Missioni Consolata - Marzo 2007

MISSIONI CONSOLATA ■ ■■ ■■ ■■ ----------------------------------------------------------------------------------------------------------- Alcuni dei teologi della liberazione intervenuti nel Forum di Nairobi. In senso orario: LaurentiMagesa, Desmon Tutu, Mary Getui, Jon Sobrino. perduraredi situazioni di grave con– flitto, come in Sudan o nel Corno d'Africa, sono veri e propri «luoghi teologici» che interpellano la teolo– gia e la sfidano sul pianodella coe– renza e del senso. Come ha sostenuto il sociologo e intellettuale belga Francois Houtart, l'Africa è il continente più intrinseca– menteconnesso con la globalizza– zione e con il modellocapitalista neoliberale imperante, proprio in ra– gione dei benefici che tutto il mon– do trae dallo sfruttamento della sua gente e della sua terra. Come unire queste due coordina– te in un unico flusso di pensiero,fe– delealle radici culturali, aperto alle sfide di un mondo in perennecam– biamento enello stesso tempo at– tento alleesigenze di chi soffre? Laurenti Magesa, sacerdote catto- : lico eteologo tanzaniano di fama, autore fra l'altro di un recentissimo saggio sul mododi ripensare la mis– sione in Africa ai nostri giorni (RethinkingMission:Evangelization in Africa in aNewEra, Aamecea, Eldo– ret-Kenya,2006), ha ribadito come il cristiano africano di oggi debba im– parare a dissetarsi nuovamente alla fonte di una spiritualità propria.È questo il primo passo di un viaggio verso un vero eproprio esodomen– tale ed emozionale, dalla situazione attuale di schiavitù spirituale, sfrutta– mento emiseria,verso una nuova terra promessa.Un cammino di libe– razione integrale verso la giustizia, la libertà, una patente di «credibilità» anche spirituale cui l'Africa anela. GUARDARE LAVERITA Il punto centrale del Forum (e in una certa misura anche il suo nervo scoperto) è stato il tentativodi indivi– duare punti di contatto tra ricerca e prassi.Più volteè stato ribadito uno dei principi basilari della teologia della liberazione,cioè che il punto di partenza è la realtà vista da un'ango– latura particolare: il mondo degli op– pressi. Lo ha rimarcato con forza uno dei suoi padri storici, il gesuita spa– gnoloJon Sobrino, ricordando come «levittime e solo le vittime aprono gli occhi alla realtà»,una realtà spes– so ovattata, camuffata da chi vuole difendere privilegi usurpati. Giovanni nel suo vangelo scrive che il maligno è assassino ebugiar– do.Se si vuole costruire unmondo al– ternativoe se si vuole affermarneda– vanti atutti la sua possibilità occorre vincere questomodellodi menzo– gna e ricorrere a chi ti può presenta– re un quadro della realtà veritiero e affidabile. La vittima appare per quel– loche è,con il suo bagaglio di po– vertà,crudeltà e morte, incapace di nascondere una realtà che la umilia e la ferisce. Uno dei momenti più importanti del Forum è stato il pomeriggio dedi– cato alle visite di alcune realtà signifi– cative di Nairobi: gli slums di Kibera e Korogocho,alcuni ostelli per l'acco– glienza dei bambini di strada e, infi- ne, un progetto di sviluppo comuni– tario, iniziato eportato avanti dalla comunità della parrocchia St. Joseph theWorker. Kibera, quartiere dormito– rio di Nairobi in cui vivono,ammassa– te come formiche circa 800mila per– sone, è lo slum più grande dell'Africa. Le vittimeappaiono nude ai nostri occhi, sono n, basta avere il coraggio di guardarle. DALLAVERITA ALLACON-PASSIONE Ma guardare non è sufficiente.Bi– sogna passaredalla contemplazione ' della verità, resa manifesta dallevitti- ' me,a una prassi che le liberi dalleca– tene che leopprimono.«Se il mali- gno - ricorda Sobrino - non solo èbu– giardo,ma ancheassassino, alla verità che smaschera la menzogna deveaccompagnarsi allora una pras- ---------------------------------------------------------------------------------------- MC MARZO 2007 ■ 13

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