Missioni Consolata - Gennaio 2007

MISSIONI CONSOLATA 11 111111 1111 All'UNIVERSITÀ DI VERONA UN ALTRO GIORNALISMO È POSSIBILE l a ricerca sulla rappresentazione dell'immigrazione nei Lnedia - affidata a Maurizio Corte - è solo una delle at– tività svolte dal Centro studi interculturali (Csi) dell'Università degli Studi di Verona, diretto da Agostino Portera, direttore del Dipartimento di Scienze dell'edu– cazione della Facoltà di scienze della formazione e pro– fessore ordinario di pedagogia e di pedagogia lnterculturale. n Csi, infatti, promuove e realizza sup– porti scientifici, culturali e strumenti metodologico-didat– ticl nel campo dell'educazione e dell'istruzione in una so– cietà pluralistica e multiculturale. Fra i suoi obiettivi vi sono quelli dell'educazione, dell'istruzione, della consu– lenza, della ricerca e dell'alta formazione interculturale, in ambito scolastico e dell'extrascuola. n Csi collabora con enti, istituzioni, associazioni (pubbU– che e private, nazionaU e internazionali), con singoU pro– fessionisti accreditati e con istituzioni universitarie ita– Uane e straniere. n direttore del Centro studi intercultu– rali, Agostino Portera, è membro dell'esecutivo dell'Iaie (lntercultural association for intercultural educatfon) ed è U direttore di due Master promossi e organizzati dal Csi: il Master, con formazione a distanza in «Comunicazione interculturale e gestione dei conffitti» e U Master Fse, con didattica in presenza, in «Comunicazione interculturale nelle organizzazioni e neUe relazioni inter– nazionaU». Entrambi i Master sono proposti anche nel– l'anno accademico 2006-2007 e si inizieranno a prima– vera di quest'anno: le informazioni sono reperibUi sul sito del Csi. Fra i membri del comitato scientifico dei Master tre studiosi di livello internazionale: Donata Gottardi, professore ordinario di diritto del lavoro, Nicola Sartor, professore ordinario di scienza deUe fi– nanze, e Luigi Secco, pedagogista e professore emerito di pedagogia. •Miriamo aDo studio e alla ricerca, nonché alla qualifica– zione dei percorsi scolastici ed extrascolastici, agU inter– venti educativi, di consulenza psicopedagogica, di forma– zione e di specializzazione professionale, così come delle poUtiche di intervento nel settore interculturale», spiega Portera. •In questo modo, U Csi si propone a Uvello lo– cale, nazionale ed internazionale, come una struttura che svolge servizi ed attività rivolti a ricercatori e studiosi nel settore della pedagogia interculturale; a educatori ed operatori impegnati nel settore; agli insegnanti; ai gio- 1 vani laureandi e ai laureati; a professionisti». Ogni anno U Centro studi interculturali organizza conve– gni di UveUo internazionale. Sia l'attività convegnistica che quella di ricerca trovano poi espressione nella pub– bUcazione di testi scientifici a disposizione della comu– nità degU studiosi e introdotti nei corsi di pedagogia, di pedagogia interculturale, di comunicazione interculturale e di giornalismo interculturale proposti dall'Università degli studi di Verona. L'ateneo veronese è U primo in Italia ad avere un insegnamento pedagogico di giornali– smo interculturale nell'ambito dei due Master organiz– zati dal Csi e del corso di laurea specialistica in giornali– smo della Facoltà di lettere e filosofia. CENTRO STUDI INTERCULTIJRAU Dipartimento di Scienze dell'educazione Facoltà di Scienze della formazione Università degli studi di Verona via Vipacco 22 37129 Verona TELEFoNo l E-MAIL l Srro WEB: 045.8028147 (dal martedi al giovedi, ore 9 .30-13.00) csi.intercultura@univr.it http:/ /fermi.univr.it/csint. TESTI DI RIFERIMENfO: Maurizio Corte Comunicazione e giornalismo interculturale. Pedago– gia e ruolo dei mass media in una società pluralistica Cedam,Padova2006 Maurizio Corte Stranieri e mass media. Stampa, immigrazione e peda– gogia interculturale Cedam, Padova 2002 Agostino Portera Globalizzazione e pedagogia interculturale Edizioni Erickson, Trento 2006 sono «confinati dentro il ghetto della cronaca», per usare un'espressione della ricerca del Censis del2002 Tu– ning into diversità, sull'immagine del– l'immigrazione nella stampa italiana. l media offrono notizie e articoli sen– za scavo, senza approfondimento, senza problematizzazione,senza in– chiesta, senza indagine, insomma senza ciò che fa del giornalismo una delle professioni più nobili e affasci– nanti. Le notizie e gli articoli sull'im– migrazione nascono,si alimentano di particolari e sono scritti soprattutto al «desk»,alla scrivania del giornali– sta, nel chiuso della redazione, alla stretta dipendenza delle fonti (cara– binieri e polizia soprattutto);fonti dalle quali i giornali mutuano il lin– guaggio. della compassione, della lacrima, del– l'intenerimento temporaneo. li linguaggio con cui sono rappre– sentati l'immigrazione e i suoi prota– gonisti impiega il «lessico dell'estra– neità»: extracomunitario, straniero, im– migrato; oppure albanese, romeno, marocchino,nomade.Si tratta di un linguaggio il quale definisce la perso– na che «viene da fuori» e continua a restare fuori della comunità. All'estra– neità viene associata l'aggressività, la criminalità, l'illegalità, l'irregolarità, caratteristiche- anche queste- che sono fuori di qualche cosa (della cal– ma, dell'ordinario,della legge, delle regole). Quando l'estraneo è una vit– tima,entra in campo il linguaggio Che giornalismo vogliamo? Lo «Straniero»rappresentato dai giornali è afono, senza voce o (quan– do va bene) con una voce flebile.Non viene mai intervistato, ascoltato; non ha quasi mai diritto di parola o di 1 scrittura, pur in presenza di un gior– nalismo che ricorre sempre più alla narrazione e alle dichiarazioni- mes– se fra virgolette- dei protagonisti dei fatti. Senza voce e senza diritto di pa– rola, l'immigrazione sembra non ave– re neppure una cultura meritevole di essere narrata, se si escludono i casi considerati «curiosi»o le occasioni in ----- ---------- --------------- - -----------------~--------------------------------------------- MC GENNAIO 2007 • 51

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