Missioni Consolata - Febbraio 2007
TuttoMondo RORAIMA (BRASILE) --===::::i I , IL DRAMMA : CONTINUA I ' ~ N on mi vergogno a dirlo: 1 ~( tante volte muoio di pau- 1 ~ ra! Spesso di notte ven- : gono a dirmi che i bianchi, che han- no invaso le terre indigene, stanno ! arrivando per catturare i missionari; : e allora io e suor Leta, che lavora ! con me nella missione di Cantagallo, ~ siamo costretti a fuggire nella sava– } na e a dormire nascosti nelle capan- ne di qualche indigeno, restando là , finché non ci giunge notizia che le I acque si sono calmate. Ho la cura religiosa di 31 comunità, 1 ma in due anni sono riuscito a visi- ~ tarne solo 5, e sempre di sorpresa, ~ perché i bianchi continuamente ci ~ tendono agguati. A volte i missiona- ~ ri sono fermi per due o tre settima- ~ ne nella capitale, a Boa Vista, per- ~ ché non riescono neanche a entrare I nell'area indigena. Persino tre agenti della polizia federale, che avevano osato introdursi nella zona, sono , stati catturati e sequestrati per una I decina di giorni». , È l'angosciata testimonianza di l padre Mario Campos, uno dei mis– \ sionari della Consolata che, insieme : alle missionarie, lavorano nella mar– I toriata Raposa Serra do Sol, a I Roraima (Brasile). Qui la terra è sta- ta finalmente omologata, cioè rico– : nosciuta di diritto agli indigeni, il 15 : aprile 2005; ma da allora ben pochi l dei 7 mila bianchi che hanno invaso , l'area se ne sono andati, come inve– : ce prevedeva il Decreto del presi- ' dente Lula; anzi, sono aumentate le : violenze e le minacce agli indigeni e ; a chi sta al loro fianco. l Troppo forti sono gli interessi dei f grandi allevatori di bestiame e colti– t vatori di riso, dei commercianti di I legnami e cercatori di minerali. Ci aveva detto a Brasilia Mercio Pereira Gomes, presidente della Funai, l'or- ganismo governativo che si occupa del mondo indigeno: «Roraima è l'ultima frontiera del capitalismo selvaggio in Brasile, e i politici di n odiano gli indios. Lo stato centrale non può intervenire sia per la diffi– coltà oggettiva di operare in un ter– ritorio così vasto e disagiato, sia per il timore di scatenare una guerra civile». «Ma noi continuiamo a lavorare a fianco degli indigeni», continua padre Campos. E ci accompagna a partecipare a una toccante santa messa, che gli indios hanno voluto FILO DIRETTO tra i missionari della Consolata e i loro amici nei quattro continenti Surumu: anniversario della distruzione della missione ecartello con scritto: «Hanno distrutto le pareti,ma non il nostro sogno». celebrare proprio a un anno dalla distruzione da parte dei bianchi della missione di Surumu, quando, il 17 settembre 2005, furono brucia– te la chiesa, la scuola, il piccolo ospedale. Siamo accolti da circa 200 indigeni che, nei costumi tradizionali, canta– no e pregano in quattro lingue diverse: macuxf, wai-wai, ingarik6, wapichana; e sono presenti anche rappresentanti dei popoli tuare– pang e jekuana. Raccontano la drammatica avventura vissuta un anno fa, quando 150 persone arma– te e mascherate distrussero tutto, picchiarono indigeni e insegnanti, cercando di catturare padri, suore e missionari laici, che fortunatamente riuscirono a scappare. «Hanno bru– ciato i muri, i nostri vestiti, i nostri libri, i nostri quaderni, ma non il nostro sogno» affermano con orgo– glio. E ancora: «Persistere, resistere, mai desistere!». E a noi del Comitato Roraima, anda– ti fin là accompagnando Alberto Chiara e Nino Leto di Famiglia Cri– stiana per un reportage su questa _,.___...__._~_,._ ....._ ...________..._____ ,...i ___________._._..___...,__... ____..,... ...___ ,. ...___..,_ ------- 70 ■ MC FEBBRAIO 2007
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