Missioni Consolata - Febbraio 2007

i ADDIS ABEBA (ETIOPIA) I I GLI ULTIMI 1 SARANNO I PRIMI • l I Q uando il destino ti fa nasce- I re in un ambiente di degra- t do, dove l'attività quotidia- 1 na è la sopravvivenza, e sei ancora , nel pieno della giovinezza, evadere I nei desideri e sogni rigenera dentro , la speranza. Arriva un concorso 1 internazionale di pittura, con un f viaggio in Egitto come primo pre– l mio. Ce la metto tutta, con la cer- l tezza di vincere. In risposta mi arriva 1 un pacco di colori e pennelli. «Che ~ gioia! Ho vinto un premio!». Conti- t nuerò a impegnarmi per migliorare I ., t sempre p1u. ' Condivido una stanza in affitto con , mia sorella che è infermiera nell'o- : spedale di Madre Teresa qui vicino. t Intanto i miei sogni di speranza ! continuano. Dalla mia finestra pos– t so intravedere l'Accademia di belle J arti dell'Università di Addis Abeba. ~ Mi piace andare spesso a ispirarmi [ nella galleria d'arte degli allievi. Per t me è uno stimolo in più, un punto t di riferimento. I !.'.anno scorso fui colpita da una I grande sorpresa, quando lessi I ' all'entrata della galleria l'elenco dei 1 nuovi 25 studenti ammessi per i : prossimi quattro anni. I Nel concorso per l'ammissione Fit– f sum Teshome risultava il primo [ dell'elenco, con la media di 95 su ! 100. «Gli ultimi saranno primi» ho , pensato. I 74 ■ MC FEBBRAIO 2007 H o sempre avuto una grande stima per Fitsum, che ho sempre considerato grande pittore, da quando studiavamo insieme arte pittorica sotto la guida di padre Renato Saudelli, nell'orfa– notrofio diretto dai missionari della Consolata in Asella. «Riuscire primo su 150 partecipanti da tutta l'Etiopia, dopo due setti– mane di esami, è stata una grande vittoria non solo per me ma anche per tutti gli orfani della missione» dichiara soddisfatto Fitsum che oggi è qui con me. Timido, riservato, di poche parole, di uno sguardo dolce e affabile, il mio amico ventenne, smilzo, mostra ancora i segni di un'infanzia soffer– ta, rimasto senza genitori fin dal secondo anno d'età. Ricorda spesso suo fratello maggiore, Efrem, che si è sposato e fa il meccanico a Naza– ret. È lui che lo ha portato con sé nella missione di Asella dove sono cresciuti insieme. Il giovane pittore etiopico Fitsum Teshome ealcuni dei suoi quadri dipinti su cuoio. O ggi, come fa spesso quan– do è libero dagli impegni scolastici, Fitsum dipinge con me nello studio del nostro abba (che nella nostra lingua vuol dire padre). In riconoscenza verso il missionario per la prima volta ha voluto mostrargli il risultato del lavoro fatto durante il primo anno d'università: enormi rotoli di carta da disegno con ritratti dal vero di figure umane nelle più svariate pose, facce a colori su cartoncino, studi di anatomia, nature morte, icone su pergamena... Un salto di qualità che gli ha guada– gnato subito un gioioso gesto di approvazione del suo vecchio «mae– stro», che gli promette di esporre i suoi lavori in Italia. «Proveremo a esporli in Italia nei mercatini pro– missioni - promette abba Renato -; poi tenteremo di entrare nella cate– na del commercio equo e solidale, insieme ai tanti lavori di ricami a mano fatti dalle nostre ragazze». Il nostro abba ci fa volare sulle ali della speranza col suo motto: «Guarda l'invisibile e anche l'impos– sibile si realiuerà». Con la sua gran– de fede, insieme alla sua filosofia di scoprire le opportunità dietro ai problemi, abba Renato è riuscito a fare di tanti di noi, considerati gli ultimi della terra, i primi per un mondo nuovo pieno di speranza. Yetinnaet Duguma In Italia idipinti di f'llsum sono disponibili presso Mor~ ~rttor~ e_ [)yoo Ajko~~: tel 06/886231 S; e-moil. moV1.migoleddu® tiscoh.it, peaceme@tiscoli.~. In Etiopia: abborenoto@hotmoil.com

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