Missioni Consolata - Gennaio 2007

MISSIONI CONSOLATA Poster della Settimana europea della Gioventù 2005. Fa tenerezza incontrare giovani, pur intelligenti e dotati, in cui sem– bra spenta la voglia di vivere, di cre– dere in qualcosa, di tendere verso o– biettivi grandi, di sperare in un mon– do che può diventare migliore grazie anche ai loro sforzi. Sono giovani che sembrano sen– tirsi superflui nel gioco o nel dram– ma della vita, smarriti lungo sentieri interrotti e appiattiti ai livelli minimi della tensione vitale, parcheggiati in quella terra di nessuno, dove la fami– glia non svolge più alcuna funzione, la società alcun richiamo e le agen– zie educative alcuna attrazione. So– no senza vocazione, ma anche senza futuro, o con un futuro che sarà una fotocopia del presente. l giovani sono sospettati di voler conquistare visibilità nei grandi ra– duni, nella violenza gratuita della guerriglia urbana, nel malcontento della estraneità culturale (squatters, autonomi dei centri sociali). Di loro si elencano i «vizi capitali»: boom dell'esoterismo e satanismo, fede «leggera»della Newage,smania del rischio, sfida con la morte, delin– quenza e uso di droghe...Ele con– danne fioccano sugli adepti di que– sto popolo nascosto. Ma gli strali si concentrano sul dito anziché su quello che il dito indica. GRIDA DI AIUTO Eppure questi fenomeni dell'at– tuale disagio giovanile,apparente– mente slegati tra loro, hanno una correlazione profonda e inosservata: sono grida di aiuto incomprese, che esprimono in modo disarticolato paura del futuro, delusioni di sogni infranti, desiderio di una vita auten– tica, voglia di solidarietà, silenzio, spiritualità, di una società diversa. Invece di giudicare, bisognerebbe riconoscere che le loro insoddisfa– zioni rispecchiano le ambivalenze e contraddizioni della nostra società, di un malessere che è semplicemen– te sintomo della disgregazione dei , legami sociali in stato avanzato. : Quando i telegiornali senza scru- ' : polo mettono in scena i giovani pro- : tagonisti di tragedie familiari, vio- : lenze cittadine, stupri collettivi, limi– : tandosi a sollevare una carica 1111 11 11 111111 emotiva e di indignazione, senza in– dicare l'urgenza di una profonda ri– flessione anche su una responsabi– lità sociale, acconsentono la latitan– za delle istituzioni e degli adulti, che rende possibile la ripetizione e l'au– mento di certe tragedie. In questo contesto, che dovrebbe suscitare qualche riflessione, nasco– no spontanee alcune domande: che ne è di una società che fa a meno dei suoi giovani? È solo una questio– ne di spreco di energie o il primo sintomo della sua dissoluzione? Che ne è dei milioni di giovani sce– si in piazza per manifestare contro la guerra nel marzo 2003? O delle cen– tinaia di migliaia di partecipanti alle radunate oceaniche delle Giornate mondiali della gioventù o ai concerti dei loro idoli? O quelli che hanno bruciato le periferie delle città fran– cesi e sono rientrati temporanea– mente nei ranghi della legalità? Perché non guardare anche alla galassia dei piccoli gruppi e associa– zioni, che vivono le microstorie di volontariato sociale,trascorrono l'e– state in campi di servizio ai poveri, impegnati nell'associazionismo,fan– no pellegrinaggi a Santiago de Compostela o si isolano in monaste– ri alla ricerca di momenti di silenzio e solitudine? Perché dubitare se questi giovani saranno capaci di assumere una re– sponsabilità nel processo di costru– zione dell'Europa, di superare vecchi odi e rancori, di costruire ponti di ac– coglienza e rispetto della diversità, di lottare per la pace e la giustizia? Come raccogliere il grido disar- mante dei tantissimi giovani anoni– mi,disorientati dai «vizi capitali»,che soffocano la voglia di vivere nelle di– verse forme di disagio sociale? ASCOLTARE,COMPRENDERE, SOSTENERE, INCORAGGIARE Al di là del disorientato e della mancanza di precisi punti di riferi– mento, bisogna guardare alla condi– zione giovanile con ottimismo:il cammino di costruzione dell'Europa potrebbe diventare un traguardo e offrire un adeguato stimolo ai giova– ni europei. In realtà essi hanno no– stalgia di libertà e cercano verità, spiritualità, autenticità, originalità personale e trasparenza; hanno de– siderio di amicizia e reciprocità; vo– gliono costruire una nuova società, fondata sui valori della pace, giusti– zia, rispetto per l'ambiente,attenzio– ne alle diversità, solidarietà, volonta– riato e pari dignità tra i generi. Le più recenti ricerche descrivono i giovani europei come smarriti, ma non disorientati, impregnati di rela– tivismo etico,ma anche desiderosi di vivere una «Vita buona», coscienti del loro bisogno di salvezza, sia pure senza sapere dove cercarla. Ne fan– no fede i tanti giovani animati da sincera ricerca di spiritualità e corag– giosamente impegnati nel sociale, fiduciosi in se stessi e negli altri e di– stributori di speranza e ottimismo. Per questo hanno bisogno di esse– re incontrati e ascoltati,non solamen– te nelle occasioni ufficiali, ma perso– nalmente, nella quotidianità,senza sentirsi giudicati.A partire dalla fami- MC GENNAIO 2007 • 47

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