notorietà. La situazione è chiara a molti, eppure, almeno per ora, è questa Tv spazzatura che continua a vincere e ad imperversare. Come fosse una tossicodipendenza. ' E ia tv che condiziona i giovani, le loro scelte e abitudini, o so– no loro a influenzare con «nuovi modelli» la creazione dei format televisivi? Un dubbio amletico, a cui pos– siamo tentare di dare alcune ri– sposte: basta fare zapping in tv; frequentare le scuole, soprattutto superiori; avere figli adolescenti e ascoltare i discorsi dei loro amici e compagni. .. La tv ha un potere enorme, ben superiore aquello (già notevole) di giornali, riviste, web. Elo esercita. Quella scatola sempre più tec– nologizzata, accessoriata, esercita il fascino disarmante di un giocat– tolo attraente e pericoloso allo stesso tempo. Adolescenti e adulti ne sono attratti, fagocitati, plasmati, modificati, per poi essere ribut– tati, da bravi soldatini ubbidienti (qualcuno un po' più recalcitrante), nel ciclo riproduttivo del consumi– smo in modo da perpetuarne il mo– dello. I canali televisivi sono tanti e se si aggiungono quelli satellitari, la scelta è enorme. Ma è solo un'ap– parenza: a parte qualche eccellen– te eccezione (documentari, film d'autore, programmi culturali), si passa senza notare sensibili diffe– renze da un reality-show all'altro, da una trasmissione demenziale all'altra. Il menù è lo stesso do– vunque: mariti-mogli, fidanzati che si mandano a quel paese da– vanti a milioni di telespettatori; po– litici, attori, assessori alla cultura– esperti d'arte (!) che insultano; ve– line-schedine-letterine-vallette che s'aggirano esibendo pochi centi– metri di stoffa che cerca di coprire il bendiddio; attricette-portavoci che dissertano nei salotti tv di quel poco che sanno e di quel molto che ignorano; grandi fratelli e grandi sorelle che recitano di far finta di essere spontanei. E poi ancora, secchioni-bruttoni che gareggiano in stupidità con bellone-sciacquet– te; telepremi, lotterie, quiz per se– mi-ignoranti; e isole, e case, e una noia mortale... Una tv che vorrebbe essere di continuo intrattenimento ma che si riduce a spazzatura, e che met– te in luce i nostri «istinti più bas– si»: la stupidità, la collera, l'a– nimalità. Che indubbiamente ri– flette una parte di noi stessi, come singoli, e una parte come nazione. Eche, per questo, attira, affasci– naJ seduce. Econforma. Ela tv commerciale, studiata per produrre lauti guadagni alle azien– de pubblicitarie, alle industrie, al– le multinazionali, e ai proprietari delle emittenti, ai loro azionisti, per i canali privati; per incentivare carriere, promozioni, poltrone, ecc.- per quelli pubblici. Ma anche per omologare i gusti e le idee, gli usi e i comportamenti del pubbli– co. Per renderlo duttile e pronto di Angela Lana consumatore, insofferente alla po– litica e alle scelte nazionali e inter– nazionali, per indurlo ad accettare soprusi, violenze, ingiustizie e nuove guerre di rapina. Siamo di fronte a un momento di svolta epocale, non solo per i cam– biamenti climatici planetari, ma anche per la democrazia occiden– tale, per la nostra vita quotidiana. Tutto ormai passa attraverso l'immagi_ne. Attraverso il tubo ca– todico. E la «democrazia del tubo catodico». O la «mediumcrazia». I nostri figli saranno la chiave di vol– ta per comprendere il prossimo fu– turo dell'umanità. E i nostri figli, con qualche eccellente eccezione, guardano la tv, questa tv, per ore, ogni giorno. UNA TV DISEDUCATIVA E MANIPOLATRICE A questi ragazzi, adolescenti, ab– biamo chiesto cosa pensano della televisione e quali programmi se– guono. L:occasione ci è stata offer– ta durante un corso di giornalismo che abbiamo svolto presso alcuni istituti scolastici superiori. Nel corso delle lezioni, abbiamo dato loro qualche elemento del mestiere, e delle tecniche di cui spesso i mezzi di informazione si awalgono per «manipolare le no– tizie». Abbiamo parlato della «scomparsa dei fatti a favore dei commenti». Abbiamo creato simu– lazioni del lavoro in redazione. --------------------------------------------------------------------- MC APRILE2007 ■ 33
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