Missioni Consolata - Marzo 2007

-■ KENYA ■■ ■■ ■■■■ ::i ~ ::i C') ::i ~ Q) C n, -, t.. o ::i cn e o o ~ -~ s C TEOLOGIA... DELLA STRADA Sister Jane, ho visto parecchie suore della Consolata al Forum... Tre di voi hanno anche guidato altrettanti workshops. Complimenti. È stata una scelta mirata, essere n dove la gente discute, organizza e soprattutto pensa teologicamente. Cosa ti è piaciuto di più di questo Forum? Il metodo. I molti workshops hanno aiutato a incarnare gli spunti teo– logici nella vita di tutti i giorni. È stato un bell'incontro fra teologi pro– fessionisti e noi, poveri teologi jua kali, come diciamo noi in Kenya, teo– logi «sotto il sole», della strada. Qual è stato il messaggio più importanta di questo Forum, quello che ti porti via in valigia? Senz'altro la necessità di creare dialogo fra le nostre religioni. Se vo– gliamo veramente immaginare un mondo diverso e creare una spiritua– lità che possa animare questo mondo, dobbiamo renderci conto che il dialogo è un'esigenza imprescindibile. Allo stesso tempo,mi ha molto col– pito, durante l'ultima assemblea plenaria, quanto ha detto un parteci– pante dell'India, cosa ribadita anche da una donna africana, che, cioè, se vogliamo creare un mondo diverso, fondato sul dialogo intercultura– le e religioso, dobbiamo iniziare dalle scuole. Soprattutto a livello reli– gioso è fondamentale avere uno studio comparato serio delle altre reli– gioni, almeno nelle linee fondamentali, condizione indispensabile per ini– ziare un dialogo su basi di parità. Qualche elemento negativo? Uno soltanto, a livello di percezione. Mi è sembrato che nell'assemblea si tendesse troppo a fare l'inchino al «dio» della liberazione sociale, di– menticandosi che l'uomo ha bisogno di essere liberato integralmente. Forse le altre dimensioni non hanno avuto uguale spazio e attenzione. Si vuole costruire una spiritualità per un mondo alternativo, ma se il rap– porto con Dio viene limitato soltanto alla dimensione orizzontale e non si esplora sufficientemente quella verticale, sarà poi molto difficile trovare dei punti che ci accomunano, che ci rendano «fratelli e sorelle». Gli studenti del Tangaza College mostrano le immagini di situazioni che attendono la liberazione. -- -----------....= tro»,che si sta cercandodi costruire, ciò che alcuni hanno notato e rimar– cato è stato il carattere poco «religio– so» del Forum,come se invece di camminare nel dialogo rispettando le propriedifferenze,si cercasse di costruire una spiritualità senza reli– gione, a-confessionale.Uno degli ap– punti fatti dalla platea al Forum è sta– to:«Qui si sta facendo molta teologia e poca liberazione», criticando così l'incapacità di liberarsi da scherni teologici fissi,vincolanti, senza im– maginazione e profezia. In realtà, a pareredi chi scrive, non si è fatta neppure tanta teologia.Si è parlato di movimenti,si è d isquisito di organizzazioni, di coscienza e di lotta,di chiesa e di religione, ma si è parlato poco di Dio. E una teologia che lasci Dio ai margini non solo non può esistere,ma è una contraddizio– ne in termini. L'intento di dare più spazio a labo– ratori di gruppo e seminari,sullo stile applicato al WorldSocia/Forum, è sta– to lodevole,ma le conclusioni sono risultate molte volte scollate dalle ri– flessioni presentate nelle conferenze e, spesso,dal terna generale del Fo– rum. Anche l'apporto dei teologi pro– fessionali si è limitato in massima parte alla presentazione di un elabo- si di compassione capace di genera– re vita». .,; - --- - . t·~'or/d Forum on ThE:u/~;-,mJ Libc1..;tiu11 r '-'rum Mondi:il de Theolouie et Liberation Fn,, ,·vi11ncital de Teologia y Liherac,on Nella compassione,intesa come una condivisione nel dolore e, quin– di, una forza generatricedi giustizia e liberazione, può incontrarsi, secon– do il teologo latinoamericano, il ter– reno per costruire una spiritualità per un mondo alternativo.Una spiri– tualità che deve essere comune, in dialogo con fedi e cult ure diverse, con le teologie dellegrandi religioni, comequelle delle religioni tradizio– nali checercano con decisione il loro spazio anche perché espressione di cult ure marginalizzate o oppresse. Il discorso vale per le teologie tra– dizionali africanecome per la teolo– gia afroe quella india,tutte presenti con loro rappresentanti al Forum di Nairobi. Sebbene il terna generale del Fo– rum verteva sull'individualizzazione di una spiritualità per il mondo «al- 14 ■ MC MARZO 2007 ~ i ,,, 11111 Mulldia/ de Teologia e Libertaçao 'ulJI. Keny;i. Janu.1ry_ 1 fi to 19, 2007 p ~j I \ .,, I ~;J~ I ·v I ... "· -- . !~.. --

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