Missioni Consolata - Dicembre 2006

TuttoMondo FOLLONICA (ITALIA) I VOLONTARIATO : «OBBLIGATORIO» I I 'fANzANJA CHIAMAFOU.ONIG\ RISPONDE I : T utto cominciò... con dei fran- : cobolli. Strano ma vero; que- ' sti piccoli oggetti ormai : obsoleti, mandati in pensione anti- : cipata dall' awento della posta elet- ' tronica continuano a fare meravi- ' glie. Se è certo che i francobolli si t usano molto meno di un tempo, è altresì vero che continuano a essere collezionati e possono suggerire storie molto interessanti. , Quella del progetto «Villaggio Città ' di Follonica» a Utweve, in Tanzania, è una di queste; una storia semplice, ma vera, che potrebbe persino essere degnamente rappresentata su qualche francobollo commemo- . rativo. Ma, viene da chiedersi, che : cosa lega il centro turistico più frequentato del grossetano, famoso per le sue spiagge e pinete, a un piccolo villaggio dell'Africa a migliaia di chilometri di distanza, adagiato sulle assolate pendici dei monti Kipengere? Tutto nasce quasi per caso (o non sarà che dietro al caso si nasconde : molte volte la Provvidenza?). Assue- : ro Rossetti, toscano di Maremma, con nome impegnativo di forte ' sapore biblico, «settant'anni e non sentirli», fonda per passione un'associazione filatelica: il «Circolo del ' collezionista della Maremma». Di n a : decidere di organizzare una mostra ' di filatelia insieme alla Pro loco di , Follonica il passo è breve. È a que.sto punto che, improvviso, si ' insinua in Assuero il tarfo della mis- : sione sotto forma di una domanda: Bambini eadulti, padre Luigi Pancotti (af centro da sinistra) eDanilo Rossetti,sul /uogo dove è iniziata fa costruzione dell'asilo dì Utweve. 68 ■ MC DICEMBRE l006 "Non sarà che dai proventi di questa mostra possa nas.cere un progetto di solidarietà verso le persone che ne hanno veramente bisogno?, . In particolare, Assuero pensa a una vecchia conoscenza: padre Luigi Pancotti, un missionario della Consolata incontrato in Emilia anni addietro. Ricorda i suoi lunghi racconti sull'lringa, regione del fanzania in cui lavora. Forse i «piccoli» francobolli potrebbero aiutare a finanziare il grande sogno che il missionario ha in mente da sempre per la sua gente: la costruzione.di un pkcolo asilo-scuoi.a che possa dare ospitalità ai molti bambini che vivono nelle frazioni più isolatedella zona, come Utweve, appunto. 11primo tentativo è incoragg1a.nte. Tutto il ricavato della mostra filatelica viene devoluto per il progetto di padre Pancotti; t'ini-zìativa tocca il cuore delle persone coinvolte, al di là dell'amore per la filatelia. Insieme a Leonardo Agostinelli, presidente della Pro loco di Follonica, Assuero inizia a tessere i contatti necessari affinché il progetto cresca e si diffonda ulteriormente. Vengono interpellati altri enti e associazioni e, in breve tempo e grazie all'entusiasmo dei promotori, il progetto assume una dimensione cittadina: viene assunto in prima persona dal sindaco di Follonica, Claudio Saragosa, e può disporre dell'appoggio del centro culturale «Amicizia nel MondoJl, Poi da cosa nasce cosa e ben presto buona parte del tessuto associativo FILO DIRETTO tra I missionari de lla Consolata e I loro amici nei quattro cont inent i e commerciale di Follonica viene contagiato e coirwolt-o. Dall'iniziativa di un singolo si è giunti a vedere all'opera un'intera comunità, ormai entrata in dialogo con padre Luigi e, soprattutto, con la sua comunità di fede in Tanzania. U tw~ve è ~n piccolo villaggio net pressi d, lkonda, nella regione di lringa. Terre montagnose dove lavorano i missionari della Consolata. lkonda, soprattutto, gode di una certa fama per il grande ospedale edificato e gestito dai mis- -sionari della Consolata: un complesso sanitario di prim'ordine, da punto di riferimento per la zona, notoriamente molto povera. Ma non solo. La qualità del servizio sanitario ha fatto sì che ad lkonda arrivino per- ·sone anche da molto lòntano. La distanza da lkonda, dove oltre all'ospedale e alla parrocchia esiste già una scuola, impedisce a.molti bambini delle montagne circostanti di ricevere un'adeguata istruzione. Di qui la necessità di formare piccoli centri educativi, capaci di coinvolgere il maggior numero possibile di bambini, dando loro una formazione tale da poter offrire·in futuro , possibilità diverse-di sviluppo. l'.estrema povertà e, particolarmente negli ultimi anni, la piaga del1'Aids sono ostacoli insormontabili, che non consentono .a molti genitori di andare al di là della mera sopravvivenza. Ben venga, allora, l'opportunità di aprire nuovi cammini per i propri bambini.

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