Missioni Consolata - Febbraio 2007

I I REMOUNO (COLOMBIA) I OCCHI CHE... NON POSSO DIMENTICARE I giorni scorsi ero in visita ad alcu- ' ne veredas (villaggi) e ho avuto I un incontro che mi ha portato a l fare alcune riflessioni, che desidero r condividere con voi. In piena foresta amazzonica ho incontrato i guerriglieri. Ho chiesto loro: «Posso fare una foto?». Per , ovvie ragioni non me l'hanno per– : messo. Ma l'immagine che volevo : fissare nella mia telecamera è rima– ! sta ugualmente impressa nella mia I mente. ' Faceva parte del gruppo anche I Yolanda, una ragazza di 22 anni, I guerrigliera, armata di fucile, per I difendere el pueblo (la gente). Ho I davanti a me il suo volto pulito, con i lineamenti che ricordano l quelli degli antenati di questa ter– ra, i suoi occhi neri e i lunghi capelli raccolti, che richiamano la t sua femminilità, nascosta però ~ dentro una tuta mimetica che non ~ le dà la libertà di esprimere il suo ~ essere donna. r Quando si è chinata per abbraccia– ' re un bambino al posto del fucile, ~ ho visto i suoi occhi brillare di gioia; ~ quando si è avvicinata a me, per I ben due volte, non sapevo se consi– t derarla come donna o come un mili– t tare, come madre o come portatrice di morte. 12 ■ MC FEBBRAIO 2007 Conosceva già il mio nome (io non glielo avevo detto) e lo pronunciò anche bene: «Padre Angelo». Sentivo che cercava qualcosa da me, una sicurezza... qualche parola. Non sapevo cosa dirle. Le doman– dai da dove veniva e mi indicò la regione di provenienza; le chiesi da quanto tempo faceva parte di quel gruppo e rispose che si era arruola– ta da poco tempo. Ma quando le domandai perché avesse scelto quella strada non seppe risponder– mi. Equando ripresi il mio cammino rimase dispiaciuta. e i sono altre f9to che non potei scattare, ma che sono rimaste nella mia mente in modo indelebile e ad alta definizio– ne. Sono stampate nel mio cuore ed esprimono la sofferenza di un popolo che sta combattendo una delle peggiori guerre... contro se stesso. - Quando finirà questa guerra? domando ad uno dei capi del grup– po. - Fino a quando ci saranno ricchi e poveri, mi risponde. - Allora non finirà mai, concludo. Mi chiede se condivido in parte la loro causa. - Sono qui per stare con la gente di questo territorio, perché impari a pensare con la propria testa. Per questo è importante lo studio. Se istruiamo la gente possiamo creare Padre Angelo Casadei mentre amministra il battesimoeguida una processione per la pace. veri «rivoluzionari», cioè persone che sanno scegliere e agire senza farsi ingannare. - Pensiamo allo stesso modo, affer– ma il guerrigliero. - Sì! Ma voi la giustizia la fate con il fucile, noi con il vangelo. Voi volete conquistare il mondo con le armi, noi con la croce. R itornando alla missione, ho avuto tempo per pensare al dialogo di pace in corso, più volte osannato dalle due parti, governo e guerriglia, ma che in pra– tica è in una situazione di immobi– lità e non sembra avere una via d'u– scita. Continuo a pensare: «Cosa posso fare io in mezzo a questa guerra assurda? Come posso parlare di Gesù se ancora oggi è "scandalo" per certi pensatori e "stoltezza" per i fondamentalisti di ogni genere? Sì!, sono qui per tutti, in modo par– ticolare per quel terreno buono che vuole accogliere la parola di Dio. È il Signore che semina; noi cerchiamo di irrigare e far crescere. I frutti si vedono perché il seme è buono è quello di Dio». Signore dacci ogni giorno il tuo pane per crescere e far crescere, per donare te, che sei parola di vita eterna. Con questo appello a Dio vi chiedo di pregare con me per que– sta terra colombiana, per la sua gente, per me e per tutti i missiona– ri, perché portiamo sempre con coraggio l'unica vera consolazione, Gesù Cristo. Angelo Casadei

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