Missioni Consolata - Gennaio 2007

Il HAITI nelle loro prigioni e che avevano im– parato i metodi della gang da loro». La violenza, che da sempre caratte– rizza la storia del popolo haitiano, è oggi ai suoi apici, in un teatro parti– colarmente confuso. Racconta un missionario italiano, da anni nel paese: «La gente vive nella paura, nonostante lo spiegamento delle forze dell'ordine locali ed inter– nazionali (Minustah e Unpol,ndr), anche se ci sono momenti di tregua. Le bande di ogni tipo, rivali tra loro, hanno armi sofisticate». TRA REALTÀ ELEGGENDA Le gang armate sono conosciute, hanno capi storici, figure quasi mito– logiche, con storie di vendette, as– sassini e successioni violente. Opera– no in quartieri il cui nome fa trema– re. Come Amaral Duclona, potente capo di una delle bande di Cité So– leil (enorme bidonville della capitale Port-au-Prince): molto vicino ad Ari– stide, ha anche supportato la cam– pagna di Préval. È il successore di Tu– pac (soprannome ispirato da un ce– lebre rapper statunitense), ucciso da una banda rivale. La storia di Tupac è già diventata un film. Amaral, teoricamente ricercato dalla polizia, guida anche le manifestazio– ni di piazza che invocano il ritorno di Aristide, e la partenza della Minisu– tah, come nel 9 novembre scorso. L'«esercito del piccolo macete», del– la zona Martissant- Carrefour ha partecipato a due recenti sanguino– si massacri in agosto 2005 e luglio 2006, in scontri con la polizia o altre 1111 11 111111 1111 gang.O ancora !'«esercito canniba– le» che domina la città di Gonaives. «C'è stata una tregua solo durante le votazioni, imposta da Préval, ma ora le cose ritornano confuse, anche se i media non ne parlano. l morti tra le diverse fazioni, forze dell'ordine, cit– tadini comuni, compresi i bambini, dawero non si contano. Disordini e blocchi stradali, scioperi a ripetizio– ne, magazzini chiusi, ambulanti e dettaglianti che si danno alla fuga, la gente nel panico». Continua il mis– sionario.«Bel Air,nei pressi della Cat– tedrale, rue Pavé, Poste-Marchand, (tutte zone centrali della capitale, , ndr) sono covi di banditi, che spara– no all'impazzata e lanciano sassi contro le macchine che si awentu– rano nei paraggi. Senza parlare dei cumuli di spazzatura in decomposi– zione, che tappezzano le strade di Port-au-Prince, dandone un'immagi– ne deturpata e ributtante». QUANDO NON SAl COSA FARE ... Uno dei sistemi utilizzati dalle gang di ogni tipo per finanziarsi è il rapi– mento a scopo di estorsione. Feno– meno comparso a fine 2004, conta decine di vittime tutti i mesi, soprat– tutto nella capitale. Da un minimo di 14 persone rapite al mese al picco di 115 dello scorso agosto, secondo so– lo alle 241 del dicembre 2005. «Sono comprensibili i disagi di chi è obbli– gato a spostarsi in città per acquisti, per consultazioni o ricoveri in ospe– dale», dice il missionario. La paura dei rapimenti, in molti casi anche permotivi politici, sta causan- Port-au-Prince: il trasporto a trazione «umana» è ancora largamente usato. do la fuga di cervelli e la chiusura di esercizi commerciali. «Molti profes– sionisti (ingegneri, medici, bancari) sono fuggiti in Usa,Canada, ma an– che a Cuba. Molte ditte, imprese hanno chiuso i battenti». Mentre continua la triste storia dei boatpeo– ple:«A migliaia i poveri varcano le frontiere di Haiti per la Repubblica Dominicana e spesso sono mala– mente rimpatriati. Mentre altri in battelli di fortuna tentano di rag– giungere la Florida, ma solo pochi sono stati fortunati... ». Questi fatti hanno un impatto nega– tivo anche sull'economia, come ri– corda l'intellettuale haitiano:«Le casse sono completamente vuote. Occorrono investimenti per rimette– re il paese in piedi. Gli investitori ve– dono interessante la possibilità dei bassi salari, ma senza sicurezza e senza infrastrutture è impossibile la– vorare. l rapimenti scoraggiano ulte– riormente. Occorre quindi il disarmo per poter sperare di sviluppare il paese». Ad Haiti la maggior parte delle stra– de sono disastrate (l'Unione euro– pea ne sta riasfaltando alcune), non ci sono i ponti e manca l'elettricità perfino nella capitale. PRIMI IN CORRUZIONE La violenza è alimentata dall'impu- ' nità, che è la regola ad Haiti. Equesta è figlia della corruzione. L'Ong Tran– sparency lnternational, tutti gli anni pubblica la classifica dei paesi del mondo in base alla corruzione. La classifica del 2006, resa nota a no– vembre, ha visto Haiti ultimo classifi– cato su 163 paesi valutati (l'Italia è 45sima),subito preceduto da Gui– nea, Iraq e Myanmar a pari merito. «La corruzione ha impregnato ogni settore socio, politico ed economico del paese. li sistema della giustizia è totalmente corrotto. Ecco perché c'è un ritorno delle esecuzioni somma– rie: se un ladro viene scoperto, è im– mediatamente ucciso. In caso con– trario, se arrestato se la caverebbe pagando la polizia o il giudice e poi tornerebbe a vendicarsi su chi lo a– veva fatto catturare» racconta il no– stro interlocutore. .~-------------------------------------------------------------------------------------------- 20 • MC GENNAIO 2007

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