Missioni Consolata - Gennaio 2007
rivista@missioniconsolataonlus.it ACQUA SPRECATA... NEl CAMPI DA GOLF C ari missionari.Nel bel dossiersull'acqua (dr.M.C.n.6/2006) si parla, tra l'altro,dell'incidenza che certe nostre cattive a– bitudini hanno sul bilancio idrico globale. In particolare M. De Paoli stigmatizza gli eccessivi consumi domestici degli italiani (250 litri d'acqua potabile al giorno,contro 159 degli svizzeri e 119 degli svedesi...) e il fatto che appena l'l% di quest'acqua vienebevuta,mentre«il39%se ne va in igiene personale,il20% per il wc, il12% per la lavatrice...». ~un tipodi approccio sul quale anche leamministrazioni lo– cali puntanomolto.Chi non ha mai sentito il proprio sindaco e gli assessori competenti raccomandare un uso più limitato,più sanoe responsabiledell'acqua?Chi non ha mai partecipatoad assemblee e dibattiti organizzati dal comune, provincia o re– gione,in cui il relatoredi turnosupplicava di fare la doccia piut– tosto che il bagno in vasca, chiudere il rubinetto mentre spal– miamo il dentifricio sullo spazzolino, dare alle piante del giar– dino solo l'acqua realmente necessaria, non usare il tubo quando laviamo l'autoo lamotoepersinodi ridurre al minimo l'uso dello sciacquone della toilette? Sono esortazioni econsigli ineccepibili, che però una parte considerevole della popolazionemostra di tenere in bene mi– sera considerazione. Emi domando:se tanta gente continua a sprecare acqua, non è anche perché è venuto meno il senso di appartenenza alla comunità civile, al territorio, allo stato? Sta– to eamministratori locali non potrebbero essere più coerenti? Come si può pensare di incentivare il risparmio idrico, se si ri– nuncia adare il buon esempio esi cede alla suggestione di un business come quello del golf? Che testimonianza di serietà e rigore danno quelle giunte che rilasciano permessi per la rea– lizzazionedi campi da golfdi dimensioni enormi, pur sapendo che enorme sarà anche laquantità d'acqua che seneandrà per mantenere queste superfici in buone condizioni? N el mondo- scriveva nel1993 Renzo Garrone,fondatore « di RAM,associazione di turismo responsabile- esistono circa 24mila campi da golfealtremigliaia in costruzione o già pianificati. In media uno di essi misura circa 100 ettari di su– perficie. La loro proliferazione implica severi contraccolpi per le comunità locali: perdita forestale, sottrazione dei terreni a– gricoli, spoliazione delle risorse idriche, contaminazione dei suoli con pesticidi ediserbanti. Per mantenere l'erba florida e verde, un campo da golf ne– cessita di 4-5 milametri cubi d'acqua al giorno:l'equivalentedi quanto viene usato in un villaggio thailandese di 1.200 perso– ne per bere e lavare, eccettuando gli scopi agricoli. Un'esten– sioneagolfconsuma,permantenersi verde,tanta acquaquan– toun ugualecampodi riso. ~ ammissibile cheterrebuone,spes– so le migliori terre agricole, e acqua in quantità enormi debbano essere destinate così massicciamente all'industria dellosvago,specie in paesi dove i problemi di sussistenza quo– tidiana sono lungi dall'essere risolti? Sotto il manto erboso va scavato un complesso e ramifica– tissimo intrico di canaletti, che servono all'irrigazione: il terri– torio da trasformare incampo da golfva quindi rivoltato come un guanto e poi continuamente curato.Massiccio è l'impiego di erbicidi epesticidi, poi dilavati nelle acque della zona. Altri risvolti sociali vengono messi sotto accusa.Nelle aree destinate a campi da golf, esplodono i prezzi della proprietà fondiaria, mentre una modalità aliena al vivere locale (col golf arriva il resto dello sviluppo legato al turismo d'evasione) por– tano sempre con sé corruzione, ulteriore disuguaglianza eco– nomica, violazione dei diritti umani, criminalità. Se autorità e governi accolgonogeneralmentecon favore questa ondata di investimenti, solo le élites ne beneficiano dawero, mentre la gente comune viene privata della terra». T ra il1993 e il2005 il numero dei campi da golfnel mondo è passato da 24mila a30mila con un aumento del25%.11 nu– mero complessivo dei golfisti ha superato quota 50 milioni:di questi,5milioni sono europei e70 mila italiani.Di questi italia– ni, secondo Fulvio Golob, direttore di Golf turismo, almeno 1O mila periodicamente «migrano»in cerca «di sole e nuovi sce– nari con cui confrontarsi...». «l nuovi scenari»sono.proprio quelli denunciati da Garrone: paesi africani,del sud-estasiatico,dell'America Latina.Paesi po– veri e indebitati, dove l'elevato Pii è un indicatore di degrado, frutto di sciagurate politiche economiche, che hanno calpe– stato i diritti umani più elementari (a cominciare dal diritto al– la vita...) eportato gli ecosistemi al collasso. Non mi risulta sia stata trovata una formula magica in grado di rendere i campi da golf meno esigenti in fatto di acqua. Quando qualcuno l'avrà trovata...forse potremo cominciare a parlare di «golfetico», come parliamo di caffè etico, cacao eti– co,banane etiche... Per ora, se ci teniamo dawero aessere eti– ci,equi esolidali anchesu questoversante,se desideriamoche la risorsa acqua sia ovunque gestita in maniera responsabile e rispettosa dei diritti di ognuno, l'unica cosa che possiamo fare è opporci con decisione al golf, senza demoralizzarci quando ci accorgiamo di essere in minoranza esenza farci spaventare dalle solite accuse di «oscurantismo»,«estremismo»,«comuni– smo», «ecoterrorismo» ..., lanciate da uomini e donne che, pur militando in partiti che sembrano acerrimi nemici, quando di mezzo ci sono certi business, riescono a raggiungere un'identità di vedute praticamente perfetta e a costrui– re alleanze inaffondabili. LUCIANO MONTENIGRI, fANO (PU)
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