Missioni Consolata - Febbraio 2007

■ LIMA (PERÙ) E ccoci di ritorno nelle baracche, quindi.Qui, nascosti tra i vicoli e le strutture fatiscenti di quar– tieri come Cal/ao,Ventanilla e tanti altri,si addentrano i camilliani e i lo– ro aiutanti.Le visite sono sempre or– ganizzate prima.Alla gente del po- ' sto il camioncino bianco è sempre più familiare e,dove prima c'era dif– fidenza,ora c'è un sorriso,anche se malato.Come quello atre denti di Ana,31 anni,ma che ne dimostra al– meno il doppio per lo stato avanza– to della malattia,e i sorrisi dei suoi fi– gli Nina e Andres,3 e 6 anni,che gio– cano con alcune scatolette nella piccola aia di terriccio. «lo so di non averemolta vita da– vanti,ma ai miei figli vorrei dare qualcosa di più - diceAna -;ma mi ri– tengogià fortunata: loro non hanno A destra esotto,madriaccudiscono i loro bimbinel/'Hogar. ■ ■■ ■ ■■■■ Polizia peruviananella capitale. preso la malattia grazie alle cure,già questo è un piccolo miracolo». Come Ana,tantealtre donne han– no ripreso la speranza dopo aver co– nosciuto l'Hogar.Oggi anche lo sta– to peruviano,dopoanni di totale as– senza, riconosce il lavoro dei camilliani e collabora ai loro proget– ti,soprattutto dal punto di vista eco– nomico.Dall'iniziodel 2006 molti bambini del Centro hanno anche una famiglia (italiana) in più,grazie all'adozione a distanza, sostenuta dall'organizzazione non governativa Coopi (Cooperazione internaziona– le), che ha sede a Milano e una storia di 40 anni nella cooperazione. M a la presenza dei padri ispi– rati a san Camillo, patrono dei malati e dei dottori,vive anche di altre splendide realtà. Una di questeè il seminario,sorto nel 1980dopo l'arrivo di padre Giusep– peVilla dall'Italia. Dagli 8 seminaristi peruviani con i quali è iniziata la scuola vocazionale, oggi si arriva quasi a40,molti dei quali provengo– no dalle terre amazzoniche, nel nord ' del paese. Oggi a dirigere la scuola del semi– nario èpadre Camillo Scapin, sacer– dote veneto,da più di 20 anni aLi– ma.«Ogni anno accogliamo nuovi studenti,mentre altri finiscono gli studi e sono aun passo dall'ordina– zione - dice padre Camillo-.Anche qui levocazioni sono diminuite,ma quelli che arrivano sono convinti, ra– ramente lasciano gli studi durante il cammino di formazione». Gli alunni del seminario,oltre agli studi teorici,seguono la vocazione camilliana fin da subito,entrando come volontari nelle strutture ospe– daliere della città per portare assi– stenza e spiritualità ai malati.Alcuni di loro,terminati gli anni da semina– risti, ricevono la chiamata per lavora– re in altre nazioni.Oggi i camilliani sono uno degli ordini più presenti nel mondo:offrono il loro servizio in ben35 paesi. Padre Camilio, oltre all'insegna– mento, passa molto tempo negli o– spedali della capitale enellestrade. • Con lui può capitarti di fare un giro nella Lima «quotidiana»: i mercati vi– vacissimi epieni di frutta esotica mai vista in Europa, le scuole blu co– struite qualche anno fa nei quartieri poveri dal presidente-/adròn Fujimo– ri a caccia di voti;oppure,nella Lima storica: le catacombe, la casa di San– ta Rosa da Lima,prima santa del continente americano di cui i peru– viani sono devotissimi, il monte San Cristobai,che domina tutta la città e, quando la niebla lo consente, per– mette di vedere il mare, posto alla fi– n~ dei quartieri ricchi. «Ma anche qui da noi c'è qualcosa di particolare» svela padre Camillo, che apre le porte della lglesia de la BuenaMuerte, chiesa del convento spesso chiusa al pubblico per salva– guardarne i tesori storici,tra cui una serie di quadri inedit.i del Veneziano. «La chiesa è comunque aperta a chiunque voglia pregare - continua -------------------------------------------------------------------------------------------- 22 ■ MC FEBBRAIO 2007

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