Missioni Consolata - Gennaio 2007
sona a nuova vita come se rinascesse nuovamente (cf Gv 3,3-8). •Donna... nessuno ti ha condannata? Nessuno, Signore... Neanch'io ti condanno; và e d'ora in poi non peccare più» (Gv 8,10-11). Le nella parabola descrive il pa– dre che •commosso, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò• (15,20) con una serie di quattro azioni in un rapporto di crescendo musicale, dal piano al fortissimo che travolge il lettore in una dimensione di puro amore. IL PERDONO FONTE DI GIOIA La parabola lucana, abbiamo detto, potrebbe essere ca– talogata come il•vangelo del grembo», perché in ebraico il termine misericordia deriva dalla parola rahamìm che ri– chiama l'utero materno nell'atto di generare alla vita (cf Sal 51/50,3). Il termine •commosso» usato dalla tradu– zione italiana è troppo povero per esprimere la densità e intensità del greco •esplanchnisthe», che traduce a sua volta l'ebraico •rachàm», che significa •grembo/utero» ma– terno, sottolineando che la misericordia non è una con– cessione benevola, ma un atto che genera e riporta alla vita. Quando si è afferrati dal perdono di Dio si scoppia di vita e questa zampilla di gioia. Questo è il cristianesimo nel suo ideale supremo. Questo dovrebbe essere il cattolicesimo. Questa dovrebbe .essere la vita e testimonianza dei credenti. Da quando Gesù è morto sulla croce, giudizio, condanne, moralismo, perbenismo, tutto è morto con lui, perché da quella croce, nuovo monte Sinai della Nuova Alleanza, scendono non più due tavole di pietra, ma il grembo e la tenerezza che hanno il volto umano e divino dell'Uomo Gesù. UNA COSTANTE: LO SCHEMA •MAGGIORE/MINORE» Nella puntata n. 3 (MC 6-7, 2006, p. 63) abbiamo ac– cennato allo schema del fratello minore che subentra al fratello maggiore nella linea della discendenza o dell'ere– dità, o semplicemente nella linea della storia della sal– vezza, perché il minore che ha sperperato la sua parte di eredità viene riammesso di nuovo nel diritto di ereditare alla morte del padre (v. simbolismo dell'anello al v. 22). Questo schema costituisce una •legge», una costante in– variabile di tutta la rivelazione e che noi codifichiamo cosi: Dio sceglie ciò che agli occhi della logica umana è impossibile per realizzare il suo progetto di salvezza. Questa norma, descritta attraverso i comportamenti nell'AT, giunge a diventare espressamente •parola rivelata» nel NT con Paolo: •Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono» (l Cor l ,27-29). Ne rileviamo alcuni esempi, tra i più rilevanti. a) Fratelli insanguinati. In Gen 4,1-20 si narra del fra– tricidio del fratello maggiore, Caino, che uccide il fratello mi– nore Abele. Anche qui un conflitto tra due mondi: un conta– dino (sedentario) e un pastore (seminomade) vivono in pe– renne conflitto e reciproca gelosia. I.:insegnamento del rac– conto è semplice: chi non accetta la dipendenza da Dio e non ne riconosce la paternità, non può riconoscere la fraternità, che invece vede come impedimento e ostacolo da eliminare. Il figlio maggiore di Le 15 non accoglie il fratello perché è lon– tano dal loro padre. b) L'inganno: Esaù/ Giacobbe. In Gen 25,19-34 si narra che Dio si ricordò di Rebecca, sposa sterile di ]sacco, ed ella ri– mase incinta di due gemelli che sarebbero stati capi di due po– poli. Dio disse a Rebecca: •Un popolo prevarrà sull'altro, il mag- 26 • MC GENNAIO 2007 giore servirà il minore» (Gen 25,23c). Il maggiore, partorito per primo, è Esaù; il minore, partorito per secondo, è Giacobbe (Gen 25,26). Secondo il diritto Esaù avrebbe dovuto continuare la discendenza di ]sacco e invece egli vende la sua primogenitura al fratello minore Giacobbe