La nuova unit.à educativa di Utweve si sta innestando su una radice gi.à piantata nel passato. Un gruppo di bambini si sta infatti rìunendo nella chiesetta del villaggio. Un' insegnante li aiuta nel programma dell'wltimo anno di scuola materna», in preparazione per la scuola etementare. Durante questo perfoda i bambini iniziano ad apprendere a far di conto, a sbrogliarsela sufficientemente nell'idioma ufficiale del paese, il kiswahili (quando arrivano all'asilo parlano tutti il dialetto materno) e qualche piccola nozione di inglese. Il sistema scolastico tanzaniano non ammette alle elementari chi non ha frequentato l'anno propedeutico. O ggi, 53 bambini partecipano , alle attività d~ll'asil_o,_usu- . fruendo degli spazi nstrett, offerti dalla chiesa del villaggio: la cappella per lo svolgimento delle lezioni e il porticato per consumare il pasto in caso di brutto tempo. Domani, una volta eretto il nuovo edificio, potranno essere molti di più i bambini awiati a un processo di socializzazione e apprendimento. t.:asilo rappresenta un passo avanti nello sviluppo dell'intera comunità, un salto di qualità che apre il cammino ad altri interventi di svìluppo in favore della gente di Utweve. l'.opera rappresenta un investimento grande da parte della missione e l'aiuto degli amici di Follonica è stato dawero provvidenziale. Oltre al costo della struttura bisogna tener presente le spese vi-.,e della gestione ordrnaria della scuola materna. Scarpe, abbigliamento: tutte cose dove la missione è chiamata ad aiutare la famiglia, molte volte in difficoltà. Inoltre, l'impegno accademico -è anche un'-occasione per dare una mano dal punto di vista igienicoDall'alto, ClaudioSaragosa, sindaco di Follonica eAssuero Rossetti. sanitario e nutritivo. A scuola i bambini s-ono sicuri di ricevere almeno una tazza di uji (una specie di semolino fatto di maizena e ac;:qua), e un po' di pranzo: l'organizzazione deve prevedere che vi siano fondi su.fficienti per garantirlo. IA questo aspetto la comunit.à è chiamatà a dare una mano, contribuendo con farina, patate e garantendo la presenza di una cuoca; alla missione tocca contribuire con tutto ciò che non può essere coltivato nei campi o prodotto in casa e deve invece essere acquistato al mercato. 11 progetto dell'asilo è semplice: due costruzioni di mattoni affiancate. La prima prevede due aule più uno spazio da adibire in parte a ufficio e in parte a magazzino; la seconda dovrebbe ospitare la cucina e il grande refettorio. I bc1gni verranno costruiti a parte, leggermente distanziati e più in basso rispetto alle costruzioni principali, per garantire il rispetto di elementari norme igieniche. I lavori sono già giunti a uno stadio sufficientemente avanzato. le fondamenta sono già state poste e si attende la costruz.ione del primo muro, per appendervi il cartello del 1 Comune di Foflonica e la bandiera italiana, simboli della comunione di intenti fra queste due comunità, che incominciano a sentirsi affratellate da quest'esperienza significativa. Infatti, se la partecipazione di Follo- , nica si è caratterizzata per il suo spirito comunitario, estesa ~ome è a quante più persone possibile, anche a Utweve la costruzione ,dell'asilo è un fatto d' insieme, assunto dall' intera comunità come kujit-Olea, owero, «volontariato». Infatti, i membri della comunità hanno preso l' impegno tanto seriamente da far s1 che questo volontariato diventi in realtà un impegno l<Obbligatorio». Tutti sono , chiamati a dare qualcosa in fatto di tempo e lavoro. Finora il compito più importante e faticoso è stato quello di andare a raccogliere pietre e terra per la cottura dei mattoni. La cava è a circa tre chilometri e, per mezzo di un trattore, è stato trasportato il materiale sufficiente per dare il via alla costruzione vera e propria, che procederà sempre con l'aiuto. di tutti. I nsomma, i fra~cobolli di A_ssue~o hanno svolto 11 loro compito dt relazione, come sempre hanno fatto neJ corso della storia, aiutando, in bella mostra -su una lettera, a mettere in rnmunicazione persone tra loro anche molto distanti. Questa volta sono riusciti a stendere un ponte fra l'Italia e il Tanzania, aiutando due comuni~ a incontrarsi, conoscersi e darsi la mano. Il sogno di padre Pancotti ha trovato il modo di concretizzarsi, ma non di esaurirsi. Ben lo sanno i missionari che con lui lavorano nella zona di lkonda; altrettanto bene lo sanno Assuero e i suoi amici di Follonica, pronti a continuare a sostenere il progetto di Utweve e cercare nuovi amici desiderosi di dare una maAo. Ugo Pozzoli Bambìni di Utweve accanto all'edificio che funge da chiesa, scuola elementareematerna. MC DICEMBRE 2006 ■ 69
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