Missioni Consolata - Febbraio 2007
MISSIONI CONSOLATA ■■ ■■ ■■■ ---------------------------------------------------------------------------------------------------------- Giovani di Martinafranca (TA) in vi– sita allacasa natale del beato Giuseppe Al/amano a Castelnuovo Don Bosco (AT). attività apostolica e un'intensa inti– mità con il Padre,manifestata in mo– do particolare nel silenzio e nella o– razione (CSS 1,265). In secondo luogo ricorda che lo stesso Gesù chiese di essere imitato nell'umiltà e nella mansuetudine: «Imparate da me che sono mite e u– mile di cuore». Sottolinea come la mansuetudine abbia caratterizzato costantemente tutto il ministero a– postolico di Cristoe vuole che diven– ti un'attitudine che marchi vita eat– tività dei suoi missionari: sa, l'Allama– no,che qualsiasi tipodi violenza costituisce un ostacolo per l'evange– lizzazione. Terzo, il fondatore si associa alla meraviglia delle tante persone che presenziandoquanto Gesù realizza– va nelle sue opere, pieni di ammira– zione esclamavano: «Ha fatto bene ogni cosa» (Mc 7,37).Nell'esegesi at– tuale si identifica questa frase dell'e– vangelista Marco come un'allusione al libro dellaGenesi (Gen 1,31),at– traverso la quale l'autore vuole pre– sentare l'opera di Gesù come una nuova creazione. Le parole dell'Alla– mano non puntano verso questa in– terpretazione. Al contrario,mettono in evidenza il fatto che,dall'incarna– zione al Calvario,Gesù vede tutta la sua vita in perfetta sintonia con la volontà del Padre. Per questa ragio– ne, il fondatore insiste che «non ba– sta fare il bene, ma farlo bene; cioè che ogni nostra cosa anche buona sia fatta nel retto fine e con tutte le circostanze volute da Dio» (CS Il, 669). Questa frase fa riferimento adue elementi fondamentali: la retta in– tenzione e la sintonia con la volontà di Dio. Fare il bene ben fatto implica un'attitudine spirituale eucaristica: tutte le nostre azioni se vogliamo farle bene dobbiamo farle per lui, con lui e in lui (CSS 11,305). «Far bene il bene» si riferisce an– che alla dimensione materiale delle opere.Un accumulo eccessivo di la– voro, per esempio, può impediredi fare questo lavoro bene.Aquestori– guardo, l'Allamano si mostra contra– rio ad assumere territori di missione sproporzionatamente estesi.Vuole, invece,che i suoi si limitino a pren– dersi cura di territori a cui possano poi offrire adeguata assistenza.Non gli importa che siano fatte molte co– se, ma che quello che si fa sia fatto bene. Quando l'Allamano parla di «imi– tazione di Cristo», non intende una copia materiale del suo comporta– mento o una mera ripetizione delle sue azioni.Questa espressione indi– ca, al contrario, un'intima partecipa– zionedel cristiano alla vita di Cristo e, nello stesso tempo, di Cristo nella vita del cristiano. Moltevolte, suggerisce ai suoi che si chiedano:«Che cosa farebbe Cri– sto se si trovasse al mio posto?». Questa domanda, nella sua estrema semplicità, riconosce che la vita cri– stiana esige un costante discerni- • mento.Spingea conoscere il cuore di Cristo, il suomodo di sentire edi relazionarsi con la vita,con gli altri e con il Padre,facendo proprie le sue attitudini fondamentali.Saranno poi esse adeterminare il nostrocompor– tamento nel contesto in cui viviamo, inevitabilmente diverso da quello in cui visse Gesù e, quindi, bisognoso di un approccio differente. I n altre parole potremmodire che viveredi forma adeguata all'espe– rienza di rivestirsi di Cristocomporta, in primo luogo, l'assumere piena– mente la dimensione storica della propria esistenza.Ciò vuol direche il cristiano vive inserito nel suo tempo, nel suomondoma,nello stesso tem– po, in costante riferimento alla perso– na di Gesù.Questo lo porta avivere come lui,ma nel proprio contesto so– cio-culturalee storico.Un continuo discernimento diventa, quindi,con– dizione essenziale per la realizzazio– ne di una vita cristiana.Questa infatti, per potersi considerare tale,deve es– sere vissuta non al margine,ma inse– rita nelle tensioni edifficoltà caratte– ristiche della storia:«Voi siete il sale della terra e la luce del mondo» (Mt 5,13). Gesù,Dio e uomo, non rifiutò nul– la di quello che è pienamente uma– no. L'incarnazione mostra che non esiste opposizione fra il mondo di Dio e il mondo degli uomini equal- • siasi tipo di dualismo che tenda ad opporsi aqueste due realtà non è autenticamente cristiano. Senza perdere di vista che il tempo ancora deve raggiungere la sua pienezza e solo allora la configurazione con Cri– sto risuscitato sarà pienamente rag– giunta. ■ Luiz Balsan è un missionario della Consolata brasiliano; dottore in teolo– gia, professore di spiritualità, attual– mente è rettore del seminario filosofico della Consolata di Curitiba.Collabora alla rivista Missoes. Abbreviazioni: CS: Conferenze Spirituali CSS:Conferenze Spirituali alle Suore --------------------------------------------------------------------------------------------- MC FEBBRAIO 2007 ■ 13
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