Missioni Consolata - Marzo 2007

ambiente asciutto, finché, a seguito appunto di abbondanti piogge e inon– dazioni, non vengono sommerse. Una volta sotto l'acqua, si schiudono dando origine a nuove zanzare infette che, ad anni di distanza dunque, propagano nuovamente il virus, infettando animali e uomini. Questo circolo porta al manteni– mento dell'infezione in natura nel tem– po e a un continuo passaggio del virus: zanzare aedes e altre specie non infet– te, che si nutrono da animali malati con il virus nel circolo sanguigno, si infetta– no amplificando e mantenendo la dif– fusione della malattia. SIMILE ALL:INFLUENZA, MA NON SEMPRE Nell'uomo, il periododi incubazione, cioè l'intervallo di tempo tra l'infezione e la comparsa dei primi disturbi, può variare da due a sei giorni. Nella mag– gior parte dei casi le manifestazioni della malattia sono lievi, con sintomi simili a quelli dell'influenza: febbre improvvisa, mal di testa, dolori musco– lari e alla schiena; talvolta possono esserci anche disturbi che fanno pen– sare alla meningite, come rigidità al collo, luce fastidiosa per gli occhi (fotofobia) e vomito. Il decorso della EPIDEMIE DEL PASSATO N el 1997 si è verificata un'impor– tante epidemia di febbre di Rift Valley in Kenya e in Somalia. Nel mese di dicembre, dopo le abbondanti piog– ge registrate in ottobre, analogamente a quanto accaduto in quest'ultima epi– demia, vennero segnalati nei due pae– si numerosi decessi fra gli uomini e un'alta percentuale di aborti spontanei e morti per emorragie fra gli animali domestici. Indagini delrDrganizzazione mondiale della sanità portarono alla conferma del virus della febbre di Rift Valley qua– le responsabile dell'epidemia, che nel solo Kenya infettò 27.500 persone e costò la vita a 170. I primi casi di febbre di Rift Valley segnalati al di fuori del continente afri– cano risalgono invece a circa tre anni dopo, nel settembre del 2000 nella penisola arabica, in Yemen e in Arabia Saudita. Nel primo il bilancio finale fu di 1.328 casi fra cui 166 morti, mentre in Arabia Saudita vi furono 124 morti su 882 persone infettate. Il virus della febbre di Rift Valley nasce in luoghi malarici (in alto), colpisce gli animali (pag. accanto) può essere trasmesso all'uomo. malattia si risolve in genere nell'arco di una settimana. Una piccola parte dei pazienti, tut– tavia, può avere disturbi molto piùgra– vi, sviluppando tre tipi di complicazio– ni: malattia agli occhi (0,5-2% dei casi), meningoencefalite o febbre emorragica (meno dell'l % dei casi). Da una a tre settimane dopo la com– parsa dei primi sintomi, nel primo caso si verificano lesioni alla retina, che possono portare a danni permanenti della vista, mentre nel secondo vi sono manifestazioni neurologiche, se si tratta di meningoencefalite; per entrambe le complicazioni è però rara la morte del paziente. Non altrettanto rara invece in caso di febbre emorragica: due o quattro gior– ni dopo l'esordio della malattia, si manifesta una grave forma epatica, con ittero ed emorragie da tutti gli orifizi (come vomito e feci con sangue, chiaz– ze purpuree della pelle per sanguina– menti, sangue dalle gengive). Muore un paziente su due con la forma emor– ragica (50%), a fronte di una mortalità globale della febbre di Rift Valley che, pur variando fra le diverse epidemie, generalmente non supera l'l %. Secondo quanto riportato dall'Or– ganizzazione mondiale della sanità (Oms), nella maggior parte dei casi, in cui le manifestazioni dell'infezione sono lievi e di breve durata, non sono necessarie terapie specifiche, mentre i pazienti più gravi sono seguiti con terapie generali di supporto. Nell'ambito della prevenzione del– l'infezione e delle epidemie rientrano programmi di vaccinazione del bestia– me (non vi sono al momento in com– mercio vaccini per l'uomo), misure di 1 protezione nella gestione di casi e materiale infetto e nei confronti della puntura di zanzare, possibili portatrici della malattia. IN KENYA DOPO LE INONDAZIONI In Kenya, i casi di febbre di Rift Val– ley nelle zone nordorientali del paese, sono stati preceduti anche questa vol- ta da inondazioni, che hanno portato i alla nascita di zanzare portatrici del : virus da uova infette e a un nuovo pro- : I pa~arsi della malattia. : E difficile avere un quadro preciso { della situazione, con conteggi esatti : sulla diffusione dell'attuale epidemia: la , popolazione a rischio vive in una zona di grandi dimensioni, secondo quanto riportato dall'Organizzazione non governativa (Ong) Medici senza fron– tiere (Ms1, difficile da raggiungere via terra proprio a causa delle inondazioni. È dunque possibile che le persone infettate, che abitano in fattorie isola- ' te, siano molte di più: secondo Msf potrebbero essere 500 mila i soggetti a rischio e i casi finora identificati potrebbero rappresentare solo una minima parte degli infettati. Un ulteriore ostacolo a una registra– zione corretta dei malati, e quindi a un loro trattamento e contenimento del- 1' epidemia, è dato, sempre secondo Msf, dalla paura della popolazione nei confronti della febbre di Rift Valley: , visto l'alto numero di morti nelle forme gravi, molti pensano non vi sia benefi– cio nell'affrontare lunghi viaggi per rag– giungere i centri di salute, e non ven– gono quindi visitati e segnalati. FONTI • Centers for Oiseose Control ond Prevenlion: www.cdc.gov/ncidod/dvrd/spb/mnpages/dispa – ges/rvf.htm • Medici senza frontiere www.msf.tt/msfinlorma/news/08012007.shtml • Orgoninazione mondiale della santtò: www.who.int/mediacentre/factsheets/fs207/en www.who.int/csr/disease/riftvolleyfev/countr~up – port/en ·--· - - - ------- - ---------------------- MC MARZO 2007 ■ 65

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