Missioni Consolata - Marzo 2007

MISSIONI CONSOLATA ■ ■■ ■■ ■■ ----------------------------------------------------------------------------------------------------------- L a teologia della liberazione è ancora capace di produrre ri– flessioni che puntano asower– tire uno statusquo iniquo e ingiusto per milioni di persone? Può infiam– mare i cuori di tanti cristiani e spin– gerli a lottare acolpi di parola di Dio controquesto sistema, o si è anch'es– sa ridotta a pura conversazione acca– demica,tomba di tante teologie? È ancora capace di chiamare «ami– ci» o «fratelli»le vittime della storia o tende ad analizzarle asetticamente, mettendole in provette da laborato– rio? Si alimenta ancora del sognodi Dio? Si lascia sfidare,assumendole come proprie,dalle provocazioni che vengono dai «grassrootsmove– ments» (movimenti di base),o ha perso lo slancio delle origini? In altre parole: è ancora viva la teologia della liberazione? Questee altre domande sottosta– vanoalla celebrazionedel secondo «Forum mondiale di teologia e libe– razione»,che si è tenuto presso il CarmeliteCentre di Langata, quartie– re di Nairobi che ospita un alto nu– mero di congregazioni religiose e centri di studio teologici importanti come il Tangaza College e l'Univer– sità cattolica dell'Africa Orientale (Cuea). Dal 16 al 19gennaiosi sono riuniti circa 250 partecipanti provenienti da tutto il mondo,pronti a ribadire la vitalità della teologia che,senza dubbio, ha rappresentato una delle più evidenti novità della chiesa post– conciliare, una chiesa che si vuole in– carnare nelle sofferenze di tutte le genti che attendono,già in questo mondo, un segno di liberazione. DA PORTOALEGRE A NAIROBI La prima edizione si era tenuta due anni fa aPorto Alegre (Brasile) e, co– me in questocaso, la riunione dei teologi aveva preceduto la celebra– zionedel WorldSocia/Forum. L'idea di fondo era la seguente:se il motto «un altromondo è possibile» ispirava la riflessione e l'azionedi tanti gruppi e movimenti che operano nel socia– le,tanto più doveva animarecoloro che, perfede,credono veramente chequesta utopia possa realizzarsi. Il titolo che il comitato organizza– tore aveva scelto per l'incontro di Porto Alegre era:«Teologia per un al- tro mondo possibile». Lo sforzo era stato, allora, quello di riunire insieme un pane/ di teologi della liberazione di prim'ordine che potessero offrire un quadro il più possibile esauriente dello stato della riflessione teologica a livello mondiale.Molte conferenze, quindi,mentre poco spazioera stato riservato alcontributodei partecipanti. Quest'anno si è cercato di dedicare buona partedel tempoa seminari e gruppi di discussione e limitando co– sì lo spaziodedicato alle esposizioni degli esperti.li tema, inoltre, si presta- va maggiormente alla condivisione delle esperienze di tutti, essendo de– dicato alla individuazione di una «spiritualità per un altromondo pos– sibile». Altra nota positiva è statoorganiz– zare questo secondo Forum in Africa e in modo particolare a Nairobi.In– nanzitutto per l'importanza che la capitale del Kenya riveste oggi a li– vello teologicograzie alla presenza di tante istituzioni accademiche e di ricerca,non soltantocattoliche;ma anche perché Nairobi è in gradodi offrire utilissimi spunti di riflessione a una teologia che vuole far partire la sua riflessione dal basso,da quegli anfratti del mondo che rimangono i- nesplorati acausa della miseria e del disagio che li invade.Non vi è città al mondo,oggi,che vive il dramma di un'urbanizzazione selvaggia,forzata e rapida,come quella che riempie quotidianamente legià traboccanti baraccopoli della capitale kenyana. TEOLOGIA AFRICANA Un altro punto positivoè rappre– sentato dallo spazioche la teologia africana ha avuto all'internodel Fo– rum. Le presentazioni degli studiosi Affresco simboleggiante la spiritualità della liberazione. Pagina accanto, gli studenti del«TangazaCollege» accompagnano con la musica un incontro di preghiera. del continente hanno seguito due coordinate principali: l'incontro del mondo africano e della sua religio– sità con le grandi religioni e il dialogo che con esse può nascere. La seconda coordinata era orienta– ta al socialee soprattutto alle do– mande allequali la teologia è chia– mata a dare risposta oggi in Africa.La difesa dell'ambiente, il cappio del de– bito estero, la pandemia Hiv/Aids, il --------------------------------------------------------------------------------------------- MC MARZO 2007 ■ 11

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