Missioni Consolata - Febbraio 2007

■ RWANDA ■ di Alessandro Moreschi --------------------------------------------------------------------------------------------------------- Esperienza estiva di un gruppo di giovani di Reggio Emilia : Da oltre 40 anni la diocesi di Reggio Emilia è legata I : alla chiesa rwandese. Tra le varie iniziative figura : anche l'invio di gruppi giovanili desiderosi di fare I : esperienze di missione.Quelloguidato dal padre ! Moreschi ha animato oltre 700 giovani di ogni : etnia, gettando un seme di speranza in un paese : che non è ancora riuscito a liberarsi dall'incubo I : dei genocidi perpetrati nel recente passato. I I I I I I : p aese dalle mille colline}), : ({ come è spesso definito, il : Rwanda si trova a un gra- : do emezzosotto l'Equatore, schiac– : ciatotraTanzania e Congo, Uganda eBurundi,con cui costituiva un terri– torio unico durante il periodo colo– niale. Grandecome la Sicilia,è po– polatoda quasi 9milioni di abitanti. La scorsa estate vi ho trascorso tre settimane, insiemea un gruppodi giovani della diocesi di Reggio Emi– lia per un campo di esperienza mis– sionaria. li legame tra la diocesi di Reggio e il Rwanda risale al 1969,quandovi , approdò padrenzianoGuglielmi, missionario reggiano della congre– gazione dei Padri Bianchi. Tale lega– me è diventato sempre più forte,an- che dopo la morte del missionario, awenuta il 19 maggio 1980 in un in– cidente aereoalle pendici del vulca– no Bisoke, nel nord del Rwanda.An– zi, proprio tale disgrazia ha portato alla costituzione del gruppo «Amici del Rwanda. PadreTiziano», per con– tinuare le opere awiate dal missio– nario reggiano nella missione di Rwamagana,realizzando la costru– zione di una scuola, un centro ospe– daliero, la casa per le suoree un'altra per i volontari. La guerra civile dell'aprile-luglio 1994e conseguente genocidio ha costretto il gruppo e la diocesi a in– terrogarsi sul loro ruolo nel futuro del paese martoriato.Don Luigi Gu– glielmi,fratello di padreTiziano e al– l'epoca direttore della Caritas dioce- sana, volleawiare un progetto che coinvolgesse più direttamente la diocesi reggina e fosse segno di spe– ranza e di solidarietà con la popola– zione e la chiesa rwandese. Nasceva così, nel 1995, il primo progetto Amahoro (pace, in lingua rwandese) a Munyanga, nella dioce– si di Kibungo: una casa-famiglia per accogliere i bambini rimasti senza genitori.Tale progetto non si limita a fornire le strutturemateriali,si tradu– ce soprattutto in una esperienza di comunità tra volontari italiani e rwandesi,condividendo insieme la vita quotidiana,orientamenti e scel– te per l'avanzamento del progetto. Oltre un centinaiodi volontari ita– liani si sono awicendati per assicu– rare il servizio della casa Amahoro e per aprirne di nuove in altri luoghi, comea Kabarondo eBare. Aquesti volontari si sono presto uniti anche gruppi giovanili,desiderosi di fare e– sperienzemissionarie e realizzare progetti minori attraverso campi e– stivi di qualche settimana. A nche il 2006 ha visto partire da Reggio Emilia due delega– zioni di volontari.La prima,al– l'inizio dell'anno,aveva il compito di aggiustare delle pompe che si erano bloccate;la seconda,ad agosto,era il nostro gruppo di giovani, che ha tra- TRISTI LE MILLE COLLINE Veduta del lago Kivu al confine con il Congo.

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