l rivista@missioniconsolataonlus.it ni passaggi,comequello che descrive comeogni preteo monaco porti la crocemanualesotto la tunica, e l'altro che racconta del passaggio de·(testrmone nella parrocchia di Asella,.per 24annl evangelizzata dai missionari della Consolata, ora consegnata al clero locale. Quelle paglne mi hanno fatto rivivere con gioia eno~talgia la sant.- messa a cui hopartecipato nellavostra chiesa, il 23 ottobre 2005, Giornata missionariamondiale. Due ospiti religiosi erano stati invitati adare la loro testimonianza.Unodi essi R everendo Direttore. Leggo con piacere la sua rivista,che mivienepassata daun parente,dopocheasuavolta l'haletta.Vorrei chiederle,selo ritiene utile,didarealcuneprecisazioni, sulla rivista, inmerito all'articolo afirma Aldo Antonellì, pagina 66del numerodi luglio-agosto2006.Verso la finedellaprimacolonna,egliosserva: «... sonostatisostituiticonpersonaggigrigl~ultraconservatort •po/onizzando'lachiesa,ecc.,ec0>.Poche righeoltre, accennaa «unareligione tuttaesolo intimistica, legataafigu· reproblematichedi~santi..qualiPadrePioeJosemaria Escrivà_.». Subito hopensatoal dassico prete-compagnoestavoperarchiviarementalmente il tuttoquando però lacuriosità ba preso il soprawento. Se MissioniConsolata l'hapubblicata,\(uol dire é:he ne condivide lospirito.Sia chiaro, iononhoparticolare interesse aconoscere lediatribetrapretidi destraodi sinistra,maavrei invece curiosità di chiarire quanto segue: «Poloniz;zando», riguardauna criticaaGiovanni Paolo 11? Se s1,qualeo quali? Figureproblematiche di «santi»:evidentemente, virgolettando i1 termine santi,vuol direchenoncondivide il giudiziodellachiesa sullaloro santità,tanto è vero che prima Il defihisce figure «problemati· che».Per qualemotivo non li considera autentici santi? Vorrei ribadire che non so se l'autoredello scrittoha ragione o no,non ne conosco le sue motivazioni; ma ritengo che dovrebbe chiarire il tutto lei, come direttore della rivista.Potrebbe nascerne un serioconfronto tra posizioni diverse e,comunque, un approfondimento di tematicheeposizioni. Capisco cheper leiquestopossaessereun piccolofastidio,ma non credo che lei abbia solo intenzione di pubblicare lettere maxi-elogiatorie nei confronti del suo mensile,mache sia aperto anche atematiche più scottanti. Altrimenti, mi scusi la franchezza,sarebbecometirareun sassoepoi nascondereil braccio, cosa indegna per chiunqueedella qualenon la ritengo capace. Ritorno adire che Il mio scritto non ha In sé alcuna polemica. Il fatto che scrivoa lei è dovutoalla convinzione che se il rev. AldoAntonelli avesse espresso posizioni contrarie alla fede cattolica oaltro, lei non le avrebbe pubblicate. Pubblicando invece le sue critiche, vuol direche in esse vi ha trovato del veroeritengo che I suoi lettori meritinoanch'essi di conoscere il suo pensiero. AgostinoCariano Genova era africano. Si presentòdicendo di chiamarsi abba GhebremariamAmante, viveva ad Addis Abeba.Trovandosi a Roma per il suo 50° anniversario di ordinazìone, era venutoaTorino per manifestare la sua stima egratitudin!! per la lungaamicizia che lo lega al mi~sionari della çonsolat~. Era stato battezzato da un vo,s_~ro mlssiorn,ufo.Concluse benedicendoci con la sua croce etiopica. Inmolti uscendo abbiamo salutato e ringraziato, commossi eammirati, questo abba per la suabella te· stimonianza e lasua benedizione, Sono certa che anche altrl, leggendo il vostro dossier, avranno ricordato con simpatia abba Ghebre· mariam. Rita Simonato Torino Grazie anche per questa sua testimonianza, con l'augurio di vivere ancora tanti altri momenti di gioia, sia leg• gendo la nostra rivista che incontrando i nostri missionari. IL SOLITO... PRETE-COMPAGNO Leggendo la sua lettera, all'inizio pensavo di girare la patataadonAntonelli,autoredelloscritto inquestione;ma, proseguendo la lettura,vedo che sono proprio iochiamato a«chiarire»lasua«curiosità».Lofacciovolentieri,dicendosoprattuttocosa mi viene in mente leggendo talearticolo. È chiaTo che,sostanzialmente,ne condivido Il contenuto, anchese;personalmente,avrei usatounvocabolariopiùsfumato: «normalizzando» anziché «polonizzando»; vescovi «meno profetici» invece di «grigi e ultraconservatori»; «frenata»al Concilio invecedi «bavaglio~(frase non citata). In fatto di «normalizzazione»mi viene in mente la chiesa in Brasile,con le voci profetiche di HelderCamara, Evaristo Harns etanti altri vescovi,talora messe a tacereo sostituite con voci menoscomode. Incontrai,pocotempoprimadella sua scomparsa (2004), il vescovo di Roraima,mons. Apparecido Dias,.che, parlando dei vescovi brasiliani impegnati nel portareavanti le idee del Concilio,mi diceva:«Siamo ancora in maggioranza,ma siamo rimasti troppo pochi». Tale «normalizzazione»non èattribuibile solo aGiovanni Paolo 11, che non poteva conoscere tutti I candidati vescovi, ma anche e soprattutto a coloro che gli sono stati attorno. Da partemia hogrande stima del defunto pontefice, anche se non sono tra coloro che gridano «santo subito!». P er quanto riguarda Padre Pio eJosemaria Escrivà,né l'ar• tlcolistané iodubitiamodella lorosantità:siamocerti che sonosanti (senza virgolette) in paradiso, insiemeadaltri che vedrei più volent_ieri innalzati agli onori dell'altare, comeOscar Romero.Tra l'altro, il libro del fondatore dell'Opus Dei, (<Cammino», è stato anche un mio nutrimento spirituale, quandoero ancora studente di teologia. Tuttavia, ciò che l'autore deWarticolo mette In questione, e io condivido pienamente, è l'opportunità o meno di pro· porre-tali «santi>1 (rimetto le virgolette), e cosl In fretta, all'imitazionedella chìesauniversale; equesto non solopernon favorire <<una religione tutta e solo intimlstica»,come scrive don Antonelli,ma anche per rispetto della loro santità,soprattutto quella di Padre Pio, Invocato come protettoreda attricette edamafiosi, come un certo Provenzano. MC DICEMBRE 2006 ■ l
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