che con uno strata– gemma imbroglia il padre e il fratello (Gen 27,146). c) L'incesto: Rerach/Perez. In Gen 38 si narra la storia dell'incesto di Tamar, che pur di ottenere giustizia secondo la Toràh (Dt 25,5), non esita a travestirsi da prostituta per conce– pire da suo suocero che, senza saperlo, la lascia incinta di due gemelli: Perez e Zerach (Gen 38,30). Zerach avrebbe dovuto es– sere il primogenito; invece al momento della nascita è soppian– tato dal gemello Perez che ritroveremo nella genealogia di Mt come antenato di Gesù con il nome di Fares (Mt 1,3; Le 3,33). Un altro fratello minore che soppianta il maggiore. d) Lo scambio: Manasse/Efraim. In Gen 48, si narra di Giacobbe che, ospite di suo figlio Giuseppe, vice re d'Egitto, or– mai vecchio e cieco, vuole benedire i due fi~i che Giuseppe ebbe dalla moglie egiziana Asenèt: Manasse ii primogenito ed Efraim il secondogenito. Giuseppe colloca il figlio maggiore da– vanti alla mano destra di Giacobbe e il minore davanti alla mano sinistra, affinché il vecchio padre possa compiere il rito della trasmissione secondo la legge. Ma al momento di benedire Giacobbe incrocia le braccia e inverte la benedizione: «<sraele stese la sua mano destra e la pose sul capo di Efraim, che pure era il più giovane, e la sua sinistra sul capo di Manasse, incro– ciando le braccia, benché Manasse fosse il primogenito... Cosl pose Efraim prima di Manasse• (Gen 48,14.20c). Dio guida la storia secondo suoi criteri per noi inverosimili. e) L'ultimo sarà il primo: Davide e i 7 fratelli. In 1Sam 16,1-13 si narra che Dio manda il profeta Samuele a cer– care il successore del re Saul tra i fi~i di lesse. Il profeta fa ve– nire i primi sette uno ad uno; vorrebbe consacrare Eliab, il pri– mogenito. Dio lo scarta, come gli altri sei. Rimane l'ultimo, •il più piccolo che ora sta pascolando il gregge• e a cui nessuno presta attenzione, tanto che non è stato nemmeno invitato. Dio, invece, sceglie lui, il più piccolo e dimenticato che divene terà il re Davide, il consacrato dal cui casato discenderà il Messia d'Israele. Tutti questi avvenimenti hanno in comune la legge dell'im– possibilità: coloro che non hanno diritto sono scelti per prose– guire la discendenza di Abramo fino al Messia, mentre coloro che ne hanno il diritto naturale lo perdono. Nella logica di Dio tutto si capovolge, perché in lui non c'è la giustizia come misura tra eguali, ma l'amore senza confini, la cui misura è l'accoglienza come premessa per un amore più grande e senza condizioni. A SCUOLA DI MARIA DI NAZARETH È la stessa logica che domina e dirige il comportamento del padre della parabola lucana: egli ama il figlio minore non meno del figlio maggiore, ma tra i due non fa le parti uguali: ama secondo il bisogno e la necessità di ciascuno, senza togliere con questo nulla all'altro. La logica del padre misericordioso che accoglie il figlio minore, nonostante l'opposizione del maggiore l'ha bene capita Maria di Nazareth, l'ultima degli 'anawin/poveri di Yhwh di cui si fa portavoce e garanzia: •Ha disperso i su– perbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli af– fal!lati, ha rimandato i ricchi a mani vuote» (Le 1,51-53). E la stessa logica che Le illustra nelle beatitudini della pianura, quando il Figlio di Maria di Nazareth darà agli altri lo stesso nutrimento che egli ha ricevuto da sua ma– dre: •Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati. Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame. Beati voi che ora piangete, perché riderete. Guai a voi che ora ri– dete, perché sarete afflitti e piangerete» (Le 6, 21-25). [continua - 6]
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