Missioni Consolata - Marzo 2007

La Francia nel pantano avariano SI ERANO TANTO AMATI I francesi in Costa d'Avorio come gli americani in Iraq. Questo il senso dei titoli di alcuni siti internet, di alcuni giornali italiani e di molti giornali avoriani. In realtà il ruolo della Francia va ridimensionato: anche se la vecchia potenza coloniale ha dimostrato limiti enormi nella gestione del conflitto e le società francesi hanno cercato di difendere i loro interessi, il problema è molto più complesso. U na piscina vuota, un tappeto spelacchiato, un'orchestra jazz che suona per pochi clienti annoiati, volti anonimi che si aggirano per il giardino d'inverno senza guardarsi attorno e un alone di tristezza che vela di grigio anche le stoffe sgargianti dei negozi di souvenir. Difficile immaginare che proprio in questo scenario, per tut– ti gli anni '80 e '90, sfilassero fran– cesi eleganti e sorridenti, che si go– devano le vacanze nella perla del– l'Africa occidentale al culmine del suo splendore e ricchezza, rac– chiusa in migliaia di tonnellate di fave di cacao. Eppure l'Hotel lvoire, il più gran– de albergo dell'Africa occidentale, l'unico dei tantissimi grattacieli di Abidjan a ergersi fuori dal quartie– re chiedei Plateau, è stato l'emble– ma dell'idillio tra la Francia di Char– les de Gaulle e François Mitterand e la Costa d'Avorio del presidente e padre della nazione Houphouet– Boigny. MEMORIA RANCOROSA Oggi, di quell'idillio da rivista pa– tinata non rimane neppure un'im– magine ingiallita e consunta: la vi– sione dell'esercito francese che spara su una folla disarmata di ma– nifestanti, all'indomani dello scon– tro tra l'aviazione avoriana e la missione francese Licorne del no– vembre del 2004, ha cancellato dalla memoria nazionale ogni ri– cordo degli anni d'oro. Nella Costa d'Avorio del 2007, il rapporto tra avoriani e francesi è riassunto nella fotografia di un bianco che minaccia con il fucile un nero. L'esasperazione politica è dappertutto, perfino nei nomi del– le salse che si accompagnano al fufù, negli slogan pubblicitari dei cellulari, nelle competizioni spor– tive. Nel sud dominato dal governo del presidente Laurent Gbagbo, l'a– stio verso la Francia occupa una grossa parte del discorso politico. «Macché francesi - sbotta Kamsi, l'agente della polizia avoriana che presidia il posto di blocco all'en– trata di Yamoussoukro, rispon– dendo al suo giovane collega che si informa sulla nazionalità degli europei di passaggio -. Se fossero francesi li avrei già spediti via in– vece di chiacchierare con loro». «Sembra uno scherzo· aggiunge il cancelliere dell'ambasciata d'Ita– lia ad Abidjan -, ma l'odio per i fran– cesi è tale che la vittoria italiana ai mondiali di calcio è stata una vera manna diplomatica: abbiamo scon– fitto i francesi e siamo automatica– mente diventati eroi per gli abitan– ti della Costa d'Avorio». L'ostilità degli avoriani nei con– fronti degli ex-colonizzatori, tan– gibile, a volte ostentata, si mesco– la al timore di non essere ascoltati, creduti, interpellati nelle decisioni che li riguardano da vicino. Come quella di fare la guerra. «Ditelo ai vostri amici europei, ditelo che qui non c'è nessuna guerra, che sono i francesi ad averla inventata per continuare a rubarci quello che è nostro» si raccomandano tutti gli avoriani, dai militari alla gente co– mune. La campagna antifrancese della stampa pro-Gbagbo ha dato i suoi frutti e, da Abidjan aYamoussouk– ro, tutta la Costa d'Avorio a sud della zona di interposizione Onu vede nell'esecutivo di Parigi un ostacolo all'apertura dell'economia ai partner internazionali. Una for– za militare di occupazione che si nasconde dietro al dito del man- Parigi2007: incontro tra il presidente franceseJacques Chirac eLaurent Gbagbo. dato Onu per mantenere il con– trollo delle risorse avoriane. Una cricca di cospiratori che muovono i fili delle marionette lo– cali con l'appoggio di leader stra– nieri compiacenti e venduti, primo fra tutti il presidente del Burkina Faso, Blaise Compaoré. Una parte della stampa internazionale, inol– tre, specialmente quella online, non risparmia alla Francia l'accusa di aver fatto della Costa d'Avorio il proprio Iraq, o il proprio Vietnam. Thomas Hofnung, giornalista di Libération, trova la causa del di– vorzio tra Parigi e Abidjan in una più ampia «incapacità francese ari– definire la sua politica verso un continente diverso da quello della ---------------------------------------------------------------------- MC MARZO 2007 ■ 31

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=