Missioni Consolata - Gennaio 2007
DOSSIER CATTOLICESIMO LA PACE: RIPOSO DI DIO NELL'UOMO N elle parole di Gesù raccolte dai vangeli, la pace assume un significato particolare: esprime un'integrità dell'uomo, ef– fetto della grazia di Dio. Ela sua forma intatta, così come il Signore la concede: per questo «pace» non appare tanto come an– titesi di «guerra» (in senso milita– re), quanto di «peccato» (lo stato di inimicizia interiore dell'uomo). Del resto, «in pace» è l'espressio– ne ebraica tipica di chi esce incolu– me da un incidente che avrebbe po– tuto causargli seri danni fisici. Anche nel Primo Testamento era assente il riferimento alla pace co– me interruzione di un conflitto ar– mato: Dio è anche il «Dio degli eserciti» del popolo di Israele. Anche nella massima «vita mili– tia est>>, che sintetizza l'impegno del cristiano nel mondo, il com– battimento è certo spirituale, ma non per questo perde le sue carat– teristiche di battaglia. Il cristianesimo delle origini non sceglie la pace come opzione cultu– rale o esistenziale, piuttosto la chie- de come dono ricevuto gratuita– mente da Dio. Le parole di Gesù era– no chiare al proposito: «Vi do la mia pace... non come la dà il mondo». La pace cristiana non è dunque la classica eirené, il rilassamento del saggio, bensì una tensione del– l'inquieto cuore alla meta, poiché essa sola è pacifica. Consiste nella carità, cioè nell'amore di Dio: nel doppio senso di amore che il cre– dente prova per Dio e che Dio ma– nifesta al credente. La storia della spiritualità catto– lica successiva è anche la storia delle forme che la pace assume nella vita degli uomini e delle so– cietà, dopo che le comunità si so– no espanse nell'ecumene romana. In pieno medioevo, il padre del– la chiesa san Bernardo di Chiara– valle era «doctor mellifluus», can– tore estasiato di Maria Vergine e delle dolcezze della vita contem– plativa, ciò non gli impediva di farsi anche predicatore della cro– ciata. Prima di lui, da sant'Agostino («il mio cuore è inquieto finché non ri– posa in te») a sant'Ambrogio («Dio trova riposo nell'uomo»), la pace è stata vista e vissuta come dono di Dio all'uomo, che vive nelle vicis- situdini terrene, ma rientra nell'al– veo della fiducia (preghiera, lode, sacrificio...). Sempre in tempi medievali, la pa– ce è pace dell'anima e appartiene all'altra vita: qui gli esempi mag– giori, e più noti, sono il Cantico del– le creature di san Francesco d'As– sisi e la sua preghiera «O Signore, fa' di me un istrumento della tua pace». Se ne ricorderà Dante, raffi– gurando l'inferno come assenza di pace, in quanto assenza di Dio dal– l'anima dell'uomo (dannato), e il paradiso come luogo di coloro che hanno fatto già in vita spazio al Creatore: «e 'n la sua volontade è nostra pace» (Piccarda, Par. 111,85). Petrarca è invece il prototipo del– l'ambivalenza umanistica e poi moderna, nel suo sonetto «Pace non trovo et non ò da far guerra». Nel Cinquecento spagnolo, il grande mistico carmelitano san Giovanni della Croce, nel Cantico Spirituale, pone il quesito all'ani– ma moderna: si va al Dio della pa– ce attraverso la «notte oscura» del– la tribolazione. La pace cattolica dopo le rivolu– zioni scientifica e illuminista è rap– presentata dal Manzoni nella «not– te dell'lnnominato» e anche nel viaggio di Renzo verso l'Adda, in fuga dalla Milano appestata: è una pace temporanea, ma radicata nel mistero della vita dopo la morte. Un romanziere contemporaneo, Eugenio Corti, rappresenta la con– dizione dell'uomo in guerra ne Il solenne colonnato di Piazza San Pietro esprime bene l'universalità della chiesa cattolica.
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