Missioni Consolata - Aprile 2007
I ■ ERITREA Testo e foto di Claudia Caramanti ---------------------------------------------------------------------------------------------------- Ricordi del passato e realtà presente... a confronto ' A 1Oanni di distanza non sono molte le cose cambiate in Eritrea.Anzi, sotto alcuni aspetti la situazione è peggiorata. Rimangono intatti i ricordi dell'ospitalità goduta e le amicizie intessute nei precedenti viaggi. A vevo un certo timore nel ri– tornare in Eritrea dopo 1Oan– ni di assenza,dal momento che più volte, rivisitando alcuni pae– si a distanza di tempo, ho visto au– mentata la povertà e,di conseguen– za, diminuita la dignità delle perso– ne.Questa volta l'impatto è stato forte, per il numero dei mendicanti e per l'aspettomacilento e sofferen– te delle persone,soprattutto anziani e donne. PER LE VIE DI ASMARA All'Asmara sono rimasta interdetta: qualcosa è cam– biato,ma non molto. La città ha conservato il fa– scino dell'architettura italiana del primo No- vecento, anche se in periferia sono stati costruiti alti edifici in cemento. Sui gradini dellechiese la notte si vedono dormire i bambini,ammuc– chiati uno sull'altro per riscaldarsi, come fanno i gatti. Sono loro, i bam– bini di strada, che soffrono l'abban– dono e la fame.Poi gli anziani,quelli soli,che hanno perso i figli morti in guerra; donne che restano per ore accoccolate lungo il muro della chie– sa,awolte nel velo bianco, il viso ru- goso e stanco. Una di esse ha lemani rose dalla lebbra. Nei quartieri centrali della capita– le, invece, un tempo riservati agli ita– liani, passano gruppi di giovani ben vestiti e studenti con le uniformi del– le scuole di stato. Sono stati aperti nuovi locali, caffè e pasticcerie; l'at– mosfera è serena e anche la notte si gira per le strade in tutta sicurezza. La polizia è sempre presente, an- ' che in borghese. Sono più volte fer– mata, mentre cerco di fotografare gli edifici d'epoca coloniale,rimasti in– tatti,ora passati allo stato e utilizzati come uffici pubblici. Nei nuovi negozi di elettronica e di elettrodomestici, come pure nelle farmacie, c'è abbondanza di pro– dotti impensabili 1Oanni fa. I nume– rosi internetcafé sono affollati,an– che se per avere una connessione ci vogliono ore. Ho aspettato inutil– mente in fila per inviare un messag– gio a casa; ho anche provato con difficoltà a collegarmi per telefono. Questo paesemi pare il più isolato e chiuso: la gioventù sogna di aprirsi e comunicare col mondo e il regime blocca ogni aspirazione e movi– mento.Gli stranieri, poi, sono sorve- .
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