Missioni Consolata - Gennaio 2007

MISSIONI CONSOLATA lici e un ballerino hindu,durante i giorni del Congresso ha eseguito al– cune rappresentazioni del vangelo e altri temi religiosi. Tale gruppo è sta– to creato da un prete con lo scopo di evangelizzare mediante la danza, la musica e il canto: una forma sugge– stiva di trasmissione e inculturazio– ne della fede. L'originale iniziativa è stata citata a più riprese durante gli interventi ufficiali del Congresso, per sottolineare come le varie forme di proclamazione del vangelo devono essere creative e adatte al contesto in cui i missionari sono chiamati ad operare. Prima di andare a dormire,mi fer– mo per quasi due ore a parlare con ~un vescovo indiano: egli mi parlava con entusiasmo della sua esperien– za missionaria nel suo paese; da par– te mia gli racconto ciò che sto facen– do in Corea. La prolungata condivi– sione delle nostre esperienze mi convince sempre più sulla necessità, in congressi come questo, di dare più spazio e tempo perché la gente abbia l'opportunità di incontrarsi, scambiare idee ed esperienze, che rimarranno nella memoria più delle teorie presentate nelle relazioni uffi– ciali. 220TTOBRE t l'ultimo giorno del Congresso. t pure la domenica in cui si celebra la l rappresentanti delle delegazioni ricevono il simbolo del Congresso da portare nei rispettivi paesi: in prima fila quelli della Corea eMongolia. Giornata missionaria mondiale.Ab– biamo ancora una relazione: questa volta sulla chiesa inThailandia.Ascol– tiamo la testimonianza di un cristia– no locale, da poco convertito e ap– partenente a una minoranza etnica. Seguono la lettura del documen– to finale e i vari ringraziamenti.Cul– mine della conclusione è la celebra– zione dell'eucaristia, presieduta dal card. Sepe. Per esprimere la comu– nione con la chiesa della Thailandia in generale e con la diocesi di Chiang Mai che ci ha ospitati,vi prendono parte molti cattolici locali, appartenenti soprattutto ai vari gruppi tribali,dando così un colore tutto speciale alla celebrazione. Nonostante ciò, rimango un po' deluso: il livello liturgico di questa messa, come pure nelle celebrazioni dei giorni passati, mi sembra al– quanto freddo: accentuato rituali– smo,mancanza di musica viva, di gioia... mancanza di «Asia».Mi sem– bra di essere... in piazza San Pietro, più che in Thailandia. Tuttavia siamo tutti soddisfatti delle esperienze vissute in questo primo Congresso missionario in A– sia. Proprio perché è il primo,c'è spazio per ulteriori miglioramenti. li Congresso è stato e rimane un even– to importante per la storia della chiesa in Asia:tanta gente ha potuto prendere maggiore coscienza del– l'urgenza della missione in questo continente; soprattutto ha avuto un'occasione irrepetibile, per alme– no altri sette anni, di conoscerci e in– coraggiarci a vicenda. • Il Il RACCONTATELO A TUTTI C ome i primi discepoli di Gesù, <<abbiamo visto il Signore,, af– ferma il messaggio finale, riassu– mendo l'esperienza fatta dai dele– gati al Congresso missionario a– siatico.! partecipanti dal <<Ubano al Giappone, dal Kazakistan alla Mon– golia e all'Indonesia,, hanno vissu– to un <<nuovo cenacolo,,, ascoltan– do e condividendo cdi racconto di numerose storie ispiratrici: storie divita,fede,en»smo.~o.pre­ ghiera, dialogo e proclamazione. Siamo stati pervasi da una gioia contagiosa. La storia di Gesù è sta– to il filo conduttore che ha legato tutte queste esperienze di vita in una grande narrativa. Tutti i colo– ri, popoli, lingue, culture, valori re– ligiosi e gesta del pof?OIO dell'Asia hanno formato un umco grande a– razzo,,. È soprattuttO lo Spirito Santo <<il grande narratore; egli guida la chiesa in ogni situazione a dire, specialmente attraverso la testi– monianza di una vita trasformata, che la missione si~nifica mantene– re viva la storia d1 Gesù, formare comunità, essere compassionevo– li, aiutare "l'altro", portare la cro– ce, testimoniare che Gesù è una persona viva)). Il Congresso, continua il mes– saggio, <<ha fornito nuove pro~ tive per il nostro compito di dialo– gare con i popoli, religioni e culture in Asia» e ha affidato a tutti i par– tecipanti rmpegno <<di portare a ca– sa nUOIIe intuizioni sulla storia d G&– sù, ~?Brticolarmente le sue dimen– siom asiatiche». Da qui derivano • alcune raccomandazioni concrete: approfondire l'esperienza di Gesù nella vita personale e comunitaria, specialmente mediante reucaristia; favorire la partecipazione dei laici e dei giovani alla vita della chiesa; cre– scere in una spiritualità del dialogo. Quella del dialogo è posta come priorità da sviluppare prima di tutr to a livello formativo. La istituzioni educative cristiane, specie i semi– neri, sono chiamate a «riconosce– re malintesi e pregiudizi e a scopri– re la storia di Gesù nelle altre reli– gioni,,. l valori culturali asiatici devono essere integrati nel vivere cristiano,<<tanto più quando tali va– lori vengono erosi da consumismo, materialismo e altre forze,,. Infine si chiede alla Conferenza episcopale asiatica di organizzare congressi missionari a fNello na– zionale o regionale, continuando cosi a raccontare la storia di Gesù in Asia. MC GENNAIO 2007 • 13

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