Missioni Consolata - Gennaio 2007
Nuovi protagonisti in America Latina CONTADINI ED INDIGENI Dopo una interminabile tornata elettorale, l'America Latina si ritrova diversa. Chi ha vinto? Chi ha perso? Cosa succederà ora? D opo l'articolo dello scorso settembre In cui si rac– contava dell'esperienza radiofonica di 4 giovani la– tlnoamerlcani (Carlos, Maria Helena, Sania ed Alvaro), abbiamo pensato di offrire loro Wlél collaborazione con la rivista. Da qui nasce Radio di carta, la nuova rubri– ca che ora avete sotto agli occhi. In essa si affronte– ranno alami argomenti trattati nel progranuna «Tropico UtopicO>t, In onda ogni domenica sull'emittente torine– se Radio Flash (www.radioflash.to ). Le puntate di Radio di carta - a cadenza mensile o bimensile - sa– ranno ftnnate di volta In volta da uno o più conduttori della trasmissione. D icordiamo - Infine - che questa prima puntata di .IUadfo df carta sarà ascoltabile In lingua spagnola, con la voce dell'autore José Carlos Bonino Jasaui, sul sito www.mlssJonlconsolataonlus.it a partire dal 22 gen– naio 2007, come spiegato alla pagina 54 di questo stesso numero. Buona lettura e buon ascolto. Paolo Moiola 56 • MC GENNAIO 2007 N egli ultimi decenni i fenomeni politici in America Latina si sono generati per «ondate»: governi militari, violenza e guerriglie negli anni Settanta e parte degli anni Ottanta, democratizzazione socialdemo– cratica nel resto degli anni Ottanta, globalizzazioni e modelli neoliberisti negli anni Novanta e attualmente il sorgere di «un'ondata» di governi progressisti. Con la fine del2006 si è chiuso il ciclo elettorale che ebbe inizio nel2005. Nell'ultimo anno si sono svolte elezioni presi– denziali nella maggioranza dei paesi dell'America Latina, definendosi in questo modo il profilo politico del conti– nente per i prossimi cinque anni. M a radice di questa corrente di rinnovamento - con un protagonismo mai raggiunto prima - si trova il ovimento indigeno e contadino, che ha giocato un ruolo centrale <<nell'incubazione» del cambiamento che oggi sta tracciando un nuovo destino politico per il continente. Tutto ebbe inizio nel1992, in coincidenza con la cele– brazione del quinto centenario di resistenza alla Conqui– sta, in cui si organizzarono, per la prima volta, adunate indigene a livello continentale. In queste riunioni gli indi– geni e i contadini si resero conto di essere vittime dello stesso tipo di soprusi nei diversi paesi del continente americano da cui provenivano: abbandono, esclusione, schiavitù (dalle piantagioni di banane dell'America Cen– trale alle miniere della Bolivia e del Perù). Pur davanti ad un mare di difficoltà, decisero tuttavia di rispondere, costituendo diverse piattaforme d'informazione e di coordinamento continentale per globalizzare la resisten– za e difendere i loro diritti sotto una visione unitaria. In mezzo a questo processo s'inserisce l'offensiva diploma– tica nordamericana degli ultimi anni che - con l'obiettivo di giungere all'approvazione dell'Alca (vedi Glossario)– ha servito da «catalizzatore» nel sorgere di una sinistra popolare (si potrebbe dire extra-parlamentare, cioè non rappresentata nei parlamenti nazionali) organizzata. I movimenti indigeni e contadini latinoamericani «tra l'incudine della globalizzazione e il martello dell'abban– dono statale della campagna», hanno innalzato la ban– diera della sovranità e dell'autosufficienza alimentare, riconoscendosi nella difesa di una «utopia basilare», cioè il diritto a non morire di fame. n tipo di globalizzazione e il modello agricolo applica– ti in America Latina (con pratiche obsolete basate su una
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