Missioni Consolata - Marzo 2007

~I LETTO~I , L'ABBE PIERRE EALTRI PROFETI INASCOLTATI L ungo l'Avenida Carlos Maria Ramires, una strada che taglia in due la periferia di Montevideo, nel cuo– re del barrio «La Teja», là dove le case in muratura lasciano intravedere misere catapecchie di legno e lamiera, sorge la parrocchia «Sagrada Familia». Negli anni '70-'80 era affidata ai missionari Fidei do– num di Novara. l..'.edificio religioso, sortograzie alla genialità di un architetto squattrinatoe alla povertà di mezzi del quartiere, era un po' atipico rispetto alla tradizionale architettura montevideana: pensata per avere splendide vetrate colorate, la chiesa era costretta al recupero dei più umili vetri di uso domestico. Al di là della povertà di tale struttura, la parrocchia de La Teja divenne subito il punto di riferimento pertan– te persone schiacciate dalla situazione politica ed economica del piccolo paese sudamericano. l'.ampia piazza antistante la chiesa era il puntodi partenzadei vietatissimi cortei di protesta, che, snodandosi lun– go tutta l'arteria principale, arrivano al cuore della città, sfidando repressione e violenza. Grazie anche all'opera dei preti novaresi, la parrocchia diventò in breve tempo la base per due istituzioni di risonanza mondiale, che si inserirono in maniera formidabile nel tessuto sociale di quella gente: «Paz y Justicia», fondato dal premio Nobel argentino Adolfo Pérez Esquivel, e movimento Emmaus, fondato dal compianto Abbé Pierre. In breve tempo, le due realtà raccolsero un numero sempre crescente di simpa– tizzanti e aderenti. Paz y Justicia, con una capillare e intensiva azione di raccordo con moltissime persone, faceva passare l'idealedi un ritorno allademocrazia attraverso la lotta non violenta: una originalitàdi pen– siero nel contestodelledittature latinoamericane, che portò il suofondatore a ricevere il premio Nobel per la Pace. l'.azione creata dal gruppo Emmaus trascinò un numero sempre crescente di persone a coinvol– gersi sul riutilizzo di beni e strumenti da rimodernare e riattivare, al fine di elevare le condizioni di vita del– la gente del quartiere. Queste attività materiali si intrecciarono in maniera splendida con tutto un lavoro di impegno per il futuro e di attenzione alle persone toccate nella loro carne dalla dittatura militare; an– che nei periodi più duri, nella parrocchia della Teja brillava una fiammella di speranza. I due carismatici fondatori erano di casa alla Teja. Esquivel fece visita più volte, grazie alla vicinanza geo– grafica con l'Argentina; mentre le visite dell'Abbé Pierre furono più centellinate. Una sera, nei lontani anni '70, in un freddo inverno australe, queste due figure straordinarie, impegnate a trecentosessan- ta gradi per la promozione dei diritti dell'uomo, per la giustizia e la pace, credenti dalla fede cristallina, conversando con gli amici novaresi e montevideani presenti, sottolinearono come iI seme della speranza, . gettato anche nel solco della dittatura più nera, alla lunga porta i suoi frutti. Non si evidenzia a sufficienza cosa ha significato non solo la figura dell'Abbé Pierre, ma anche di Pérez Esquivel, dom HelderCamara e tanti altri protagonisti della missione; soprattutto non si parlerà mai ab– bastanza di ciò che essi hannosaputoseminaree alimentare nelle zone più depressedel terzo mondo, nei cuori delle persone che vivevano situazioni disperate. In particolare, le comunità Emmaus non si limita– rono a soccorrere il ferito giacente sulla strada, come il buon samaritano della parabola, ma crearono le condizioni perché coloro che venivano a contatto con il carisma dell'Abbé Pierre e di tanti altri profeti ina– scoltati e osteggiati sulle frontiere missionarie, diventassero a lorovolta seminatori di speranza, operato– ri di giustizia e costruttori di pace: un processo che ha prodotto risultati incredibili. Averconosciuto persone di questa statura, aver godutodella loro stima e simpatia, averli a più riprese avu– ti come ospiti e testimoni nelle nostre chiese ci dà una consapevolezza maggiore nel prendere la fiaccola accesa da loro, per consegnarla alle giovani generazioni. Un impegno, alla luce della recente scomparsa dell'Abbé Pierre, da onorare con quella carica d'umanità che ha saputo trasmetterci. MARIO BANDERA MC MARZO 2007 ■ 3

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