Missioni Consolata - Febbraio 2007
MISSIONI CONSOLATA ■■ ■ ■ ■■■ ---------------------------------------------------------------------------------------------------------- il padre-. Lasciarla sempre aperta in questa zona della città è pericoloso». Fuori dal convento, infatti, un vo– ciare continuo e macchine che pas– sano da tutte le parti fanno capire che BarriosAltos è un quartieremol– to frenetico, dove ognuno vende quel poco che ha,e chi non ce l'ha vive di espedienti. I problemi sono gli stessi di altre grandi metropoli,ma qui a Lima la forbice economica è in conti– nuoaumento ed è sottolineato «geograficamente»: l'indigente non ' incontra quasi mai il ricco e vicever– sa, poiché questi vive nei quartieri lussureggianti che finiscono sul ma– re come Miraflores o quelli delle grandi ville come Los 0/ivos, dove le strade sono perfette e i marciapiedi sono puliti.Unico punto di contatto, leentrate delle tangenziali.Ma è un attimo, basta un rombo e una chiu– sura di finestrino, e via. Dall'altra parte,sulla strada,la vita è ardua.Nonostante il clima tempe– rato, polvere e smog fanno ammala– re migliaia di personeogni giorno. li peruviano in condizioni di povertà, come del resto molte altre popola– zioni sudamericane, è tenace e sorri– de sempre alla vita,anche quando le cose non vanno granché bene.Spes– so nasconde i problemi,ancor più spesso (equi si parla degli uomini) si attacca alla bottiglia,primo passo per la rovina di sé e della famiglia. Non che manchino le istituzioni,a Lima e in Perù:dal 2001 aquesta parte, owero dopo gli scandali di corruzione legati al dittatore Alberto Fujimori e al suo braccio destroVla– dimiroMontesinos, la situazione po- litica nel paese sembra aver cambia– to rotta. li presidente AlejandroTole– do, seppur mai troppo indipendente dal governo degli Stati Uniti, ha av– viato nuove riforme e cercato di farsi ricordare come una figura «pulita». Ha aperto relazioni con altri paesi sudamericani e asiatici, pur manife– stando qualche rancore,soprattutto verso i vicini cileni, con i quali,dalla fine della guerra del Pacifico (1884), il Perù non ha mai avuto un rappor– to veramente amichevole. Un'altra svolta è awenuta con le elezioni di aprile-maggio 2006, nelle quali, a scapitodi una nuova figura politica, rappresentata dal militare nazionalista e indigeno Ollanta Hu– mala, ha preso il potere il socialde– mocratico Alan Garcia,che dice di essere al governo per portare il Perù ad avere più peso internazionale e ridurre drasticamente le differenze interne. M a ce la farà dawero? «I çle– trattori sono tanti,ma un po'di speranza non guasta» dice padre Camilio, profondo cono– scitore della politica peruviana. Di certo una sorta di redistribuzio– ne delle ricchezze non farebbe ma– le,soprattutto considerando un al– tro fattore importante di sviluppo:il turismo. li Perù è la culla degli Inca;a Macchu Picchu e alla città sacra di Cuzco arrivano centinaia di migliaia di visitatori ogni anno.Al sud ci sono splendidi scenari naturali, il canyon del Calca, lemisteriose linee di Naz– ca, la splendida città bianca di Are– quipa, la penisola desertica di Para– cas.AI nord, l'immensa foresta amaz– zonica. Il potenziare questo settore e il di– videre equamente gli introiti senza affidarli a società private,che «de– predano» il mercato,come accade per il monopolio ferroviario che Pe– ruRail ha per Macchu Picchu, porte– rebbe nuova linfa vitale ai peruviani. Un turismo, naturalmente,che si at– tui nel rispetto dei luoghi e delle tra- Accanto,San Cristobal, unodei quar– tieripoveri della periferiadi Lima. Sotto, «Villaggiogiovane», formato dagli ultimi immigratinella periferia della capitale. In basso,padreCamilioScapin, direttore delseminario camilliano. dizioni e alla ricerca del Perù nasco– sto, non soloquellodegli abbaglian– ti depliantdelle agenzie di viaggio. Si potrebbe cominciare proprio dalla «brutta» Lima,che poi,sotto la sua niebla,così brutta non è. E per- ché no, passareda BarriosAltos, nei pressi del Conventodela Buena Muerte,a visitare le opere dei camil- , liani.Magari fermandosi qualche settimana,qualchemese, per dare una mano.«Abbiamo sempre biso– gno di persone con tanta buona vo– lontà», suggerisce con un sorriso pa– dreZeffirino. ■ -------------------------------------------------------------------------------------- MC FEBBRAIO 2007 ■ 23
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