Missioni Consolata - Aprile 2007
MISSIONI CONSOLATA gliati speciali: per muoversi da una città all'altra occorre il permesso della polizia. Il settore indigeno di Asmara è ri– masto intatto,con i mercati e il cara– vanserraglio denso di attività, rumo– ri e odori. Sono salita sulla collina di Nda Mariam: la cattedrale ortodossa al tramonto è un trionfo di luce eco– lori. Vecchie grinzose,sedute contro il muro della torre,si godono l'ulti– mosole,curiose di vedermi tra loro. Rimango incantata, come tanti anni fa,osservando i fedeli prostrati da– vanti il portale e quelli che pregano col capo appoggiatoal muro. Passa un sacerdote e una donna si inchina a baciare la croce. Le ombre si allungano e il vasto piazzale è un'oasi di serenità,con i muri fioriti, il via vai di fedeli tra i vari edifici, ideati da un italiano, ispirato, nella sua opera di architetto, dai motivi tradizionali eritrei. FRANCO RITORNA Franco è appassionato di internet, di fotografia e della Dankalia, regio– ne estremamente inospitale, situata in una depressione tra il Mar Rosso e l'Etiopia;terra di vulcani e laghi sala– ti,che conosce molto bene.Sta pre– parandosi alla prossima spedizione, con un gruppodi antropologi tosca– ni che da anni studiano e ricercano le tracce di uomini primitivi. Italiano naturalizzato eritreo, Fran– co è nato e vissuto qui fino al 1973, quando gli italiani vennero espulsi. «Mio nonno,originario della provin– cia di lecco,giunse in Africa nel 1890 con l'intenzione di raggiunge– re il Congo. Sbarcatoa Massawa, si arrampicò a dorso di mulo fin sull'al– topiano e in Congo non ci arrivò mai,perché decisedi stabilirsi qui, all'Asmara». Franco parla arabo e ti– grigno, ha frequentato lescuole ita– liar:ie e conosce quasi tutti in città. Appena ha potuto è ritornato in Eri– trea,per nostalgia del paese e anche perché in Italia aveva trovato diffici– le inserirsi. Con internet ora si può collegare con gli amici italiani e lavorare sulle impressionanti foto prese nella de– pressione dancala. : Parte della casa di famiglia è stata : venduta;ora gli rimangono poche : stanze;ma il piccolo giardino è un : orto botanico, curato da Franco con ■■ ■■ ■■ ■ vera passione in questo bel clima di eterna primavera.Pianteendemiche e altre esotiche come l'araucaria e la ginko,che non so come potranno trovare spazio per svilupparsi. laja– caranda è stata potata drasticamen– te, perché copriva tutto il tetto, che dovrebbe essere riparato. Durante la stagione estiva delle piogge, la la– miera arrugginita lascia filtrare l'ac– qua,chegonfia pareti e soffitti. SUORZAUDl Le ho telefonato e lei ha subito de– ciso di raggiungermi all'Asmara, prendendo la prima corriera da Ke– ren,dove lavora con le orfane. Ci era– vamo conosciute proprio a Keren, In alto, tristi ricordi di una guerra... mai finita. Sopra, capre ecammelli nel panorama dell'altipiano eritreo. nel '95,durante il viaggio che avevo fatto con i padri cappuccini per rag– giungere il bassopiano e seguire le feste tradizionali di Tesseney e Ba– rentu. l'anno successivo ero ritornata per restare più a lungo con queste meravigliose suore di Sant'Anna e apprezzare il loro prezioso lavoro.Mi ero anche presa la malaria, un'espe– rienza forte, che mi aveva fatto capi– re il paese e la sua gentemeglio di tanti viaggi.Quando pochi anni do– po suor Zaudì venne mandata a Ro- --------------------------------------------------------------------------------------------- MC APRILE 2007 ■ !5
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