Missioni Consolata - Gennaio 2007
«Gli ultimi soldati del re»: la pace è l'amore per Dio e i fratelli, anche in circostanze estreme, anche in guerra, non odiare mai! La pace cattolica si condensa nell'amore verso il prossimo, che è specchio e sostanza purissima dell'amore per Dio; dicono i padri: «Hai visto il tuo fratello, hai visto il tuo Dio». ANDREA SciFFO IL PAPA: RISORSA FORMIDABILE PERLA PACE O ggi sono invitato a parlare come «testimone». Ruolo inedito per un prete, che sempre rischia di scadere a fare il predicatore! Ma noi cristiani siamo chiamati «a rendere ragione della speranza che è in noi», a essere proprio e solo questo: testimoni! Anch'io, «prima di essere prete per voi, sono cristiano con voi» (s. Agostino). E ho accettato, prima come cristiano e poi come cattoli– co! Non per tradire la mia identità, ma per valorizzarla! La chiesa cattolica (nel senso di universale) nasce con la contro– riforma nel XVI secolo, in contrap– posizione a Lutero: quindi per dif– ferenza, per guerra! Gesù l'aveva detto: «Non sono venuto a portare la pace, ma la spada, a mettere figli contro padri, uomo contro donna...». La pace non è quieto vivere e non è cristia– na, se confusa con il buonismo. Il cattolicesimo immediatamente richiama papato e Vaticano: formi– dabili risorse. Disporre di un'unica autorità ci conferisce, all'interno, unitarietà nella fede, garanzia di messaggio e di verità, perché il pe– ricolo della dispersione è tremen– do. All'esterno ci rafforza «politi– camente» (in senso alto, non par– titico) nella società internazionale, e ci libera dai poteri forti, econo– mici e politici. l veri padroni del mondo, 200 fa– miglie ricche quanto 2 miliardi di uomini, fanno molta paura agli Usa e agli arabi, ma non intimoriscono la chiesa cattolica! Il rappresentante vaticano aii'O– nu subisce le stesse pressioni di tutte le altre religioni, eppure è li– bero di parlare nell'interesse di tut– ta l'umanità senza timori reveren– ziali verso alcuno. Giovanni Paolo 11, pur inascoltato, ha detto chiaro a Bush: «Non fare questa guerra». La pace che la chiesa cattolica por– ta si fonda sulla forza della pulizia e della libertà... non sulle armi. Potere esprimere questa autore– volezza col volto del papa è una fortuna mediatica, che le altre reli– gioni non hanno. Osama Bin Laden è il volto degli islamici, ma non ne rappresenta che il2%. Il buddismo ha il Dalai La– ma, ma non tutti quelli del passa– to avevano la stessa comunicativa dell'attuale. Il papato ha anche evitato ai cat– tolici di avere chiese nazionali co– me, purtroppo, hanno gli ortodos– si. Le loro chiese: greca, russa, ru– mena... sono distinte fra loro e tutte rischiano pericolose identifi– cazioni politiche ed etniche con i propri stati. Quanto a quelle protestanti, al– cune (specie le più americane: bat– tisti, mormoni e altri) spesso si pie– gano agli interessi delle multina– zionali. Nessuno ha l'autorevolezza del papato nel porsi come primo ostacolo alle guerre «per la demo– crazia» o «del sottosviluppo». P assando dalla diplomazia alla nostra realtà quotidiana, io ringrazio gli immigrati! Ve– nendo da noi e portando con sé le proprie convinzioni, stanno scon– quassando la nostra società svuo– tata di valori e passioni. Risveglia– no nei cattolici incolori l'esigenza di una più consapevole e sana identità, di scelte coerenti, e la ca– pacità di argomentare le ragiòni della propria fede: la pace non va confusa con l'inerzia! E favorisco– no il dialogo interreligioso che de– finisco come: confronto e arricchi– mento reciproco. È bello quando ANDREA SaFFO insegnante di lettere, giornalista e scr~tore, studioso Ji letteratura e costume, ho frequentato lo scuola di teologia per loici del decanato di Monza elo foco~ò di teologia ol Pontificio ateneo dello Santo Croce in Roma. Collaboratore del centro cu~urole Tolomoni di Monza, ho ~ubblicoto saggi e prose e scrive per vari mensili (Studi cattolici, Fogli, Il Testimone). • MISSIONI Pace come riposo in Dio, bello... ma se uno non crede? E non chie– dere reciprocità non è vergogna~ si di Dio? Il riposo del cuore non deve ar– rivare troppo presto: la fede è ri– cerca e fatica; spesso è difficile da trovare. La pace cristiana è una ricerca esistenziale, non intellet– tuale, ma non è mai disperata. Ad Auschwitz si chiedeva: «Dov'è Dio adesso?». «È là, impiccato con le altre vittime» fu la nsposta. Nelle difficoltà il mio prete di paese mi raccontava aempre questa storia: «Guanto è alta la burrasca? An– che la burrasca più alta non su– pera i 40-50 metri; ma il mare è profondo migliaia di metri.•. e sot;. to la burrasca c'è la pece». Vergogna? No, solo chi accetta il dialogo ha forza e la dimostra; più si è insicuri e più ci si iiTigidi– sce. !:incontro interreligioso ci A&– sisi nel 1986 è stato un segno di grande forza di pepe Wojtyla. DaN CA'ITAIIEO mi parla di Dio, col secchio in ma– no, il muratore musulmano che la– vora nella mia chiesa! Quanto alla reciprocità dobbia– mo rivendicare la nostra libertà di non averla. È giusto che la chieda– no i politici e governanti... Ma i cri– stiani no! Gesù ci ha insegnato a porgere l'altra guancia ed è morto per tutti, lui solo! Nella chiesa i laici devono conta– re di più, ma essere più sanamen– te laici, consapevoli delle proprie ricchezze culturali, orgogliosi di un maestro come Cristo, ma non «più papisti del papa» e integrali– sti, owero pericolosamente igno– ranti... DoN ARMANDO CATTANEO ARMANDO CATTANEO, parroco a Cinisello Balsamo (MI}, giornalista escrittore, fondatore edirettore per vari anni del Circuito Marconi (network rodiofonico di 25 radio private cattoliche in tutto Italia), ho di re· cente fondato il sito www.jesusl.it, di cui è direttore. Collaboro con la rivisto Famiglia Cristiana. --------------------------------------------------------------------- MC GENNAIO 2007 • 41
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