Missioni Consolata - Aprile 2007

■ ERITREA Una donna bacia il crocifisso di un monaco ortodosso. ma per studiare,mi raggiunse aTori– no per un periodo di vacanza. Abbiamo tante cose da dirci eda ricordare. Le bambine di casa Foca, le orfanelle di Keren che avevoco– nosciuto allora,sono sposate con fi– gli eZaudì ha sempre lo stesso sorri– so dolcissimo.Parliamo di Akrur, il re– motovillaggio con la bella chiesa di san Giustino, che avevo visitato con lesue consorelle edoveavevo deci– so di costruire un pozzo per portare l'acqua.Pare che la situazione sia molto migliorata per gli abitanti,ma èdifficile poterlo raggiungere,non ci sonomezzi pubblici eoccorre un fuori strada. VIAGGIOAMASSAWA Alganesh mi ha tenuto un posto accanto a lei, in prima fila sul pulmi– no di fabbricazione giapponese che ci porterà aMassawa.Ha 24 anni e l'aspettodi una donna forte e indi– pendente. li viaggio dura poco più di tre ore, con la sosta aGhinda per untè. Sono scomparse levecchie corrie– re, importate dall'Italia e molto ma– landate,e lontano è il ricordo del mio primo viaggio,nel 1995,durato 11 ore acausadi lavori in corso. La strada è stata allargata e consente di andare veloci, lungo i tornanti che scendono ripidi tra i monti aridi e pietrosi.Babbuini curiosi ci osserva– no tra leacacie;passano piccoleca– rovane con cammelli e capre.Donne 26 ■ MC APRILE 2007 ■■ ■■ ■■■ ■ ricurve trasportano sul dorsomuc– chi di legna,taniched'acqua riempi– te alle rare fonti. Intanto sul pulmino vedo salire e scendere contadini e pastori,che approfittano di brevi passaggi. Alganesh è felice di raccontare la sua vita.Due anni emezzo di duro serviziomilitare le hanno consentito di accedere poi alla facoltà di econo– mia, laurearsi eottenere un posto di lavoro statale. Domani èdomenica,7 gennaio, natale per gli ortodossi.Alganesh, comegli altri viaggiatori, sta ritor– nandoa casa dai suoi per festeggia– re e mi invita a unirmi alla sua fami– glia,per il pranzo tradizionale. Pochi saranno in grado domani di uccide– re l'agnello, i prezzi sono saliti trop– po,ci si accontenta di shirò e ngera, con contorno di verdure. MASSAWA Ho trovato l'antica città silenziosa • e melanconica.Nel '95,terminata la guerra con l'Etiopia,ero rimasta affa– scinata da quest'isola, duramente colpita dai bombardamenti. Era pie– na di calore,di odori,di gente affac– cendata.Si iniziava allora a restaura- re le preziose case di madrepora, in stile arabo-turco.Ora vedo che gran parte dellecase è in uno stato peno– so di abbandono ealcunestanno per crollare. Hanno spianato la zona del lungo– mare,dove sorgevano i capannoni delle barche ealcune belle case. Molta gente deve essersi spostata in terraferma,dove è sorta una vasta zona di baracche,fatte di assi,corde e lamiere. Questa sera c'è la luna piena,mo– mentomagico per questa città.La luce bianca fa risaltare i merletti dei palazzi,nascondendone le ferite. Trovo un solo uscio aperto sulla via, con una donna intenta a prepa– rare la cerimonia del caffè.Ricordo il profumo dell'incenso che riempiva i 1 vicoli,ancora pieni di vita.losostavo, invitata agustare il caffè,seduta su Suore di Sant'Anna a Keren.

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